capitolo 7

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POV Dilan
Alison concluse alzandosi e andando verso la porta con la bambina tra le braccia.
Il suo discorso aveva lasciato a bocca aperta tutti quanti, mio nonno compreso.
Dopo aver sentito il portone sbattere mi girai verso mio nonno, la mia rabbia stava superando i limiti, la voglia di prendere mio nonno per il collo era tanta.
<< calmati caro ho solo detto la verità e quella stupida puttanella sé l'è presa>>
<< Dilan sta calmo>> mia madre cercò di mettersi in mezzo tra di noi, tra me e mio nonno non c'è mai stato un bel legame, lui spartiva ordini che io dovevo rispettare per forza, iniziò quando ero piccolo, non volevo uccidere una persona, mi rinchiuse in cantina al buio, al freddo e al gelo e raccontó ai miei che ero a fare una gita con la scuola, mi obbligò a non spiaccicare mezza parola o quello che mi sarebbe capitato sarebbe stato dieci volte peggio, ma ora ha superato la soglia, non ho più paura di lui, ora cambia tutto, deve aver paura lui di me, perché se inizio, non smetterò più fin quando non ho il suo corpo inerme nelle mani.
<levati mamma>> urlai cercando di spostarla
<<Dilan calmati tuo nonno ha sbagliato,tutti sbagliano>>
<< ti ho detto di levarti cazzo>> le urlai contro, non lo avevo mai fatto prima d'ora con lei, ma questo è il prezzo da pagare dopo aver fatto andare via la mia ragazza.
<<tranquilla Juliet lascialo passare tanto che potrà mai fare al suo nonno malato?>>
<< non mi frega niente che tu sia malato, quel che posso farti lo scoprirai presto>>
<< Dilan, caro piccolo Dilan ancora non lo hai capito che Jessica è l'unica che può andare bene per te?>>
<<Jessica per me è morta>>
<< oh certo ora c'è quella zoccola li, com'è che si chiama già? Alina?>>
<< si chiama Alison e non è una puttana>>
<< si che lo è, è una puttana come tua nonna>> disse ridendo maleficamente
Se prima ero incazzato, ora sono incazzato nero, mia nonna è la persona più importante della mia vita, mi ha curato le ferite che il mostro di suo marito mi procurava, mi asciugava le lacrime che mi colavano per colpa delle sberle, piangeva con me per il mostro che aveva sposato, mi consolava quando stavo male, dormiva con me quando avevo gli incubi, mi aiutava con i compiti,mia nonna, la mia nonnina che mi ha donato tutto l'amore che nessuno mi ha mai dato.
Mi girai verso mio padre che era immobile con le lacrime agli occhi, d'altronde era sua madre.
Passarono pochi secondi dopodiché mi scaraventai sopra a quello che sarebbe dovuto essere mio nonno.
Una serie di pugni gli arrivarono sul viso, ma nonostante questo continuava ad avere quel sorriso strafottente che aveva sempre, lo conciai per le feste, lo resi irriconoscibile, dopodiché mi pulí le mani sotto l'acqua e chiamai il mio Mike.
<< Dilan dimmi>>
<< velocemente sali su e vieni a prendere mio nonno portalo nella cella 5 nel seminterrato e legalo come un salame li>>
<< nella 5 Dilan? li abbiamo tenuto solo le persone peggiori>>
<< lui è uno di questi, fai cosa ti ho ordinato o insieme a lui ci finirai pure tu>>

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