"Resta con me, Swan".
Quel sussurro basso e rauco nasceva sulla bocca di Raven e si scolpiva direttamente sulla sua pelle. Lui stava incidendo quei suoni con le labbra su ogni centimetro che accarezzava, mentre scendeva dall'orlo di pizzo del reggiseno giù verso la curva liscia del suo ventre.
"Resta con me per sempre".
Swan chiuse gli occhi, lasciandosi assalire dall'onda di piacere che gli trasmettevano il suo tocco e la sua voce, senza nemmeno tentare di difendersi. Ogni cosa che Raven faceva sul suo corpo le faceva girare la testa. Giorno dopo giorno si era lasciata affondare in quella spirale di emozioni e di sensazioni che ormai avevano trasformato le sue giornate in una continua corsa sulle montagne russe.
Pensava a Raven quando non era con lui, sospirava quando non la toccava e soffriva quando, di fronte agli altri occupanti della casa, continuava a mantenere il suo atteggiamento freddo e vagamente ironico. Solo per sciogliersi tra le sue braccia quando lui l'afferrava di nascosto dietro una porta o la inchiodava frettolosamente su qualche divano per un bacio rubato.
Che il Secondo Maestro fosse al corrente della loro relazione, infatti, non significava che fossero autorizzati ad andare in giro a sbaciucchiarsi a loro piacimento. Erano pur sempre i Custodi, e vivevano a Fulham per quello scopo. Era una sorta di tacito accordo, quel legame di cui tutti erano più o meno al corrente, ma che ufficialmente non andava mai menzionato. Così avevano imparato presto a trovare inebrianti quei momenti in cui il pericolo di essere visti diventava una parte essenziale dell'eccitazione. Ma se per Raven quello era solo un gioco in più, per Swan si trattava di una paura reale. Non sarebbe riuscita a sopravvivere all'imbarazzo se si fossero trovati di fronte Eagle. Essere al corrente di una situazione non equivaleva a scontrarsi faccia a faccia con le sue implicazioni reali e, quando si trovavano insieme, si sforzavano di comportarsi tutti e quattro come avevano sempre fatto, come se tra lei e Raven non ci fosse nulla di diverso dal solito.
Fortuna che quelle occasioni stavano diventando sempre più rare.
Fortuna? Chissà...
Perché Eagle, negli ultimi tempi era diventato l'uomo degli eterni no. No, non aveva tempo per aiutarli, non aveva tempo per ascoltarli, non aveva tempo da passare con loro. Se non fossero stati praticamente obbligati a muoversi all'interno dello stesso raggio d'azione e a essere reperibili in qualsiasi momento, si sarebbe potuto dire che Eagle era poco più di un fantasma. A eccezione di Phoenix, nessuno sapeva mai con precisione dove fosse e cosa facesse. Un atteggiamento che mandava Raven su tutte le furie, costantemente, perché "lo sai benissimo che dobbiamo sempre sapere dove si trova ognuno di noi in ogni momento!".
Era quella l'unica ombra sul cuore di Swan, la sola crepa che rovinava la perfezione della sua storia con Raven, che rendeva agrodolci quei momenti che altrimenti sarebbero stati di assoluta delizia. Perché amava Raven ogni minuto di più, ma la reazione di Eagle e l'aspro confronto con Phoenix, settimane prima, avevano instillato in lei un dubbio profondo.
"Perché devi sempre farti in testa dei film assurdi?", aveva commentato Raven quando avevano discusso insieme subito dopo quel pomeriggio burrascoso. "Eagle si è arrabbiato perché l'ho provocato, perché ci sono andato giù un po' troppo pesante, non certo per colpa tua. Ha detto chiaramente che non gli interessi e sai che Eagle è incapace di mentire".
E lei aveva voluto credergli. Aveva deciso che gli avrebbe creduto in qualsiasi circostanza. Le era chiaro che, se solo lui lo avesse voluto, sarebbe riuscito a essere bugiardo senza che lei lo sapesse, quindi non aveva altra scelta se non quella di fidarsi. E Raven, dal canto suo, sembrava voler ripagare quella resa con una dedizione tale che ancora le toglieva il fiato al solo pensarci. Raven, il ragazzo che sfuggiva con abilità a qualsiasi laccio femminile, le aveva giurato di essere suo e in quel momento la stava addirittura pregando di restare con lui per sempre, mentre baciava la sua pelle con la stessa devozione di un prete che sfiora l'ostia consacrata. Naturalmente non con la stessa innocenza, dal momento che le sue labbra erano scese a lambirle l'elastico degli slip e non sembravano intenzionate a fermarsi di fronte a un così misero ostacolo.
Le dita abili e delicate di lui risalirono a disegnare l'interno delle sue cosce tese, contratte da quell'anticipazione di piacere che le attraversava il corpo, assaltato su due fronti da un nemico al quale aveva già deciso di arrendersi, ma non senza condizioni. Perché aveva ancora paura, Swan. Paura di non potere o di non sapere più tornare indietro. Voleva Raven da morire e allo stesso tempo lo temeva. Perché quello che provava era così intenso e dolce che lui avrebbe potuto indifferentemente renderla felice allo stremo o farla a pezzi. Gli sarebbe bastato un solo gesto o una sola parola, perfino un sospiro, per ottenere l'una o l'altra cosa. Così teneva stretto a sé quel momento tanto speciale che desiderava e allontanava allo stesso tempo.
Non aveva ancora fatto l'amore con un ragazzo e, in effetti, le sue brevi storie non avevano mai avuto il tempo di trasformarsi davvero in relazioni serie e stabili. Non ne aveva avuto l'opportunità. Sia per la precarietà della sua realtà che la portava a ritrarsi ogni volta che qualcuno, all'esterno della casa, si mostrava interessato a lei, sia perché - e lo aveva realizzato lucidamente solo negli ultimi tempi - Eagle e Raven erano sempre stati dei fratelli maggiori un po' troppo solerti e possessivi.
Con Raven sarebbe stato diverso. Con Raven sarebbe stato speciale. E sarebbe stato per sempre. Per questo voleva essere sicura, perché quella sarebbe forse stata l'unica scelta interamente sua in quella vita che non le apparteneva.
Affondò le dita tra i capelli corvini di Raven. Con un gesto delicato ma deciso lo obbligò ad abbandonare il suo obiettivo e lo guidò fino a sé, riportandogli il viso di fronte al suo. Lui camuffò una smorfia di frustrazione con un sorriso.
"Swan...", mormorò come in un tenero rimprovero.
Incontrò i suoi occhi chiari che lo stavano scrutando serissimi nella penombra della stanza, come se avessero voluto carpirgli i suoi più profondi segreti, e quello sguardo così intenso sembrò mitigare la sua eccitazione.
"Quando è successo?", chiese lei enigmatica.
Il ragazzo la fissò senza capire.
"Quando è successo cosa?".
"Quando è successo che ti sei innamorato di me?".
Il sorriso di lui, a quella domanda, si distese e si fece più luminoso.
"Mai", rispose tranquillo.
Swan ebbe un sussulto e istintivamente irrigidì le braccia, scostandolo un po' più dal suo corpo. La sua espressione si increspò in una smorfia che mescolava timore e risentimento.
"Mai?".
Gli occhi magnetici di Raven l'accarezzarono piano, in un misto di divertimento e di dolcezza.
"Mi sono accorto di averti sempre voluta", replicò a quel punto con semplicità. "Correvo dietro a ogni ragazza perché pensavo che non avresti mai potuto amare uno come me".
Di fronte a quelle parole, Swan rimase interdetta, incapace di articolare una risposta. Il cuore le stava semplicemente esplodendo. Come la sera a casa di Diane, Raven le si stava mostrando sincero, senza quell'armatura di sarcasmo e indifferenza che si portava sempre addosso.
"Io ti amo, invece", rispose Swan in un soffio.
Lui parve conquistato da quella confessione, fatta così piano come se fosse stato qualcosa di proibito, che nessuno avrebbe mai dovuto ascoltare con orecchie mortali. Le sfiorò la guancia con il dorso della mano e si avvicinò piano alle sue labbra.
"Non preoccuparti, Swan", sussurrò sulla sua bocca. "So distinguere quando vale la pena aspettare, non farò stupidaggini stavolta".
La baciò con delicatezza, lasciandole tutto il tempo per gustarsi quel gesto e le sue parole.
"Un giorno, quando tu vorrai, saremo come gli Amanti celesti della Profezia. Come i versi di quella poesia che abbiamo letto insieme tante volte. E sarà bellissimo".
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SOUNDTRACK:
Inauguriamo l'Estate con questo momento speciale tra Raven e Swan, e le note di Thinking Out Loud di Ed Sheeran 😊
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Opera [Great Work #1]
Fantasy"Ehi, Raven... tu pensi mai a come sarebbe una vita normale?". "Che cosa intendi con normale, Swan?". "Intendo la vita com'è là fuori. Senza addestramenti, senza segreti, senza orari impossibili e regole da rispettare". "Senza mistero e senza bellez...