Parte 34 -Scelte maledette, fine di un capitolo e mondi paralleli-

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-Ma come, non l'avete ancora capito? Devo avervi sopravvalutati allora, che peccato...mi toccherà spiegarvi tutto per filo e per segno prima di farla finita uccidendovi- esclamò Arturo, stringendo la presa sul sacchetto, sfoggiando un sorriso beffardo e folle che illuminò la notte e fece raggelare il sangue nelle vene dei quattro ragazzi.

Sirius non volle credere di aver capito esattamente quello che il centauro stava dicendo, perdendosi negli occhi di Arturo che avevano abbandonato quella poca umanità che avevano e con essa era stata smarrita anche la lucidità. L'espressione della creatura davanti a loro non poteva essere più vera, in tutta la sua pazzia e mancanza di senno.

-C-cosa? Se stai scherzando non è divertente- rispose con un filo di voce Remus, mentre rafforzava la presa delle dita che avvolgevano la bacchetta.

-Dovreste sapere che i centauri non amano il senso dell'umorismo; sono serissimo- controbattè Arturo, sbattendo lo zoccolo anteriore destro sul terreno spazientito. I giovani maghi si avvicinarono l'un l'altro, tremando come delle foglie per ciò che stava accadendo. Arturo voleva ucciderli? Tutto ciò non aveva senso, era stato il loro punto di riferimento sin dal principio.

-Cosa stai dicendo? Tu sei stato presente per noi sin dall'inizio, dandoci anche una mano a volte con le prove. Sei dalla nostra parte Arturo, anche il primo giorno sei stato tu a...a parlarci della profezia...- lo attaccò Sirius, come per convincerlo di essere loro amico e che non potesse fare loro del male, le parole però gli scivolarono via vuote quando pronunciandole Sirius cominciò a unire i pezzi di quell'arduo puzzle.

-Non era un caso quel giorno nella foresta, vero? Non ci hai salvati per buon animo ma per raggiungere i tuoi obiettivi!- affermò Sirius, stringendo i pugni dalla collera.

-Vedo che finalmente vi state svegliando dal mondo delle favole e il fatto che lo stia facendo tu, Sirius Black, mi sorprende- rise maleficamente Arturo, calciando via un sasso e facendolo rotolare di qualche metro. I quattro giovani deglutirono nell'osservare la forza dei possenti muscoli con i quali più tardi li avrebbe uccisi, come da promessa. Cercavano disperatamente un modo per fuggire da quella trappola mortale, ma nulla di ciò che li circondava sembrava assecondare la loro disperata fame di libertà.

-La profezia...cosa riguardava?- domandò James, schiarendosi la voce con un colpo di tosse sperando che si notasse meno il tremolio protagonista al suo interno.

-La profezia non esiste, è stata frutto di questa mente- spiegò Arturo, toccandosi una tempia con l'indice, poi riprese -la pergamena che vi ho dato all'inizio era un giochino per rendere il tutto più divertente, ma mi è bastato inventarmi quella stupida storiella per farvi abboccare al mio amo, tutto il resto già esisteva e io ne ero a conoscenza.- aggiunse, facendo riferimento alla passaporta, alle prove sostenute dai ragazzi e dal baule contenente il misterioso sacchetto. I malandrini lo ascoltavano in silenzio, non sapendo se doversi far trasportare dalla collera per essere stati usati o dal terrore caotico della morte che sembrava circondarli con il suo manto lentamente, man mano che il racconto del centauro proseguiva.

-Perché proprio noi Arturo? Perché proprio quattro studenti giovani? Avresti fatto prima con dei maghi formati e studiati- chiese Sirius, tormentato dal senso di colpa di aver trascinato con sé in quel vortice letale anche i suoi amici.

-Come ben sapete il passaggio è all'interno della scuola e chi più facilmente di un gruppo di studenti poteva raggiungerlo? Credi che non me ne sarei occupato personalmente se ne avessi avuto l'occasione? Purtroppo per me però il buon vecchio Silente è ancora seduto sui comodi cuscini della presidenza e me lo ritroverei alle calcagna appoggiando anche solo uno zoccolo nella sua amata Hogwarts. Perché voi? Semplice: avevo bisogno di voi, proprio voi quattro. Sirius Black, il giovane primogenito della famiglia Black prossimo al rinnegamento...sarai la pecora nera della tua famiglia ma hai trascorso 12 anni tra quelle mura e le stelle le conosci, come le tue cugine Narcissa e Bellatrix che devo ammettere sono state molto utili- illustrò Arturo, incurvando il muso in un ghigno divertito nel notare Sirius digrignare i denti non appena capì che aveva previsto e seguito le loro mosse passo per passo. Il centauro riprese poi il suo discorso sconvolgente.

Hogwarts destini incrociatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora