Pov Dilan
Continuai a fissare quella macchina che ormai è diventata un puntino giallo lontano, li, in quella macchina c'è tutta la mia vita.
Rimasi per due minuti nella stessa
posizione, fermo immobile, a pensare, forse sono nato per rimanere da solo, so di non meritare Alison e che per colpa del mio lavoro si creeranno disguidi. So anche che molto probabilmente l'ho persa, presentarla ai miei non era la cosa giusta da fare, ma ho dovuto, per forza, queste sono regole e per quanto a me non interessi rispettarle a questo non potevo sfuggire, avevo pregato e sperato non succedesse nulla di simile ma evidentemente nessuno li in alto ha ascoltato le mie parole ne le mie preghiere.
È stato faticosissimo convincerla a fidarsi di me, c'ho messo mesi e mesi, in una frazione di minuti tutto quello che avevamo creato è andato distrutto, sinceramente penso di averla persa del tutto, se prima speravo il contrario ora ne sono sicuro.
Ho perso l'amore della mia vita ed è tutta colpa di quell'essere.
Tornai dentro dove trovai mio padre mentre piangeva, come per me, sua mamma era la cosa più importante, sentirne parlare in quel modo dal proprio padre fa venire il voltastomaco.
Mi avvicinai e feci una cosa che mai prima d'ora avevo fatto.
L'abbracciai.
<< papà non ti preoccupare avrà quel che si merita>>
continuò a singhiozzare
<< forse è meglio che ci sediamo che ti devo raccontare delle cose>>
salimmo al piano superiore ed entrammo in quella che da bambino era la mia cameretta, lo feci accomodare sul mio vecchio lettino e io mi andai a sedere sulla poltrona girevole azzurra che era situata davanti alla scrivania.
<<le cose che ti racconterò ora, faranno suscitare in te tante emozioni, forse pentimento o sensi di colpa, ma non importa papà non te ne faccio una colpa rilassati>>
<< di che cosa stai parlando Dilan?>>
sussurrò con voce flebile.
<<quando ero piccolo, successero delle cose che il nonno mi obbligò a non raccontare, spesso succedevano durante i viaggi che tu e la mamma facevate>
Mentre tu eri convinto di lasciarmi in buone mani, lui, tuo padre picchiava e minacciava me e la nonna.
All'età di nove anni mi obbligò a tagliare le dita ad una cameriera, il motivo era stupido, aveva macchiato la camicia del nonno, mi obbligò, nonostante il mio non volere, mi costrinse minacciando che se non l'avessi fatto lo avrebbe fatto lui a me.
All'età di undici anni mi obbligò a sparare, ad uccidere e torturare una ragazza innocente per il giusto divertimento, mentre io piangevo insieme a lei e mi scusavo lui rideva.
Ti sto raccontando solo alcuni episodi, raccontarli tutti ci metterei anni.
Ogni volta che mi rifiutavo di fare qualcosa mi picchiava, forte, tanto. ogni volta il mio corpo si cospargeva di ferite che la nonna mi curava.
Mi ricordo le innumerevoli volte in cui quel mostro la picchiava davanti a me, cercavo sempre di mettermi tra di lei e lui, per ripararla, per cercare di proteggerla quel minimo che potevo, le prendevo anche io, ma l'importante era che non facesse male alla mia nonnina,
mi ricordo benissimo di come mi chiudeva in cantina da solo, al buio con solo un bicchiere d'acqua al giorno.
La nonna nonostante tutto, di nascosto mi portava qualcosa da mangiare.
La notte dormiva con me e calmava ogni mio incubo, era un angelo di donna.
Quando provai a ribellarmi a lui mi minacciò di fare del male a voi, in primis alla mamma.
Quando morì la nonna, dentro di me qualcosa si spezzò, cambiò, iniziai ad uscire, a picchiare la gente senza un motivo valido, proprio come mi aveva insegnato.
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dettagli
ChickLitsequel di sguardi. Dilan e Alison riusciranno ad andare avanti nonostante le molteplici divergenze che incontreranno o qualcuno dei due si arrenderà lasciando perdere e continuando per la propria strada?