T.W.= depressione, alcolismo, menzioni di auto-lesionismo e di tentato suicidio.
In generale è un capitolo piuttosto pesante, e non contiene cose fondamentali per la trama, perciò se non vi sentite già troppo bene di vostro vi consiglio di saltarlo. Siate gentili con voi stessi <3
Remus era distrutto, e non sapeva come gestirla.
Mise giù il telefono quasi sollevato. Era contento che il figlio avesse trovato un modo per far fronte al dolore, e nonostante non volesse ammetterlo neanche a sé stesso, era contento non dipendesse da lui.
Regulus era una persona fortissima e estremamente intelligente, e Remus lo sapeva, e se aveva deciso di andare dai suoi amici voleva dire che quella era la scelta migliore per lui, il suo modo di far fronte al dolore.
Remus invece un modo per far fronte al dolore non lo aveva più.
Era perso. Di nuovo.
Era solo. Di nuovo.
Conosceva già queste sensazioni. Non erano estranee. Non erano sconosciute. Ma aveva sperato per tanto tempo che primo o poi lo sarebbero diventate.
E invece erano tornate a fargli visita.
La stretta allo stomaco che minacciava di farlo rimettere da un momento all'altro, in netta contrapposizione col vuoto del petto.
Di nuovo gli ritornò alla mente come mai aveva sempre trovata molto azzeccata l’espressione “dolore”.
Perchè quando si sta così male il dolore non si limita ad essere mentale.
La morsa allo stomaco, il dolore alla gola delle lacrime versate e di quelle che non si riesce più a versare.
Il vuoto.
Sperava di dimenticarsi quanto potesse fare male il vuoto, ma a quanto pare non poteva.
Ed era fin troppo familiare anche con la sensazione che piano piano andava sostituendo il dolore, in un disperato tentativo di provare qualcosa di diverso.
La rabbia.
Aveva passato anni arrabbiato con l’uomo che aveva amato. Poi quell’uomo era tornato e finalmente la rabbia era scomparsa. E adesso l’uomo se n’era andato per sempre, e la rabbia non tornata solo per ricordargli tutti gli anni sprecati, ma anche per ricordargli gli anni a venire che gli erano stati rubati.
E almeno l'ultima volta c’era qualcuno con cui essere arrabbiato, anche se era la persona sbagliata. Stavolta invece poteva essere arrabbiato con la persona giusta, eppure la sua collera era indirizzata verso qualcosa di più grande.
Verso la guerra.
Verso l’universo.
Verso il tempo.
E anche il fatto che Codaliscia diventasse insignificante a confronto di tutto il resto lo faceva stare male.
E poi si chiedeva se magari era colpa della licantropia se era capace di sperimentare ogni sentimento così pienamente. E quindi se quando stava male provava dolore puro.
E quindi si incazzava anche con la licantropia.
Eppure credeva di essere migliorato.
Aveva imparato a controllare le trasformazioni. perchè non anche le emozioni?
Ma quella era la sua vita, no?
Costretto ad avere per sempre un mostro interiore, che fosse il lupo o la depressione.
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Night's son || An Harry Potter Novel
Fanfic"La notte era come una madre affettuosa che lo lasciava dormire tra le sue braccia ogni volta che il mondo sembrava troppo stretto" tratto dal quarto capitolo. Tutti noi conosciamo e amiamo la storia del prescelto, del re dei grifondoro e della str...