Il verdetto

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Draco's pov

Me ne stavo tranquillamente seduto in uno dei giardini interni di Hogwarts a studiare per il primo esame di metà anno quando un ragazzino Grifondoro mi si avvicinò intimorito.

Alzai gli occhi per fissarlo nei suoi e capire che cosa voleva.
Lui deglutí ma sembrò riprendersi quasi subito.

- L...la preside McGranitt vuole vederti - disse prima di schizzare via come se avessi la peste.

Sospirai, non che gli dessi torto dopotutto.

Erano passati diversi mesi dalla guerra contro Voldemort e anche se alla fine mi ero pentito e avevo dato una mano durante la battaglia finale avevo il marchio che mi indicava come traditore e nemico.
Odiavo le scelte che avevo fatto ma purtroppo non c'era modo di tornare indietro per me.
Non ci sarebbe stata redenzione per ciò che avevo fatto.

I Mangiamorte e i miei genitori erano stati sbattuti ad Azkaban e il Ministero della Magia, a me, mi avevano lasciato con il beneficio del dubbio; ero giovane avevano detto, ero suggestionabile.
Non lo negavo, quello che avevo fatto era per soddisfare mio padre e quando mi ero stancato era arrivato il Signore Oscuro che mi aveva obbligato: o obbedivo o morivo, non avevo poi molta scelta.

E forse e dico forse, se in passato mi fossi ribellato a mio padre le cose sarebbero state diverse. Ma non l'avevo fatto, forse perché in parte mi faceva comodo essere ciò che ero, comportarmi in quel modo mi faceva sentire potente.

Peccato che era durato solo per quel tempo, ora che le cose erano cambiate era come se non avessi fatto nulla, non avevo il rispetto che credevo di aver ottenuto e invece tutto ciò che avevo era disprezzo e disgusto.

Mi alzai e mi incamminai tra i corridoi del castello per raggiungere l'ufficio della McGranitt, senza avere la minima idea di ciò che voleva.

La professoressa si era fidata di me e mi aveva lasciato frequentare l'ultimo anno e prendere il diploma ma era stata chiara sul fatto che mi avrebbe tenuto d'occhio per assicurarsi che rigassi dritto, quindi una sua chiamata non era poi molto rassicurante.

- Professoressa mi ha fatto chiamare? - chiesi entrando nel suo ufficio.

- Certo signor Malfoy, si sieda - mi disse indicando la sedia davanti la sua scrivania.

Si tolse gli occhiali e si massaggiò la radice del naso.

- Come ben sai il Ministero ti ha lasciato con il beneficio del dubbio e ti hanno dato la libertà ma... - si fermò - Qualcuno dei Ministri sta facendo pressione per farti scontare la dovuta pena e dice che finché non sarai del tutto pentito sarai ritenuto colpevole e appena raggiunta la maggiore età sarai arrestato e purtroppo non manca molto a quella data -

La fissai per un attimo, interdetto. Sinceramente non me l'aspettavo, anche se forse non mi sarei dovuto aspettare un trattamento diverso.

- La verità è... sarò sincera, qualcuno vuole farti pagare i crimini di tuo padre - mi disse sospirando.

- Ma mio padre sta già pagando -

- Evidentemente a qualcuno non basta -

Mi allentai la cravatta e mi passai le mani tra i capelli.
Ero d'accordo sul fatto che meritavo di pagare per quello che avevo fatto ma non che dovevo pagare per qualcosa che aveva fatto mio padre, questo... no, non lo avrei mai fatto.

- Non dico di non meritare la prigione ok? - dissi - Ma lei mi sta parlando di vendetta! E poi che dovrei fare? Limitarmi ad aspettare che le guardie vengano qui ad arrestarmi, soprattutto ora che lo so? -

- Io sono dell'idea che non meriti di finire ad Azkaban e so per certo che tu sia stato influenzato da tuo padre perché nell'attimo in cui hai avuto libertà di movimento sei stato dalla nostra parte, sappiamo tutti che cosa hai fatto per aiutare Harry - mi ricordò - Prima l'hai coperto con i Mangiamorte dicendo che non era lui quello che avevate trovato con la signorina Granger e il signor Weasley, e dopo, quando si era risvegliato davanti a Voldemort, disarmato, gli hai lanciato la tua bacchetta per combattere. Questo signor Malfoy ripaga i tuoi crimini e il Ministro della Magia l'ha tenuto in considerazione quando hanno scelto di non punirti -

- Quindi non ha senso decidere di arrestarmi ora... è questo che mi sta dicendo? - chiesi non riuscendo più a capire dove stava cercando di andare a parare la mia insegnante.

- Esattamente -

- E allora? - chiesi cominciando a spazientirmi, non capivo dove stava cercando di andare a parare la McGranitt.

- Il Ministro la pensa come me - mi rivelò - E per ora abbiamo trovato un accordo. Farai una sorta di reinserimento per un tot di tempo, non vero in realtà ma gli altri Ministri dovranno essere convinti -

- Quindi? Mi sta dicendo che ingannerete il Ministero della Magia? - chiesi confuso - Non se ne accorgeranno prima o poi? -

La professoressa scosse il capo.

- No se ti manderò via - disse - Abbastanza lontano da loro, in un posto dove non possono raggiungerti perché non è loro giurisdizione, sarebbe da pazzi farti la guerra dove voglio spedirti. Ma non sarai solo, ho già deciso che ti affiderò a qualcuno, un qualcuno che anche il Ministro ha approvato per tenerti sotto controllo -

Non mi piaceva, per niente.
Non volevo andarmene anche se sapevo che era la scelta migliore e anche l'unica.
E poi, non volevo un babysitter.

- Non credo che... -

- Non hai voce in capitolo - mi fermò - E noi stiamo cercando di proteggerti e prendere tempo per trovare una soluzione che non sia Azkaban -

Mi fissai le mani che avevo stretto tra di loro per l'agitazione.

No, non volevo andare a finire nemmeno ad Azkaban.

- Ok... - cedetti - Se è l'unica cosa che posso fare -

Angolo autrice:
Hola ragazzi!
Lo so a cosa state pensando: eccomi con l'ennesima storia!

Ma non posso farci nulla. Il mio è un istinto che non so frenare 😂

Comunque ho deciso di provare una nuova cosa. Ho scritto in passato quella che voi chiamate "Permione" con L'inganno del fato. E ora ho deciso di fare...indovinate? Una Dramione!
Ma no, non vi illudetevi non sarà nulla di semplice e come mio solito mischierò delle cose interessanti.

Comunque se non avete capito dalla trama e dalla copertina chi saranno i personaggi lo capirete a breve e niente godetevi la lettura e alla prossima 😘

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