Allucinazioni...decisamente

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Draco's pov

La prima cosa che vidi quando riaprii gli occhi fu il nero, il buio.
Mi trovavo ad Hogwarts ed era notte. Per un attimo mi chiesi che cosa ci facevo lì. Io ero scappato da Hogwarts,  dall'Inghilterra, quello doveva essere l'ultimo posto in cui mi sarei dovuto trovare.

Eppure ero lì, su un posto che odiavo, su quella stramaledetta torre dove il mio incubo era cominciato, dove la mia condanna era iniziata.
Dove Albus Silente era morto, ucciso dal professor Piton per proteggermi, per non farmi diventare un assassino.

- Uccidila Malfoy - disse la voce che riconobbi come quella di mia zia, la sorella di mia madre, quella che doveva essere morta.

Mi voltai, terrorizzato all'idea che Bellatrix fosse davvero lí. Ma a piegarmi in due non fu tanto il fatto che mia zia era davvero lì ma la presenza della ragazza che teneva intrappolata tra le sue braccia, mentre le puntava la bacchetta alla tempia.

- Che stai facendo? - chiesi facendo un passo avanti.

- O povero piccolo, non dirmi che hai un debole per questa sciocca Mezzosangue - mi scherní.

Hermione Granger mi fissava con i suoi enormi occhi castani, il viso graffiato e i capelli scompigliati.
Era terrorizzata eppure mi guardava come se nutrisse speranza in me.
In me, il suo aguzzino, quello che avrebbe potuto ucciderla seduta stante.

Perché? Per quale razza di motivo?

- Io...-

Non sapevo che fare o che dire.
Se non facevo quello che Bellatrix mi ordinava Voldemort mi avrebbe ucciso ma se lo facevo...io avrei ucciso Hermione e...

Persi un battito all'idea di non sentire più la sua lingua tagliente, le sue battute di disprezzo nei miei confronti, di vedere i suoi occhi spegnersi.

Il mio corpo reagì da solo...alzai la bacchetta e la puntai verso le due donne.

- Si bravo Draco, uccidila! -

Hermione mi guardava con le lacrime agli occhi e la paura che dilagava.

Bellatrix la spinse contro di me e mi preparai a lanciare l'incantesimo ma non colpii Hermione; la presi tra le braccia e lanciai l'Avada Kedavra verso mia zia, uccidendola.

- Traditore! - urlò prima di accasciarsi al suolo.

Si l'avevo fatto, avevo tradito la mia famiglia e l'avevo fatto per l'unica donna che non dovevo desiderare.

Hermione strinse la mia camicia tra le mani e sollevò il viso.

La fissai mentre il cuore riprendeva a battere tranquillo, come se avessi percepito che il pericolo era scampato, come se avessi finalmente la certezza che avevo trovato il mio posto nel mondo, con lei tra le mie braccia.

Si sollevò, continuando a guardarmi negli occhi, si alzò sulle punte e mi baciò.
Risposi al bacio immediatamente,  riconoscendo le sue labbra come se mi appartenessero da tutta la vita. Le misi una mano dietro la nuca avvicinandola di più a me e chiesi accesso alla sua bocca con la lingua.
Le sue braccia si sollevarono e mi affondò le mani nei capelli, avvicinando il suo corpo al mio, facendo combaciare i nostri bacini, togliendomi il fiato.

Si staccò.

- Sapevo che non mi avresti lasciato, Draco - mi disse accarezzandomi il viso.

E come prima il mio corpo o meglio, la mia bocca questa volta, parlò senza che potessi fare niente.

- Non potrei mai...ti amo Hermione -

Lei mi sorrise e mi baciò.

                                ***

Spalancai gli occhi e scattai a sedere. Due mani mi si misero sul mio petto facendomi stendere.

- Calmo, non così se non vuoi vomitare - mi disse la voce del "dottore" amico di Percy e Annabeth.

Sbattei le palpebre mettendo a fuoco il tetto della casa del tipo e il volto di Percy che mi guardava perplesso.

- Che cavolo mi hai fatto? - chiesi guardando il biondo.

- Io? Niente di che...ti avevo detto che potevi avere le allucinazioni, poi quello che ha partorito la tua testa dipende esclusivamente da te - mi rispose.

Mi passai una mano tra i capelli cercando di riprendermi e scacciare dalla mente le immagini che avevo visto.
Mi passai la lingua sulle labbra con la sensazione di avere davvero sulla bocca il sapore della strega più saputella che conoscevo.

- Comunque abbiamo delle risposte? - chiese Annabeth.

Io non potevo vedere il presunto dottore ma lo sentivo trafficare con qualcosa.

- Molto micro - disse - Ma in effetti c'è -

Io non capivo ancora di cosa parlava, ne tantomeno del perché avevo dovuto fare questa cosa.

- Quindi è vero! - esclamò Hermione.

- A quanto pare voi maghi avete un minuscolo legame di sangue con gli dei - spiegò - Talmente minuscolo che non è nemmeno percepibile in condizioni normali, se non avessi fatto questa cosa probabilmente nemmeno un satiro avrebbe potuto riconoscervi -

- Qualcuno vuole spiegarmi che cosa avete fatto? - chiesi a quel punto esasperato e mettendomi seduto.

- Stavo vedendo se eri un discendente di semidei -

- Che cos... è? -

Fu Hermione a spiegarmi brevemente la parte che mi ero perso, dove Annabeth pensava che la McGranitt ci avesse mandato lì perché c'era la possibilità che fossimo imparentati con quelli conosciuti come dei dell'Olimpo.

Io continuavo a non capirci niente, per me era già abbastanza complicata la parte in cui dovevo nascondermi tra i babbani e provare a vivere come loro, senza mettere in mezzo dei ragazzi che non erano del tutto normali.

Inoltre, Percy aveva un aurea potente, non ero sicuro di voler indagare ancora più affondo nella loro natura, avevo già parecchi problemi di mio.

- Comunque domani andrò da Chirone a chiedergli che cosa sa e se in qualche modo possiamo esservi d'aiuto - disse Annabeth - Voi due...perché non vi fate un giro in città nel frattempo? - fece poi rivolta a me e ad Hermione.

Sinceramente l'occhiata eloquente che ci rivolse mi fece rabbrividire e mi preoccupai ancora di più quando vidi Hermione diventare completamente rossa.

Mi distrassi quando il biondo mi diede un sacchetto con delle pasticche.

- Per gli effetti collaterali, si ripresenteranno quando andrai a dormire, qualunque cosa hai visto - disse - Quelle aiuteranno -

- Stai scherzando spero? - chiesi scioccato.

Già non riuscivo a guardare la Granger dopo una volta figurati più spesso!

- E comunque...fa pace con te stesso, te l'ho detto ciò che hai visto dipende esclusivamente da te, è tutto nella tua testa -

Detto questo se ne andò, lasciandomi con uno strano amaro in bocca.








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