Parte 5 ~Cose personali e private~

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Erano passati dieci giorni dal primo incontro di James e Sirius con Remus. Il giovane ragazzo aveva fatto cambio con Justin, in modo da occupare il letto vicino a James. Potter era assai contento all'idea di non doversi più svegliare con un gatto nero sopra il letto, per questo ringraziava sorridendo Lupin. Anche la professoressa McGranitt pareva approvare quella nuova ma salda amicizia tra i tre: l'insegnante di trasfigurazione infatti, per quanto ammirasse le capacità magiche e i talenti di James e Sirius, sapeva benissimo quanto i due fossero due combina guai di prima categoria, due teste calde a cui non si riusciva far rispettare una singola regola di Hogwarts. La donna era quindi visibilmente fiduciosa nel fatto che il pacato carattere di Remus riuscisse ad influenzare in maniera positiva i due amici.

Ciò però non accadde, anzi, la dinamica dell'amicizia tra i tre Grifondoro sembrava essere inversa rispetto ai desideri dei professori: erano infatti Potter e Black a influenzare Lupin, che pur rimanendo un ragazzo riflessivo e pacato per la maggior parte del tempo, si lasciava spesso trasportare dall'esuberanza dei due amici, seguendoli e ritrovandosi con loro in ogni sorte di guaio. Il più grande però, in cui il giovane Lupin si sarebbe ritrovato, doveva ancora succedere. Sarebbe avvenuto quella stessa sera.

Conclusa la cena all'interno della Sala Grande, come tutti gli studenti, James, Sirius e Lupin ebbero poco ma aprezzato tempo libero, che spesero chiaccherando tra loro nei corridoi appena fuori il dormitorio Grifondoro. L'aria fredda serale entrava dalle poche finestre rimaste aperte, e rendeva la chiaccherata tra i tre amici più piacevole di quanto già non fosse. Giunto l'orario del coprifuoco, i ragazzi ritornarono nella stanza, dove assieme agli altri membri della loro casata si sarebbero addormentati pochi istanti dopo. Anche se non fu così per tutti.

James proprio non riusciva a prendere sonno, si sentiva più sveglio e arzillo di quanto non fosse stato durante il corso della giornata. Provò tutti i metodi che conosceva, nel tentativo di addormentarsi: fare finta di dormire, contare i folletti fino a 100, canticchiare a bassa voce la canzone delle sirene che gli aveva insegnato sua madre, ma nulla di tutto ciò funzionò. Decise allora di non sprecare ulteriore prezioso tempo.

Si mise seduto a bordo del suo letto, e muovendo alla cieca i piedi sul pavimento, riuscì a sentire e infilare le pantofole, nonostante il buio pesto. Allungò la mano verso il comodino dove aveva poco prima appoggiato i suoi occhiali dalle lenti rotondissime e se li appoggiò sul naso.

In punta di piedi, per non svegliare gli altri studenti, si avvicinò per prima cosa al letto di Lupin, per capire se l'amico si fosse addormentato di già o se fosse ancora sveglio come lui. Remus dormiva, silenziosamente e serenamente, ma ciò non impedì a James di convincersi a svegliarlo.

-"Pss, Pss Remus! Svegliati!" bisbigliava a pochi centimetri dall'orecchio dell'amico James, mentre lentamente lo scuoteva con una mano sulla spalla.

-"Cos.. Cosa sta succedendo? James cosa c'è?" gli chiese Lupin, aprendo gli occhi faticosamente e con aria visibilmente confusa.

-"Non riesco a dormire. Che ne dici: io, tu e Sirius giù in cortile a volare sui manici di scopa della scuola. Bello, no?" disse James, spiegando all'amico quale fosse il suo piano, se pur a bassa voce, ricco di entusiasmo.

-"Ma sei pazzo?! E' la volta buona che ci cacciano! E in più domani abbiamo un test importante di pozioni, dovremmo riposare." gli rispose Remus, rappresentando ad alta voce la parte più razionale e riflessiva del trio di amici, con lo scopo di far ragionare James sulla pericolosità di ciò che voleva fare.

-"Dai Remus, dormono tutti, chi vuoi che ci veda?? Vabbè io vado a svegliare Sirius, se vuoi vieni, altrimenti resta qui." disse James, alzandosi dal pavimento vicino al letto dell'amico, per dirigersi verso quello di Sirius. Era di fronte al suo, ciò significava dover attraversare tutta la stanza, davanti agli occhi di tutti. Potter sollevava i piedi uno alla volta, posizionandoli uno davanti all'altro in passi il più possibile silenziosi e leggeri. Il pavimento in legno della stanza non aiutava, perchè nel silenzio più totale, interrotto solamente dal russare di qualcuno, le assi di legno scricchiolavano fastidiosamente e pericolosamente sotto i suoi piedi.

Hogwarts destini incrociatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora