Confronto

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Harry's pov

Fissai il telefono e mi passai una mano tra i capelli.

All'inizio non avevo capito che cosa intendeva Hermione, nonostante avessi saputo che a ridurre in quello stato i maghi mandati dal Ministero era stato qualcuno che non conoscevamo, ma dopo aver sentito una voce maschile dire quelle parole, minacciarmi, avevo recepito il messaggio.

Il punto era un altro però.

A nessuno della mia squadra, compreso me interessava "il premio" volevamo solo avere di nuovo Hermione con noi e tirarla fuori da tutto quel casino.

Non avevo niente contro Malfoy, anche perché gli avevo coperto le spalle mentre scappavano, ma se dovevo scegliere tra lui e la mia migliore amica non c'era gara.

Non potevo farci niente, non era questione di giustizia o vendetta, Hermione era il primo posto e basta.

- Allora, ci sta? - mi chiese Ron arrivando da dietro.

- Lei...non vuole metterci in mezzo, ha detto di non andare e...non solo lei - dissi.

Hermione mi aveva chiesto, implorato di non venire, il tipo che le aveva preso il telefono aveva chiarito che non dovevamo andare nel suo territorio, che avevo capito essere New York.

Il problema però era un altro.

- In che senso? - mi chiese il mio migliore amico.

- Nel senso che mi ha ricordato quello che è successo a chi li ha seguiti - dissi.

- È stato Malfoy no?! -

Lo guardai inarcando un sopracciglio, certe volte non pensava proprio prima di parlare.

- Ti pare? -

- Perché no?! Dopotutto è un Mangiamorte -

- Ma non ha mai ucciso - ribattei.

Non capivo proprio per quale razza di motivo stavo discutendo con Ron e la sua ottusità.

- Si ma... -

- Ron non è stato Malfoy - dissi.

Il problema era che non sapevo nemmeno io con chi avevamo a che fare.

Volevo aiutare Hermione ma non se doveva preoccuparsi per noi, però...come glielo dicevo che eravamo già a New York?
Non potevamo tornare come se niente fosse, non ora che ero lì così vicino a lei.

- Se non viene di sua spontanea volontà dovremmo prenderli noi, non possiamo lasciare che la trovano quei pazzi dei mercenari - mi disse Ron.

Sapevo che era solo preoccupato per lei, tanto quanto me, però...avevo come l'impressione che si era rifiutata non solo per noi, c'era qualcosa che ci stava nascondendo.

- D'accordo - dissi - Dobbiamo trovarla -

                                ***

Hermione's pov

- Annabeth! -

La bionda si voltò a guardarmi confusa.

L'avevo raggiunta nella sua cabina appena avevo finito di parlare con Percy.

- Che succede? - mi chiese preoccupata.

- Percy - dissi semplicemente.

E poi presi a parlare a macchinetta come quando mi succedeva a scuola, per le interrogazioni.

Gli raccontai di Harry, di cui non gli avevo ancora mai parlato, gli raccontai che mi aveva chiamato e mi aveva detto tutto quello che stava succedendo, che non solo non avevano recepito il messaggio ma anzi avevano deciso di giocare sporco.
Gli raccontai dei miei amici che erano lì per me, per aiutarmi e per portarmi a casa.

E le dissi della minaccia di Percy.

- Ti prego, ti prego convincilo. Sono miei amici Annabeth - dissi alla fine.

- Far cambiare idea a Percy è un pó un'impresa in realtà - mi rispose - È più facile far cambiare idea ai tuoi amici -

- Perché? Con me e Draco è stato subito gentile e disponibile, perché con loro si rifiuta? -

Lei scosse il capo.

- Voi non avete mai avuto intenzione di mettervi contro di noi - mi spiegò.

- Nemmeno loro, non hanno nulla contro di voi -

Non sapevo che cosa stavo facendo, volevo proteggere Draco, non volevo scatenare una guerra con i semidei e volevo proteggere i miei amici.

Me ne rendevo conto però, non potevo fare tutte le cose che mi stavo prefissando.

Dovevo scegliere.

Ma non ne ebbi il tempo di decidere nulla perché si sentì il suono di un corno in lontananza e Annabeth mi guardò scuotendo il capo.

- A quanto pare...anche se potevo provarci, ora non c'è granché da fare - disse - Va da Draco e restate nella cabina di Poseidone -

Poi tirò fuori, da sotto il letto, una spada.

- Io...non credo siano i miei amici ma i mercenari di cui parlavano - dissi ragionando.

Forse da Ron mi aspettavo quasi quasi un attacco suicida ma Harry non era stupido.

Annabeth annuì.

- D'accordo, credo che riusciremo a capire se si tratta di studenti o gente assassina - disse - Ma tu fa quello che ho detto. Draco non è in grado di difendersi se riescono a rompere la nostra linea di difesa -

Mi limitai ad obbedirle anche se dubitavo fortemente che qualcuno riuscisse davvero a batterli, li avevo visti all'opera quando erano in tre quindi non immaginavo che succedeva quando c'era l'intero Campo Mezzosangue.

Uscii dalla cabina seguita da Annabeth e vidi tutti i ragazzi correre per il campo, armati fino ai denti e con le armature sopra a jeans o costumi da bagno.

Il fatto che non avessero una divisa mi scioccava, era un accozzaglia di caos.

- Annabeth, Hermione - disse Percy avvicinandosi - Siamo sotto attacco -

Quando lo disse mi guardò in modo strano.
Come se non lo sapessimo che eravamo sotto attacco.

- Si Percy, lo so - gli disse la fidanzata - Hai intenzione di prendere il comando e dare una regolata a questa gente o facciamo come capita? -

Lui sorrise, si portò due dita alla bocca e fischiò, fracassandomi i timpani. In compenso si fermarono tutti.

- Bene gente! - esclamò Percy salendo su un muretto lì vicino per farsi vedere da tutti - Questa gente usa le bacchette e la magia come i figli di Ecate, ma ho notato, che almeno su di me, non funzionano i loro incantesimi. Visto che non so se dipende da persona a persona non abbassate la guardia, fate scendere in prima linea chi attacca da lontano, arcieri figli di Apollo, parlo con voi, e i figli di Ares che sanno usare le lancie, figli di Ecate provate ad attaccare con la magia, rispondendo alla loro, per chi sa usare attacchi magici, restate indietro e attaccate da lontano, non frontaggiateli, se non sappiamo che cosa sanno fare realmente. Sappiamo che chi ci attacca sono assassini ma sono mortali, quindi la scelta sta a voi, non vi chiederò di uccidere nessuno se non ve la sentite, ricordate quindi che non stiamo affrontando dei mostri ma delle persone simili a noi o a quelli che solitamente proteggiamo, anche se sono assassini non voglio che vi sentiate in colpa. So che molti di voi non vedono l'ora di rompere qualche osso ma voglio chiarire che non siamo tutti senza coscienza -

Alla fine del discorso si mise a ridere per stemperare la tensione e altri risposero alla sua risata ma lo vedevo, erano tutti tesi e molti, quelli più giovani, erano sbiancati.

Era indubbio che Percy sapesse comandare e dare una spinta. Era un leader nato e mi ricordava Harry, in qualche modo.

- Bene...signori...all'attacco! - esclamò e un unico grido si sollevò dal campo.

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