Parte 20 ~Lancette, "Zanna Bianca" e profumo di gigli~

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Tic-tac. Tic-tac. Tic-Tac.

L'orologio fisso alla parete dell'ufficio della Professoressa McGranitt segnava le ore 14.00 e a differenza dei suoi compagni, James si ritrovava a trascorrere prezioso tempo di quell'ultimo giorno di vacanze proprio lì, nella stanza della sua capo casa. Dopotutto se lo meritava, ne era consapevole, dopo ciò che era successo in Sala Grande poteva pensare qualsiasi cosa, tranne di essere innocente. Si domandava come potesse aver perso il controllo così facilmente, quanto Lily stesse soffrendo a causa sua e quanto tempo avrebbe trascorso ancora tra quelle mura, aspettandosi come sentenza una punizione esemplare se non l'espulsione. Un tonfo alle sue spalle lo richiamò alla realtà e il ticchettio dei passi svelti della professoressa in sua direzione, gli fece dimenticare le lancette dell'orologio.

Minerva McGranitt si accomodò sulla sua poltrona in velluto rosso scarlatto, proprio di fronte a James, e con un gesto repentino si abbassò gli occhiali sul naso. Prese in mano una pergamena e come se nulla fosse cominciò a scriverci sopra, prima di spezzare il silenzio che si era creato.

-Lite in pubblico, derisione di un compagno e utilizzo di un incantesimo tra le mura scolastiche, non ancora imparato durante le lezioni e per giunta indirizzato contro un altro studente. Posso avere delle spiegazioni, Potter?- chiese freddamente l'insegnante, mentre con lo sguardo era ancora concentrata a scrivere sul foglio davanti a lei.

James rimase in silenzio, non aveva idea di cosa potesse rispondere. Era certo che dire alla professoressa come in quell'istante fosse privo di lucidità, non avrebbe migliorato la sua posizione, per questo, senza possibili altre risposte, non parlò.

-Mi sono confrontata con il Professor Silente, e abbiamo entrambi notato che non è stato un evento isolato...non è la prima volta che avvengono queste discussioni tra lei e il signor Piton, o sbaglio? Pensiamo sia giunto il momento di prendere provvedimenti con lei e con i suoi compagni, Black, Lupin e Minus. Siamo certi fossero presenti anche loro in quel momento, due dei tre addirittura al suo fianco.- spiegò la McGranitt, attirando l'attenzione di James che nel sentire nominare i suoi amici, trovò il coraggio per parlare.

-NO LORO NO! Ehm...volevo dire che... Black, Lupin e Minus non hanno alcuna colpa per ciò che è accaduto, erano spettatori dei fatti come tutti gli altri studenti. Mi assumo la responsabilità di ciò che è successo, sono io il colpevole, e nessun altro.- rispose James, sul quale si posò lo sguardo della donna al sentire quelle parole.

-Vede Potter, proprio non la capisco. E' un ragazzo con ottime capacità, un talento nel quidditch innato, un giovane dai grandi valori come il coraggio e il sacrificio, circondato da amici e persone che lo apprezzano. Eppure è come se le mancasse qualcosa...-commentò l'insegnante, appoggiando la sua penna sul tavolo e prestando tutta la sua attenzione allo studente di fronte a lei.

-Perché vuole sempre esagerare? Perché non capisce che ognuno ha i suoi limiti e bisogna conoscerli e rispettarli? Perché pretende di eccellere in tutto e su tutti sacrificando la parte più sorprendente e apprezzabile che è in lei? Il ragazzo che ho davanti in questo momento, sono convinta non sia il vero James Potter, nonostante io lo conosca da appena qualche mese. Deve cominciare a cercare sé stesso, signor Potter, deve capire chi è veramente e chi vuole essere. La ricerca di sé stessi richiede diverso tempo, anche anni, ma è fondamentale. Vuole diventare un mago brillante, apprezzato per ciò che è e senza più alcun filtro? Deve cominciare già a pensarci, perché se dovesse continuare a comportarsi così, in futuro sarà un uomo costruito, coperto da maschere, arroganza e difetti, incapace di raggiungere i propri obiettivi e realizzarsi. Arriverà un momento in cui capirà per chi o per cosa vorrà sacrificarsi, o meglio varrà la pena sacrificarsi donando sé stesso. Sta a lei scegliere chi vuole diventare, Potter. E poi mi creda...le giovani streghe preferiscono quelli che queste domande se le pongono e che non pensano solo al quidditch...- concluse la professoressa, lasciando James a bocca aperta. Com'era possibile che la sua capo casa lo conoscesse così bene dopo appena quattro mesi? Come poteva sapere che questo era ciò che lui aveva bisogno di capire? Aveva compreso da sola che tutto quello che era successo era stato fatto per una persona, Lily Evans, o l'avevano aiutata?

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