capitolo 5

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POV Alison
<< Sa, sicuramente ho il rispetto verso le persone,quello che lei non ha, quello che i miei genitori mi hanno sempre insegnato, non mi metto a giudicare altri senza prima conoscerli al contrario suo, e se fin ora non ho parlato è perché stavo cercando di mantenere il controllo per non fare brutta figura con le persone che almeno cercavano di conoscermi senza giudicarmi o puntarmi il dito contro come ha fatto fin da subito, non ho bisogno dei suoi stupidissimi soldi per stare bene e ultima cosa questa bambina non è mia, ma è come se lo fosse il mio migliore amico è malato di cancro e la mamma di questa cosa come la definisce lei è morta, ma sa cercherò di tenerla lontano da tutto ciò e di insegnarle i veri valori della vita e il rispetto verso gli altri, cosa che evidentemente nessuno ha fatto con lei. Mi dispiace Juliet e anche per lei Omar ma ora è meglio che me vada>> conclusi alzandomi e andando verso la porta con la bambina in braccio.
Il mio discorso aveva lasciato a bocca aperta tutti quanti.
Una volta trovata la porta uscì da quella che loro definivano casa, mio nonno, il mio angelo mai si sarebbe permesso di dire una tale idiozia, non mi capacito proprio di come sia potuta uscire una roba del genere dalla bocca di quell'essere.
chiamai un taxi e dopo avergli comunicato l'indirizzo mi comunicò che ci volevano all'incirca cinque minuti.
Sono stata una sciocca a venire fin qui, a prendermi permessi di lavoro e non presentandomi alle lezioni dell'università, me ne pento ogni minuto sempre di più.
Una cosa che non sa Dilan è che in Russia vivono alcuni dei miei cugini da parte di mio padre, ci siamo sentiti questa mattina quando eravamo ancora in viaggio.
Senza pensarci due volte chiamai uno dei miei cuginoni.
<< pronto?>>
<< Paul ciao sono Alison>>
<< ciao cuginetta dimmi>>
<< è successo un casino qui non è che potresti ospitarmi stasera, il tempo di trovarmi un hotel e domani non ci sarò più>>
<< certo, gli zii non vedono l'ora di vederti, non cercare nessun hotel, qui le camere sono abbondanti, puoi fermarti tutto il tempo che vuoi>>
<< grazie mille, sta arrivando il taxi, mi mandi l'indirizzo?>>
<< ti mando l'indirizzo in chat, fatti portare qui>>
<<grazie ti adoro>> dissi sorridendo.
i cinque minuti passarono e del taxi non c'è era nemmeno traccia.
<< Alison aspetta>> una voce mi fece girare
<< cosa dovrei aspettare?>> Chiesi ridendo
<< entra dentro che ne parliamo>>
<< entrare dentro per far che? farmi mancare ancora di rispetto? no amore mi sa che ti sei sbagliato>>
<< non mi sono sbagliato>>
<< si e ti dirò di più, tuo nonno ha proprio ragione, io non c'entro nulla con voi, ne con tutto quello che avete intorno, forse Jessica è davvero quella giusta per te>> conclusi guardandolo negli occhi.
<< Alison che stai dicendo non è vero, fammi spiegare>>
<< non c'è nulla da spiegare stai tranquillo non ti preoccupare>>
<< nono Alison noi ci dovevamo sposare>>
<< non ti ho mai promesso nulla, non ti ho mai detto di si, non ho mai fatto nulla di tutto ciò, quindi per cortesia non sparare stronzate, che oggi ne ho sentite fin troppe>>
<< non sono stronzate veramente ti amo non ascoltare mio nonno>>
<< mi dispiace>>
<< nono Alison non dirlo>>
<< tuo nonno aveva ragione, non c'è futuro per noi, l'amore non basta>>
<< si che c'è futuro, lo costruiremo insieme>>
<< non credo proprio>> ribadì girandomi dall'altra parte, il taxi finalmente arrivò.
Aprì la portiera e feci per sedermi quando una mano mi bloccò il polso.
<< non te ne andare ti prego>>

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