Fifth Year: Unexpected Relationships

51 10 9
                                    

-Regulus, hai un minuto?- 

Il diretto interessato alzò lo sguardo dal libro di pozioni ed incontrò gli occhi castani di Ginny Weasley. Avrebbe mentito se avesse detto che non aveva notato la sua presenza appena entrata nella Biblioteca. Avrebbe mentito se avesse detto che non l’aveva seguita con lo sguardo e lo aveva abbassato solo quando lei lo aveva individuato. Avrebbe mentito se  avesse detto che non faceva così ogni volta che la rossa entrava in una stanza.  

-Starei cercando di studiare. Sai tra poco ho i G.U.F.O. - disse lui fingendosi disinvolto. 

-Avrei bisogno di parlarti… Tra un’ora al campo da Quidditch? Porta la scopa. Grazie!- 

Le avrebbe voluto rispondere che non poteva, che gli esami erano alle porte e che doveva necessariamente prendere una E in pozioni se voleva rimanere in quella classe l’anno seguente, ma lei era corsa via felice. E chi era lui per richiamarla e rovinare quella felicità? La minore dei Weasley ne aveva bisogno, soprattutto dopo che suo padre era quasi morto quell’anno. 

Ginny aveva bisogno di essere… Ginny. L’esuberante, la divertente, l’intelligente, l’intraprendente, la bellissima Ginny. 

Un suo sorriso gli mandava in tilt il cervello, un suo complimento lo faceva arrossire, un’ora con lei gli migliorava la giornata e… scacciò quei pensieri dalla testa. Era la sua migliore amica. Non poteva avere una cotta per la sua migliore amica. Era fuori discussione. 

Capito che sarebbe stato impossibile finire il paragrafo senza pensare a quei sentimenti così contrastanti nella sua mente, si alzò dal tavolo e si diresse verso la Torre di Grifondoro. 

Si cambiò, indossò la divisa di Quidditch, prese la Firebolt e, ignorando le domande dei compagni di dormitorio, uscì di corsa. 

In dieci minuti fu al campo. 

Aveva più di mezz’ora tutta per sé. Lui, la sua scopa e un intero campo da Quidditch. 

Salì sulla scopa e si buttò in balia del vento. 

L’elastico, che avrebbe dovuto reggere i capelli corvini in una coda bassa, volò via (“maledetti elastici babbani” pensò tra sé e sé) e le ciocche lisce furono completamente libere. Anche se alcune gli coprirono il viso, continuò a volare tranquillamente. 

E per tranquillamente intendeva ad una velocità capace di fargli dimenticare tutto. Suo padre ancora chiuso a Grimmauld Place, i sentimenti per Ginny, i G.U.F.O. imminenti, l’odio per la Umbridge e i commenti dei compagni di scuola che, sì, si erano placati, ma che non erano mai smessi. 

-Rallenta pazzo di un Lupin! Sul curriculum non voglio scrivere che il mio migliore amico è morto schiantandosi a tutta velocità contro una torre di Hogwarts!- urlò una voce, che a Regulus arrivò poco più forte di un sussurro.

Abbassò lo sguardo verso il campo e vide una Ginny sorridente in divisa. 

Le fece segno di raggiungerlo. 

Lei aprì il baule delle palle da gioco e prese la pluffa, sotto lo sguardo curioso di Regulus, e montò sulla scopa. 

In pochi secondi fu di fronte a lui. 

-Non ti servirebbe il boccino per allenarti?- le chiese. 

-Ora sostituisco Harry, ma tornerà. Voglio entrare in squadra l’anno prossimo al posto della Johnson. Lo sai- spiegò lei. 

-Quindi ti sei decisa a chiedere l’aiuto del migliore cacciatore della squadra per allenarti e portarti al livello della Bell- constatò sarcasticamente il Grifondoro. 

Night's son || An Harry Potter NovelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora