C A P I T O L O 8🔴:"Non surfo più."

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"Non avevamo detto di essere amici?" Dissi prendendolo delicatamente per il colletto della maglietta.
"Mm si e allora?" Dissi lui facendo sfiorare i nostri nasi.
"E allora gli amici di certo non si guardano così e sicuramente non vanno a letto insieme." Dissi sussurrandogli all'orecchio.

Mise le sue mani sui miei fianchi e il suo sguardo puntò sulle mie labbra.
"Mi stai dicendo che non lo desideri tanto quanto lo desidero io?" Disse lui.
"Forse. Ma prima..." mi avvicinai pericolosamente alle sue labbra ed esse si sfiorarono per poco.

Mi allontanai con un sorrisone sul viso.
"Prima devi prendermi." E così cominciai a correre per tutta la casa.
Lui continuava a rincorrermi finché, con inganno, riuscì a raggiungermi.
Mi mise su una spalla e mi gettò sul divano, posizionandosi poi sul divano.
"Presa." Disse ridendo. Io risi anche, ma dopo un minuto mi fermai e i nostri sguardi si incrociarono.

I miei occhi passavano dai suoi alle sue labbra e viceversa. E lui fece altrettanto.
Andò avanti così per qualche minuto finché io non presi l'iniziativa e lo baciai.

So che è sbagliato, ma è più forte di me. Ogni volta che sono così vicina a lui mi sembra di avere una scarica elettrica mi percorre tutto il corpo.

Continuammo a baciarci ancora per un po', ma era un bacio pieno di passione, dove ci stavamo mettendo tutto il desiderio e lussuria che i nostri corpi avevano addosso.

Mi alzai e mi misi a cavalcioni su di lui.
"Che fai?" Chiese portando una delle sue mani sul mio lato B.
Mi avvicinai al suo orecchio.
"Stasera faccio io." Dissi per poi abbassarmi e inginocchiarmi all'altezza del suo bacino.
Gli slacciai la cintura e poi i pantaloni. Mi aiuto a toglierli e infine anche i boxer.

Mi avvicinai al suo membro con la bocca, ma mantenendo sempre il contatto visivo con Theo.
Gli stuzzicai la punta con la lingua e potevo vedere benissimo negli occhi di Theo l'eccitazione.
Dopodiché il suo pene entrò in pieno contatto con la mia bocca e gli feci il solito lavoretto.

Per tutto il tempo lui buttava la testa all'indietro ed emetteva dei gemiti che erano più simili a ruggiti.
Quando vidi che stava per arrivare al culmine mi fermai e mi passai un dito sulle labbra.

Lui alzò la testa e mi guardò accigliato.
"Cos-? Perché?" Disse passandosi una mano sui capelli.
"Non così in fretta, Lopez. O vuoi che già finisca?" Dissi togliendomi i pantaloni e poi le mutandine.

Lui non rispose, si limitò a seguire con lo sguardo ogni mia azione.
Stavo per togliere anche la sua maglietta che portavo ancora addosso, ma lui mi fermò subito.
"No, quella spetta a me toglierla."

Io sorrisi e mi misi nuovamente a cavalcioni su di lui.
Lui alzò le mie braccia e sfilò delicatamente la maglietta per poi gettarlo chissà dove.

Cominciò a sussurarmi cose poco carine all'orecchio per poi leccarne il lobo, con la lingua stessa mi lasciò una scia sul collo e poi sul letto per poi passare al seno. Io chiusi gli occhi per l'eccitazione.

"L-lopez... Ho detto che la situazione è in mano mia, quindi smettila." Dissi prendendogli i polsi.
Lui mise le mani dietro la testa.
"Okay, allora vediamo cosa sai fare."

Io gli lanciai un sorriso di sfida, per poi prendere il suo membro e inserirlo all'interno del mio.
Presa dall'eccitazione, cominciai subito con spinte pesanti, che aumentavano sempre di più grazie anche al fatto che Theo mi aiutava mettendo le mani sotto il mio lato B.

Nel salotto rimbombavano i nostri gemiti e i nostri cuori che battevano all'impazzata.
"Sei bellissima." Disse Theo con il respiro affannato.
Io gli sorrisi e mi fiondai nuovamente sulle sue labbra.

Continuammo così per un po' finché entrambi non arrivammo al culmine.
Stanca e con le gambe un po' indolenzite, mi accasciai accanto a Theo e lui mi fece segno di appoggiarmi alla sua spalla e infatti così feci.

Restammo in silenzio per un po', finché io non mi voltai per guardarlo ma tenendo sempre la testa appoggiata al suo petto.
"Hey, invece tu non mi hai mai parlato dei tuoi genitori." Dissi io.
"Si, non mi piace molto parlare di loro..." disse lui con tono seccato.
"E perché mai? Dai su, io ti ho parlato dei miei." Dissi dandogli un colpetto sul petto.

"Non ho un buon rapporto con mio padre. Ha sempre guardato la mia vita come se fosse la sua, la organizzò fino ai miei 20 anni. Ma a me non stava bene. Io voglio andare al college, divertirmi, essere adolescente e avere al mio fianco una ragazza che amo davvero. Lui invece voleva che dopo le superiori abbandonassi la scuola per poter cominciare ad occuparmi degli affari di famiglia, mi combinò un matrimonio con una ragazza che non ho mai visto in vita mia. Cosi mi ha imposto un'ultimatum. O resto con lui alle sue condizioni o sarei dovuto andare via e cavarmela da solo. Ho scelto la seconda ovviamente. Ma a me va bene così, finalmente non ho nessuno che mi sta costantemente con il fiato sul collo."

Quando ebbe finito di parlare mi guardò e mi sorrise e io lo feci anche. Vedevo un po' di tristezza nei suoi occhi parlandomi di suo padre, ma non volevo dire nulla di più.

"E tua madre? Non ha fatto niente per rimettere in riga tuo padre?"
"Mia madre è morta quando avevo 9 anni. È morta di cancro." Disse con un velo di tristezza negli occhi.

Mi sentii subito in colpa avendogli chiesto dei suoi genitori, soprattutto della madre.
"Oh, io-mi dispiace non lo sapevo."
Lui mi sorrise caldamente.
"Sta tranquilla." Disse appoggiando poi una mano sul mio fianco.
Decisi di non riprendere più il discorso, posso capire quanto possa far male parlare di queste cose. In fondo io e lui abbiamo delle situazioni molto simili.

"Quindi? Me lo farai fare quel giro in macchina?" Chiesi solleticandogli delicatamente un pettorale.
"Mm, si ma ad una condizione." Disse lui.
Mi girai per guardarlo.
"Quale?"

"Io ti farò portare la mia auto, ma tu in cambio mi insegni a surfare." Disse sorridendo.
Io mi girai di scatto distogliendomi i nostri sguardi.
"No, Theo non posso. Non surfo più da quando mio padre se n'è andato."

"E perché mai?" Disse alzandosi il petto così da far alzare la testa anche a me e guardarmi negli occhi.
"Perché mi ricorda troppo lui." Dissi abbassando lo sguardo.

Nei suoi occhi vedevo un po' di tristezza ogni volta che gli parlavo di mio padre, come se si sentiva in colpa. Ma non riuscivo a capire il perché.

"E non è un bene?" Disse lui. Io lo guardai negli occhi e lui riprese a parlare.
"Sai cosa facevamo io e mia madre?
Ogni anno, la sera di Halloween, ci buttavamo sul divano e guardavamo una maratona di film horror. Io lo faccio ancora, nonostante lei non ci sia più con me, ma questo me la fa sentire sempre molto vicina. Con questo voglio dire che non dovresti rinunciare al surf, o al volley o a qualsiasi cosa tu abbia fatto con tuo padre. Dovresti tenere vivo il suo ricordo e ricordare i bei momenti passati insieme a lui. Fidati, sarà un po' come se non fosse mai andato via." Mi sorrise per tutto il tempo.

Gli misi una mano sulla guancia e gli baciai le labbra delicatamente. Era la prima volta che lo facevo. In due volte che siamo finiti a letto non ci siamo mai baciati se non durante il sesso, ma quelle parole mi avevano colpito fino in fondo.

Lui mi capisce perfettamente, riesce a guardare nel profondo della mia anima e ha sempre la parola giusta da dire.

Lo guardai per un po', senza rendermi conto del fatto che anche lui lo stava facendo. Senza rendermi conto del fatto che di li a poche settimane mi sarei innamorata perdutamente di quel ragazzo. Senza rendermi conto del fatto che di li a poche settimane, lo stesso ragazzo, mi avrebbe spezzato il cuore e si sarebbe rivelato un mostro per me.

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