A volte l'ignoranza può rendere felici. O, almeno, dare l'illusione di una vita senza affanni.
Se avesse giudicato se stesso e gli altri solo dagli scatti che stava scorrendo sul suo nuovissimo smartphone, Phoenix avrebbe visto solo un gruppo di ragazzi affiatati e sorridenti che stavano trascorrendo un week-end fuori dalla città senza nessuno a cui dover rispondere.
Si erano svegliati quando avevano voluto, ovvero quando le ragazze avevano tirato loro addosso dell'acqua fredda, scherzo del quale si erano immediatamente vendicati. Avevano mangiato quando avevano fame, saccheggiando la dispensa piena di dolciumi e patatine, ed erano andati a zonzo per la campagna come se fosse stata una magnifica avventura nella giungla.
Mentre il sole si stava lentamente spegnendo su quel sabato sera, Phoenix rimetteva insieme i pezzi di quella giornata. Si era sdraiato comodamente sulla veranda che guardava a ovest, le scarpe slacciate abbandonate al suo fianco, i pantaloni arrotolati sopra il ginocchio e gli occhi verdi socchiusi, a cercare l'ultimo spasimo di luce.
Diane uscì dalla casa e, senza una parola, si sedette accanto a lui, che subito si scostò per farle spazio al suo fianco. Rimasero in silenzio a guardare il tramonto. Nessuno dei due sentiva il bisogno di interrompere quel momento. L'aria era tiepida e affettuosa, e i pensieri del mondo, di qualunque natura fossero, sembravano più lontani della luna che proprio in quel momento stava facendo la sua apparizione nel cielo.
Dal vialetto centrale che curvava nel giardino, videro arrivare Eagle e Daisy che si tenevano per mano. Istintivamente Phoenix strinse il braccio di Diane, l'avvicinò a sé, le fece il solletico con un filo d'erba e le strappò un sorriso.
"Che avete tanto da ridere, voi due?", chiese Eagle rilassato appena mise piede nella veranda.
"Diane ha avuto un'idea grandiosa per stasera", proclamò Phoenix.
"Andiamo in riva al lago", proseguì la ragazza. "Possiamo accendere un fuoco e accamparci lì a guardare le stelle. Abbiamo marshmallow e birre fredde a volontà".
"È davvero un'idea fantastica, Di", confermò Daisy con un sorriso, dando un'occhiata ad alcuni borsoni che erano stati sistemati sull'impiantito di legno. "Hai pure pensato alle coperte!".
"Certo! Mi piace l'avventura, mica la scomodità".
Caroline venne fuori dalla porta d'ingresso in calzoncini corti, maglietta e Sneakers, e andò loro incontro mentre tentava di arrotolare i lunghi capelli castani per fissarli con un bastoncino di legno.
"Raven e Swan non vengono", comunicò. "Hanno detto che preferiscono restare al cottage".
"Ah, l'amour!", commentò Phoenix sarcastico.
Si levò in piedi e tirò su anche Diane, quindi passò un braccio e poi l'altro attorno alle spalle delle due amiche.
"Andiamo, ragazze!", esclamò imboccando il lungo vialetto. "Sono un mago ad accendere il fuoco".
Eagle, alle sue spalle, tossì come se si stesse strozzando.
"Quando ho gli strumenti giusti tra le mani", completò Phoenix con una risata.
"Lasci tutto il lavoro a me?", gli gridò l'altro, osservano le borse strapiene che ancora attendevano sulla soglia.
Quello rise senza neanche girarsi.
"Io ho due fanciulle a cui badare, Eaglet, tu solo una".
Eagle considerò la mole del carico per un istante.
"Va bene, allora dovremo rinunciare alla birra", esclamò afferrando tutto il resto.
"Smettila di bestemmiare di fronte alle signore, fratello!".
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Opera [Great Work #1]
Fantasy"Ehi, Raven... tu pensi mai a come sarebbe una vita normale?". "Che cosa intendi con normale, Swan?". "Intendo la vita com'è là fuori. Senza addestramenti, senza segreti, senza orari impossibili e regole da rispettare". "Senza mistero e senza bellez...