Parte 31 -Possibilità concesse, figurine e identità svelate-

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Sirius e Remus, nella stessa posizione in cui si erano sistemati poco prima che Lily cominciasse a parlare la ascoltavano in silenzio, non sapendo bene come comportarsi. Era la prima volta che vedevano una ragazza in quelle condizioni e Lily era l'ultima che avrebbero mai pensato di osservare in quei panni: Lily Evans, la ragazza dal carattere deciso e dalle spalle talmente larghe da poter sopportare qualsiasi tipo di insulto o rimprovero era in piedi a pochi metri da loro, le mani le tremavano quasi allo stesso ritmo della voce che aveva pronunciato più una supplica che altro. Le iridi verdi smeraldo erano circondate da un rossore diffuso che in poche altre occasioni i due amici avevano potuto scorgere e nel profondo desideravano non poterlo fare anche quella volta.

-Allora? Posso sapere dov'è?- rivolse nuovamente la domanda Lily come per voler marcare quelle che erano le sue motivazioni per essere lì in quelle condizioni davanti a loro, senza però preoccuparsi troppo del proprio aspetto.

-Non lo sappiamo- rispose in maniera fredda Sirius, sistemandosi più comodamente sul materasso. Mentiva, e Lily lo sapeva benissimo.

-Black non mi pare il momento adatto per giocare quindi non raccontare storielle. Dov'è?- lo interrogò nuovamente Lily, portandosi le mani che avevano smesso di tremare prima alle guance per asciugarsi le lacrime ormai stagnanti, poi sui fianchi, più determinata che mai ad ottenere una risposta.

-Storielle tipo quella che ti sei raccontata da sola prima, durante la litigata con James? Mi spiace ammetterlo ma nemmeno io riuscirei a raggiungere quei livelli- rispose avvelenato Sirius, distogliendo lo sguardo dalla compagna di casa e percependo il peso di quello rimproverante di Remus su di sé. Lily inspirò lentamente, rilasciò l'aria dalla bocca cercando le parole più adatte per esprimersi senza perdere la calma un'altra volta, riprendendo poi la parola.

-Black so di aver sbagliato e se non te ne fossi accorto sto cercando di rimediare. Se tu invece di rispondermi a tono e basta provassi anche per un minuto soltanto ad ascoltarmi, capiresti quali sono le mie reali intenzioni. Volevo scusarmi con lui per quello che ho detto senza pensare, non sapevo di suo zio e non davo peso alle parole che stavano uscendo dalla mia bocca; anche a te sarà capitato in passato- spiegò senza interruzioni Lily, portandosi con una mano un ciuffo di lunghi capelli color fuoco dietro l'orecchio. All'udire quelle parole cariche di significato, Sirius scattò in piedi e iniziò a marciare in direzione di Lily fissandola, la quale istintivamente indietreggiò fino a far combaciare la sua schiena con la parete fresca fino a pochi attimi prima alle sue spalle.

-Sirius basta- affermò Remus non appena Sirius si fermò di fronte a Lily, pochi centimetri separavano i loro volti dalle espressioni opposte.

-No Rem, lasciami finire; tranquillo che non farò nulla, non le toccherei un solo capello e non lo farei mai. Riguardo a te Evans, sì è vero anche io ho avuto in passato discussioni con James, non avevo dato peso alle mie parole e azioni- sbraitò Sirius, facendo riferimento all'episodio del malore in biblioteca di Remus per cui lui e James stavano per far sfociare la lite in rissa, ma al contempo quel discorso poteva valere per diversi altri battibecchi avvenuti durante l'anno. Poi riprese le fila del suo discorso tagliente.

- Ma sai, ho sempre pensato che queste cose le potessi fare solo io. Ti reputavo una ragazza pensante, con la testa sulle spalle e che riusciva a fare 2+2 per capire le cose. Ho sempre creduto che tu questa capacità ce l'avessi a differenza mia. Quindi sì mi è successo, ma tu dovevi essere diversa- concluse Sirius, mentre Lily di poco più bassa lo fissava puntando le sue iridi smeraldine inumidite nelle sue color cenere.

-Tu però la possibilità di scusarti l'hai avuta, o sbaglio? Nessuno ti ha ostacolato, anzi, ti abbiamo aiutato. Per quanto male possa essermi comportata e lo so, merito anche io questa opportunità.-  queste frasi furono una sberla per la tesi di Sirius, che crollò sotto il peso dell'evidenza del passato e dei ricordi a loro comuni. Quella volta della biblioteca Sirius era stato perdonato perché ne aveva avuto la possibilità, non perché lo avesse meritato a priori. Rammentava quel giorno in cui il gelo della neve e dell'inverno sembrava entrargli nelle ossa in riva al lago, mentre attorno a sé non riusciva a vedere altro se non buio per ciò che era accaduto finché non si aprì uno spiraglio di luce. Un' infreddolita Lily Evans con il suo cappellino giallo aveva teso in sua direzione una mano per sollevarlo dalla polvere della sua stessa anima, che lentamente si sgretolava in seguito all'accaduto. Lo aveva incitato a parlare con James, di sicuro non lo aveva ostacolato in alcun modo e ciò Sirius non poteva negarlo. Era arrabbiato e  protettivo nei confronti del suo migliore amico, ma non poteva dimenticare.

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