Iris

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E ho rinunciato per sempre a toccarti
perchè so che tu mi senti in qualche modo
tu sei più vicina al paradiso di quel che io sia mai stato
e non voglio andare a casa ora
e tutto quello che posso assaporare è questo momento
e tutto ciò che posso respirare è la tua vita
perchè presto o tardi è finita
e io non voglio perderti questa notte

e io non voglio che il mondo mi veda
perchè non penso che la gente capirebbe
quando tutto è stato fatto per essere distrutto
io voglio solo che tu sappia chi sono

e tu non puoi combattere le lacrime che non stanno per arrivare
o il momento della verità nelle tue bugie
quando tutto sembra come nei film
si tu sanguini solo per capire che ancora sei vivo

e io non voglio che il mondo mi veda
perchè non penso che la gente capirebbe
quando tutto è stato fatto per essere distrutto
io voglio solo che tu sappia chi sono
io voglio solo che tu sappia chi sono
io voglio solo che tu sappia chi sono
io voglio solo che tu sappia chi sono
Iris- Goo Goo Dolls
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No, non mi ero mai trovata in una situazione tanto imbarazzante come questa; e io di situazioni ridicole ne avevo vissute!
Karen di fronte a me con lo sguardo affilato di chi era certo di aver interrotto qualcosa, mi faceva desiderare di sparire.
Inspirai profondamente e strofinai le dita unte sul vestito mentre lanciavo un'occhiata a Harry, era il ritratto della tranquillità.
Mi sentivo abbastanza confusa.
《Non trattarmi come un bambino》, disse divertito a sua madre.
Strinsi i pugni, le mani prudevano dalla necessità di abbracciarlo e non farlo andar via. Il ricordo di ciò che era successo bastava ad attorcigliarmi le budella.
Karen sorrise in un modo che mi parve costruito. 《No》, mi fissò intensamente, 《non siete bambini.》
Cos' era un messaggio tra le righe per me?
《Non cambia il fatto che Richard ha bisogno di te. Deve risolvere qualcosa riguardo la locanda》, ci informò.
Harry sospirò quasi esasperato. 《Okay》, cedette.
Io, invece, me ne stavo lì come fossi paralizzata. Era come un'allucinazione. Sembrava un assurdo film western e che, da un momento all'altro, la donna che avevo sempre considerato una madre, tirasse fuori una pistola per farmi fuori; per quel che ne sapevo poteva essere incazzata nera.
Harry mi si parò di fronte con quel sorriso mozzafiato. E come mi guardava... Dio! Li odiavo i suoi occhi. Si morse il labbro e dondolò sui talloni, amavo le sue guance arrossate.
《Ci vediamo.》
Alle mie orecchie parve una domanda e lo trovai così tenero!
Annuii, avevo perso la voce. La mangiatrice di uomini che era in me era andata a farsi fottere e non sapevo più come comportarmi.
Mi diede le spalle, ma non ebbi tempo di battere le ciglia che tornò sui suoi passi, col pollice mi accarezzò il labbro inferiore per poi infilarselo in bocca.
Mi tolse il respiro. Voleva ricordarmi che mi aveva assaggiata.
Cristo!
Sogghignò malizioso. 《Marmellata》, si giustificò, fingendo di non notare la mia faccia da pesce lesso.
Entrambe lo fissammo mentre saliva sul suo pickup e sfrecciava via, ma prima mi rivolse un altro sguardo che avrebbe fatto avvampare anche una sua di clausura.
Il silenzio calò tra noi, essere nuda di fronte a uno stadio di tifosi sarebbe stato meno intimidatorio.
《Entriamo?》 Proposi insicura.
《Certo tesoro.》
La cucina era un disastro, Harry poteva anche essere bravo tra i fornelli ma non un mago dell'ordine.
Misi i piatti nel lavabo, il succo d'arancia in frigorifero e presi bicchieri puliti dalla mensola.
Le davo le spalle, ero davvero intimorita.
《Dovrei fare una doccia》, sussurrai annusandomi. Ero rivoltante e certa che il mio vestito fosse da buttare.
《Ero venuta per vedere come stavi》, dichiarò, ignorandomi.
Mi strinsi nelle spalle e la fronteggiai, simulando una calma che non mi apparteneva. 《Sto bene》, sorrisi finta.
《Vivienne》, mi richiamò,  《siediti per favore.》
Senza troppi preamboli si accomodò su uno sgabello aspettando che la imitassi.
《No》, rifiutai gentilmente. Non mi avrebbe detto niente di buono, lo sentivo, quindi volevo evitare giri di parole.
Ero certa che Karen mi adorasse ma non ero mai stata uno stinco di santo, nessuna madre mi avrebbe voluto a fornicare col figlio.
Sospirò mentre le rughette attorno agli occhi erano messe in evidenza dalle sopracciglia aggrottate.
《Lo so》, esalò.
《Eh?》 Chiesi davvero confusa.
《Cosa è avvenuto il giorno del suo matrimonio》, spiegò, 《lo so.》
Non volava neanche una mosca, il tempo sembrava essersi fermato, sentivo solo il cuore battere forsennato e la nausea alla bocca dello stomaco.
Mi ha tradita!
Che stronzo! Perché non era stato capace di tenere la bocca chiusa, che bisogno c'era che sua madre ne fosse a conoscenza?
《Okay》, farfugliai.
Distolsi gli occhi dai suoi, troppo attenti, e mi versai una tazza di caffè,  anche se lo avrei preferito corretto.
《Vivienne》, riprovò.
《È stato due anni fa》, mi difesi.
《Quel giorno lo hai sconvolto.》
Feci una risata sarcastica. 《Mi prendi per il culo?》 Sbottai. Adesso non mi fermava più nessuno. 《Io ho visto l'uomo che amavo sposare un'altra ed era lui a essere sconvolto?》
《Ma-》
《Nessun ma, cazzo!》
E poco importò che mi fossi tramutata in uno scaricatore di porto e che lei fosse Karen, la donna che mi aveva insegnato ad avere una parvenza di femminilità. Comunque, non si sarebbe scandalizzata.
《È tuo figlio, vuoi proteggerlo e ti rispetto per questo, ma non venirmi a dire cazzate!》
《Capisco-》
《No!》 La interruppi ancora. 《Non lo comprendi e mai lo farai, Karen.》
《Vuoi rilassarti?》 Domandò pacata.
Sbuffai raccogliendo i capelli in una coda alta. Il mio buon umore era andato alle ortiche e se non fosse stato che era lei, l'avrei mandata a quel paese.
《Non capisco perché hai tirato fuori questa storia.》
《Tu e Harry passate molto tempo insieme》, affermò.
《E con questo? Siamo amici!》
《Vi conosco come se foste entrambi i miei figli.》
《Karen》, sospirai.
《Sei una brava ragazza, Viv.》
Ecco la coltellata è in arrivo.
《Non sai quanto mi dispiace per ciò che hai dovuto passare.》
Oh Dio, la carta della compassione.
《Per cui, per favore, non essere tu a dirmi cazzate》, mi perforò con un'occhiata. 《Non so cosa c'è tra voi due, ma questa non è amicizia.》
Sgranai gli occhi come se fosse matta.
Okay, forse non eravamo amici ma perché farne una questione di Stato?
Eravamo giovani, responsabili, avremmo anche potuto cedere alla tentazione - cosa che non sarebbe accaduta - ma riguardava solo me è Harry. Nessun'altro.
《Io lo noto come vi guardate.》
Mi trattenni dall'emettere un verso di frustrazione. 《Karen, apprezzo il tuo interessamento》, mentii.
《Non andate bene l'uno per l'altro!》
Altro che coltellata... la sua fu una carneficina. Cazzo! Non era per niente bello, avrei voluto piangere come una poppante e pestare i piedi per terra.
《Non prenderla sul personale, Viv》, implorò contrita. Il suo viso non esprimeva nessuna cattiveria, solo sincerità e apprensione. Cosa avrei dovuto fare?
《Un po' difficile, non credi?》 Replicai acida.
Si alzò superando il bancone.《Ti voglio bene, non dubitarne mai》, precisò.
E allora perché mi fai questo?
Mi accarezzò la guancia con fare materno. 《Sembrate due ragazzini quando siete insieme》, non lo disse per denigrarci, nella sua visione delle cose era una cosa tenera. 《Avete questo modo di cercarvi per poi trovarvi con gli occhi, Viv.》
Sentii un nodo allo stomaco e la gola bruciare. 《Stai travisando》, balbettai.
《Ho una certa età, certe cose so riconoscerle》, rise cupa.
《Allora perché non andremmo bene?》 La sfidai con un pizzico di rabbia. Probabilmente ero immatura ma finché, io credevo che fossimo incompatibili mi andava bene, se lo pensava qualunque altro, mi giravano le scatole.
《Sareste una bomba a orologeria. Il divorzio lo ha sfiancato e tu hai vissuto qualcosa di orribile.》
Mi risistemò la bretella del vestito che suo figlio aveva fatto scivolare sulla spalla, ero certa che si fosse accorta dei morsi incisi sul collo e stranamente - nonostante il suo discorso - un dolce sorriso le abbelliva il viso.
《Vi state appigliando l'uno all'altro e non è una buona idea, presto o tardi te ne andrai e io dovrò assistere mentre mio figlio finge di star bene.》
Povero piccolo Harry... pff!
Sì eravamo intimi ma, quando avrei lasciato Blacksburg, Harry non si sarebbe ucciso, non gli avrei spezzato il cuore.
Che male c'era ad aggrapparsi a qualcuno o qualcosa per evitare di pensare? Si comportava come se ci fossimo giurati amore. Io, di amore, non ne avevo più.
Per lui non ne ho.
《Devo fare la doccia.》
E la lasciai li mentre sbattevo con forza la porta del bagno.
Vaffanculo!

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