Parte 2 ~Occhialuto, occhi grigi e naso aquilino~

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Erano appena finite le lezioni quando, un giovane ragazzo dai capelli color nero corvino e gli occhi di un color nocciola chiaro, era di ritorno dal cortile principale, che pur essendo freddo e coperto da fitta nebbia tagliente, gli aveva permesso di sgranchirsi le gambe. Non appena attraversò l'immensa e imponente soglia d'ingresso, fece per togliersi la sciarpa gialla e rosso scarlatto, i colori della sua casata, mentre le rotonde e spesse lenti dei suoi occhiali, si appannavano per lo sbalzo di temperatura tra l'interno e l'esterno.  Entrò a passo veloce nella Sala Grande della scuola, dove già molti studenti si erano radunati impazienti di colmare le loro pancie borbottanti con tutte le bontà dei banchetti di Hogwarts. Il giovane non riusciva ancora ad orientarsi bene dentro quell'enorme stanza, dopotutto la sua avventura all'interno di quelle mura era cominciata da appena un mese. Si era tolto gli occhiali per pulirli con la manica della divisa scolastica, quando sentì una voce a lui familiare chiamarlo da uno dei tavoli più vicini:

-"Ehy James! Vieni sono qui" lo chiamò a gran voce, quello che sembrava un suo coetaneo nonchè componente della sua stessa casata, come si poteva dedurre dai colori brillanti della sua cravatta, gli stessi presenti sulla sciarpa di James. Il ragazzo misterioso era un giovane alunno di 12 anni, aveva infatti un anno in più dell'amico occhialuto. Nonostante la sua giovane età, era un ragazzo dal  portamento elegante ma alla mano, i suoi occhi grigi e profondi trasmettevano coraggio e intelletto, mentre i capelli mossi neri, lunghi fino alle spalle, donavano alla sua figura fascino e mistero. Era proprio lui, Sirius Black.

Dopo essersi accorto della presenza del giovane amico, James si sedette al suo fianco, raccontandogli cosa avesse fatto dopo l'ultima lezione di Trasfigurazione, prima di entrare in Sala Grande.

-"Oh insomma James, potevi anche avvisarmi! Sarei venuto volentieri anche io a sgranchirmi le gambe!" esclamò Sirius, con tono di voce scherzoso.

-"Va bene, va bene, la prossima volta ti avviserò. Tu nel mentre cos'hai fatto?" chiese con molta curiosità James, venendo interrotto dalla pancia che gli brontolava dalla fame.

-"Bah nulla di che, fuori dall'aula di Trasfigurazione siamo stati occupati da un gruppetto di Serpeverde, i soliti con la puzza sotto il naso. Volevano passare loro per primi attraverso la porta. Ti rendi conto?? Chi si credono di essere?!" raccontava Sirius, gesticolando nel mentre per spiegare l'accaduto all'amico, e facendosi pervadere dal nervosismo.

-"Sirius, erano ragazzi più grandi?" chiese James, intento a capire chi fossero gli sbruffoni.

-"Ma va, erano quelli del nostro stesso anno. Solo per quello ci siamo fermati a discutere con loro io, Justin e Sarah." gli rispose, poi continuò:

-"E vediamo se indovini... chi era la testa bacata che faceva loro da portavoce riguardo la superiorità dei Serpeverde?" disse con fare di sfida Sirius a James.

I due compagni allora, si girarono contemporaneamente in direzione del tavolo della Casata loro avversaria. Lo sguardo di entrambi cadde su un ragazzo del loro stesso anno di studi all'interno della scuola. La sua pelle era talmente chiara e pallida da sembrare quella di un vampiro, la quale era in grande contrasto con i lughi capelli lisci e neri, neri come la pece, le cui estremità sfioravano la divisa scolastica sulle spalle. I suoi occhi erano neri, quasi quanto i capelli, ed erano come  coperti da un velo di oscurità e inquietudine. La sottile bocca rosea era posizionata subito al di sotto di un naso dalle importanti dimensioni e dalla bizzarra forma aquilina, nonostante avesse la giovane età di 12 anni.

-"Immagino Severus Piton" disse con voce sicura James, con gli occhi ancora fissi sul membro della  casata dai colori verde e argento.

-"Immagini bene, hai indovinato! Quello non sa fare proprio altro al di fuori del vantarsi della sua casata, ma proprio nulla!" esclamava Sirius, tornando con il corpo verso il loro tavolo.

Il chiaccherare dei due giovani e il rumoroso vociferare che si era creato all'interno della Sala Grande per il numero di studenti al suo interno, cessò improvvisamente, all'avviso di un leggero tintinnio di una posata contro un calice. Un uomo, dall'aria vissuta e dal corpo altrettanto, si alzò di scatto dalla sedia su cui era seduto, per raggiungere il centro del soppalco su cui mangiavano quotidianamente i docenti della scuola. La sua lunga veste celeste dalle rifiniture in argento, scendeva dritta lungo la sagoma del suo corpo, fino a sfiorargli la punta delle scarpe. Una lunga e folta barba bianca, contenuta e sistemata per quanto possibile da una fascetta argentea, copriva per la maggior parte il torace, rendendo visibile il corpo dell'uomo solamente dalla vita in giù. Sul capo, incorniciato dai lunghi capelli che riprendevano le sfumature della barba, era poggiato un alto cappello a punta, anche questo celeste in seta, con i dettagli in ricamo argentato.

Una volta che ebbe raggiunto il centro della pedana, appoggiò le possenti mani su un alto leggio dorato raffigurante una civetta, e alzando lo sguardo, ammirò la Grande Sala brulica di giovani maghi, attraverso i suoi sottili occhiali con le lenti a mezza luna. Un sincero e lieve sorriso si fece largo tra la barba, poi l'uomo cominciò il suo discorso:

-"Buongiorno a tutti miei cari studenti!" disse il misterioso mago. Era Silente, Albus Silente, preside della scuola di Hogwarts.

Il mago, com'era solito fare, trattenne per poco tempo gli studenti affamati con il suo discorso, augurò a tutti buon appetito e con il movimento di una mano le quattro immense tavolate delle casate, si riempirono di tutte le prelibatezze possibili ed immaginabili. Primi, secondi, contorni, e dolci, tutto era a disposizione dei ragazzi che chiaccherando e ridendo con serenità, si godevano quel momento di spensieratezza.

Hogwarts destini incrociatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora