Non avrei mai pensato che
saresti stato tu a tenere il mio cuore
Sei arrivato e mi hai messo a terra sin dal principioMetti le tue braccia intorno a me
E credo che sarà più facile per te lasciarmi andare
Metti le tue braccia intorno a me e mi sentirò a casaQuante volte mi farai cambiare idea e mi farai voltare?
Non riesco a decidere se mi salverai la vita o se affogheròSpero che tu riesca a vedere attraverso i miei muri
Spero che tu mi prenda perché sto già cadendo
Non lascerò mai che il nostro amore diventi così intimo
Metti le tue braccia intorno a me e mi sentirò a casaIl mondo mi sta cadendo addosso
e non riesco a trovare una ragione per cui tu dovresti amarmi
Non vorrei lasciarti mai ma
non posso farti sanguinare se sono solaMetti le tue braccia intorno a me
E credo che sarà più facile per te lasciarmi andare
Metti le tue braccia intorno a me e mi sentirò a casaSpero che tu riesca a vedere attraverso i miei muri
Spero che tu mi prenda perché sto già cadendo
Non lascerò mai che il nostro amore diventi così intimo
Metti le tue braccia intorno a me e mi sentirò a casa
Metti le tue braccia intorno a me e mi sentirò a casaArms- Christina Perri
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Non sapevo cosa mi fosse successo durante le ultime notti, le avevo passate a guardare il soffitto scrostato della mia stanza da letto e nel buio, ebbi l'illuminazione: non volevo tornare a Rhode Island, ormai lo consideravo un capitolo chiuso. Questo non significava che mi sarei confinata a Blacksburg, solo che la Brown non faceva più per me. Fine della storia. Così avevo fatto le dovute ricerche e adesso eccomi qui, di fronte alla cassetta postale di uno sperduto paese di campagna, a supplicare ogni Entità che governava il mondo affinché per la prima volta dopo mesi le cose andassero per il verso giusto.
Baciai la busta per la centesima volta, ero agitata e avevo le mani così sudate da sembrare che le avessi inzuppate in una bacinella d'acqua.
Ti prego.
Presi un respiro profondo e la imbucai.
Voglio una nuova vita, ricominciare.///
Okay, dovevo decidermi, glielo dicevo o no? Nel dubbio affondai i denti nella ciambella, le calorie aiutavano quando c'era questo tipo di questioni. Lo osservai con la coda dell'occhio.
Perché non smette?
Inspirai ed espirai e infine mi schiarii la voce. 《Ehm... Harry?》 Lo richiamai, tesa.
《Sì?》 Rispose, bevendo il suo caffè. Erano appena le otto del mattino e lui era arrivato con la solita colazione.
《Mi stai fissando》, gli feci notare, a disagio.
Credevo che avrebbe negato, invece le sue labbra s'incurvarono dolcemente all'insù. Come cavolo riusciva a essere così abbagliante? Non era da tutti. Mi sentii dannatamente privilegiata a esserne l'artefice di quell'espressione.
《Sì》, confermò, sinceramente. Trattenni il fiato per la fitta che mi colpì allo stomaco. Perché doveva comportarsi in questo modo? Deglutii forzatamente posando il dolce sul piatto. 《Perché?》 Pigolai, intimorita. Non avevo niente che non andasse, indossavo degli orribili pantaloni di pigiama azzurri con fantasia scozzese e una maglia a maniche corte dei Green Day. Forse avevo i capelli sparati in tutte le direzioni, ma non c'era bisogno che mi guardasse così. M'imbarazzava Santo Dio!
《Ti sei sporcata di glassa rosa》, spiegò, divertito.
Ah, solo per questo!
《Dove?》 Chiesi, cercando di pulirmi alla bell'è meglio la bocca. Harry poggiò la mano sotto il mento, quel dannato sorrisino impresso sul viso, sembrava il ritratto della pace.
《Guancia destra.》
Ridacchiai a disagio. Com'ero arrivata a sporcarmi la guancia? Scossi il capo e riuscii a ripulirmi la glassa col pollice che finì dritto nella mia bocca.
《Viv?》
Alzai lo sguardo con ancora il dito tra le labbra, mi sentii arrossire. Era concentrato sui miei movimenti.
《Che... che cosa c'è?》
《Sei bella...》
Sgranai gli occhi e per poco la mia mascella non sbatté contro il ripiano del bancone.
Sei bella.
Perché? Non ero stupida, sapevo di esserlo, non avevo quel tipo di bellezza prorompente, ma ero consapevole del mio aspetto.
Pronunciate da qualsiasi persona, queste due parole mi erano sempre sembrate inconsistenti, prive di significato, eppure adesso - dopo aver passato anni sperando che lui se ne accorgesse -avevo la sensazione di essere solo un guscio, avvenente sì, ma solo un involucro. Dentro, nel profondo, mi sentivo terra arida.
Essere attraente mi aveva causato tanti di quei problemi. Alla Brown quando rivelavo di studiare Criminologia e che ero tra i più bravi del mio corso, le persone rimanevano di stucco, forse per lo stupido cliché che chi era fisicamente piacente non potesse essere anche intelligente e viceversa, ero sempre stata considerata solamente un bel corpo e ora mi faceva incazzare, come se non avessi altre qualità; avevo addirittura attirato l'attenzione di un pazzo omicida. Solo perché ero bella. Non lo accettavo, non da lui, anche se una parte irrazionale ne era lusingata.
Abbassai la testa. 《Okay》
《Vivienne》, sussurrò, notando il mio cambio d'umore.
Sono un po' come una bambolina, Harry, carina all'esterno e vuota all'interno, non te ne rendi conti?
Quanto ero stupida! Mi alzai in piedi e bevvi il mio ultimo sorso di caffè.
Sospirai. 《Va tutto bene.》
《No invece!》 Aggirò il bancale e mi raggiunse vicino al lavabo.
《Harry!》 Lo avvertii, nervosa. Era gentile ma non sopportavo che non rispettasse i miei spazi. M'ignorò e mi agitò ancor di più.
《Perché sei arrabbiata?》
Non comprenderesti.
《Non lo sono!》
《Per favore...》 Supplicò. Lentamente, intrecciò il mignolo della sua mano al mio. Harry! Lui era lì, con i suoi occhioni da cucciolo e le dita fredde e zeppe di anelli. E stava pregando me.
《Non ripetere che sono bella.》
Aggrottò le sopracciglia, lo avevo confuso.
《Ma lo sei》, dichiarò, stranito e un po' m'intenerì. Sbuffai stanca.
《Non dirlo come se fossi solo questo.》
《Non capisco.》
Come volevasi dimostrare.
Alzai gli occhi al cielo e misi fine al nostro contatto.
《Tutti! Tutti non fate che ripetere che sono carina, come se questo fosse tutto ciò che mi determinasse. Mi sono stufata!》
Migliaia di ragazze non fanno che sentirsi brutte e poi ci sono io infuriata per l'esatto opposto.
Harry sorrise dolcemente e avrei tanto voluto prenderlo a calci.
《Pensi che per me, tu sia bella e basta?》 Domandò, incredulo. Scosse il capo e ridusse la distanza che ci separava. Faccia a faccia. In confronto a me era mostruosamente alto e dovette chinare il capo. Impietrii per quell'iniziativa.
《Non spaventarti》, mi rassicurò.
Non è facile.
《Sei brillante》, bisbigliò, poco dopo al mio orecchio. Il respiro mi si affannò e strinsi i pugni. Dovevo decifrare se quell'eccessiva vicinanza fosse piacevole o mi seccasse.
《Sagace...》 Continuò, facendomi rabbrividire. 《Divertente...》
Ero stata con tanti ragazzi e nessuno di loro aveva mai detto qualcosa di simile. Chiusi gli occhi sentendoli lucidi e mi appoggiai contro il piano della cucina. La sua voce si fece profonda. 《Sarcastica, coraggiosa e il tuo sorriso Viv...》
《Harry.》 Desideravo spingerlo via e nel frattempo legarlo a me.
《Vorrei con tutto me stesso che tu fossi solo bella, perché-》
《Ragazzi?》
Mi risvegliai di colpo e Harry scattò indietro in tempi record.
Wow, veloce!
Poco dopo papà comparve sulla soglia della cucina, col suo completo da lavoro e sorridente. Ero ancora intenta a riflettere sulla reazione di Harry. Quella lista ridicola e poi era fuggito via quando Richard era sbucato!
In modo involontario poggiai una mano contro il petto come se stessi cercando di alleviare un qualche tipo di dolore. Solo... Avevo l'impressione che il cuore mi si fosse rimpicciolito, un minuto prima sembrava batteva forsennato e adesso nulla. Razionalmente sapevo che aveva fatto bene, papà non avrebbe reagito con calma a vederci così intimi; per quanto fosse di larghe vedute, era pur sempre protettivo, specie dopo ciò che mi era accaduto, e scorgere Harry - suo figlioccio e l'unico uomo da cui credeva di non dovermi tutelare - attaccato al mio corpo, sarebbe stato un guaio.
《Ehi!》 Dissi, raggiante. Mi sentivo parecchio accaldata e se mi fossi specchiata, avrei scoperto il mio viso di un rosso acceso e di sicuro non per l'imbarazzo.
Mi scompigliò i capelli per poi baciarmi la fronte e posare un cioccolatino sulla mia mano.
Cocca di papà!
Ripeteva che sarei rimasta per sempre una bambina ai suoi occhi ed io ne approfittavo alla grande. La mania dei miei coetanei a fingersi adulti, non la concepivo. Io ero onesta, adoravo il modo in cui mi viziava mio papà.
《Buongiorno piccolina.》
Poi salutò Harry.
《Ho una sorpresa per voi》, ci informò, contento.
《Cioè?》 Chiesi cauta.
《Sorpresa!》 Gridò una donna, saltando fuori. Rimasi sbalordita.
《Karen!》
《Mamma!》 Fu la volta di Harry.
Oh mio Dio!
Corse ad abbracciare suo figlio, se lo mangiò di baci. Ora che ci facevo caso anche il volto di Harry appariva arrossato.
《Che ci fai qui? Credevo tornassi il prossimo mese.》
《Tua zia sta molto meglio. Ero andata alla locanda pensando di trovarti lì, ma ho incontrato Richard che mi ha spiegato un po' di cose.》
Appena lasciò il figlio, rivolse la sua attenzione a me. Karen Styles era la donna più dolce che avessi mai conosciuto. Con i suoi capelli corti e ricci e gli occhi verdi, era la versione femminile di Harry, solo con qualche anno in più. La adoravo! Da ragazzina avevo provato ad accoppiarla con Richard, ma non ci riuscii, erano troppo amici e lei legata al ricordo di suo marito. Nonostante il tempo io continuavo a considerarli carini insieme e poi, non credevo molto nell'amicizia tra uomo e donna.
Si portò le mani sulle guance.
《Santo Cielo! Sei una meraviglia!》 Squittì. I suoi occhi erano troppo lucidi perché fossero solamente commossi, papà doveva averla informata.
《Sembra passata una vita》, farfugliai, emozionata. Le andai incontro e avvolsi le braccia attorno al suo busto. Sciupò anche me a furia di accarezzarmi la faccia e baciarmi.
《Quanto sei cresciuta!》
Ridacchiai. Che dovevo dire?
《Sedetevi, il caffè è ancora caldo.》
Si accomodarono sugli sgabelli e porsi loro delle tazze piene. Karen seguì le mie azioni con gli occhi brillanti.
《Richard! Tua figlia è uno splendore.》
Okay, erano passati due anni, ma non ero cambiata di una virgola, non fisicamente, forse i miei capelli erano più lunghi per il resto somigliavo ancora a una diciottenne squinternata.
《Lo so》, l'assecondò papà.
Basta adesso!
《Mi sei mancata talmente tanto, tu eri l'unica a mangiare i miei dolcetti al limone. Oh... te li preparerò appena vado a casa.》
Harry alzò gli occhi al cielo e papà rise.
《Non c'è bisogno Karen》, assicurai, divertita.
Agitò la mano come se stesse scacciando una zanzara e sbuffo.
《Non dire sciocchezze tesoro. Sarà un piacere.》
《Mamma, lasciala respirare!》
Karen non era il tipo di donna che s'intimoriva facilmente, perciò mise a tacere anche lui. Adorabile!
《Tuo padre mi ha detto che Harry ti sta aiutando.》
Che diamine è questo tono sdolcinato?
Annuii sorridente. 《In realtà fa la maggior parte del lavoro, lo sto schiavizzando.》
Karen ridacchiò, allungò un braccio e mi mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
《Fai bene》, mormorò, ammiccando. Mi trattenni dal chiederle di allontanarsi, arricciai le labbra stranita e fissai Harry con un'espressione interrogativa. Lui si limitò a scrollare le spalle.
《Ehm... ha sistemato il tetto, le assi del parquet, le finestre》, continuai, interdetta.
《Harry è sempre stato bravo in queste cose》, disse, contenta. 《E' migliorato parecchio questo posto, mi piacciono le pareti arancioni. L'ultima volta che l'ho visitato era un disastro. Tuo padre, anche se non lo ammetterà mai, è felice di quello che stai facendo, in fin dei conti porti un po' di vita nella casa in cui è cresciuto.》
Richard deviò il mio sguardo, come se non fosse stato nominato.
《Bé... È anche dispiaciuto che tu sia impegnata. In questi anni è quasi impazzito ad averti così distante, se potesse, ti terrebbe sempre con lui. Come dargli torto? Sei un tale splendore.》
《Karen basta!》 Esclamò Richard.
《Non fare l'uomo tutto di un pezzo》, brontolò lei. Risi allegra. Papà si stava imbarazzando. Lo raggiunsi alle spalle e gli baciai una tempia. In famiglia eravamo espansivi, ma non spesso ci dicevamo di volerci bene, forse perché era palese. Da bambina non facevo che ripetere che l'unico uomo della mia vita era lui.
Intercettai gli occhi di Harry, la sua espressione dolce mi fece tremare. Una volta adolescente, ero sicura con tutta me stessa che sarei invecchiata con lui.
Ero una tale romantica!
L'amore, quello vero, non era per tutti.
Non per me, non più.
Mi ero innamorata solo una volta e mi era bastata.

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Fil rouge |h.s|
Fanfiction"Ogni persona porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega alla propria anima gemella" Come lo dimentichi l'amore della tua vita? Viv è tornata a Blacksburg e fa ancora parlare di sé. Eppure...