Find Yourself ~ 12

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Quella sera comunicai la bella notizia ad Esther.

Oddio, sono troppo felice per te!

mi rispose. Io allora scrissi:

Però è stato solo grazie a te e alle tue foto. Senza di loro non avrei mai capito cosa conta davvero per me.
-
Secondo me lo avresti capito comunque. Però è un onore essere stata così speciale per te, Ash.

"Con chi scrivi?".

Mi resi conto che stavo sorridendo e messaggiando freneticamente solo quando sentii la domanda di mio cugino. Lo ignorai, ma lui insistette.

In effetti non c'era motivo di tenere nascosta la cosa.

"Con un'amica".

"Oh, un'amica" disse semplicemente.

Lo fissai confuso, ma lui si limitò a sorridere e rimanere in silenzio.

Poi mi saltò praticamente addosso, spaventandomi. Mi afferrò il cellulare e scappò via, ridendo a crepapelle.

"Hey, il mio cellulare!".

Lo rincorsi per tutta la casa mentre lui urlava il nome di Esther, che aveva letto sullo schermo.

Avrei voluto strozzarlo. Ero arrabbiato perché aveva rovinato un momento bellissimo.

D'altro canto mi faceva piacere che si sentisse già così a suo agio con me da fare scherzi e prendermi in giro.

All'improvviso, però, si fermò su due piedi e si girò nella mia direzione, chiedendomi: "Non quella Esther Won, vero?".

"Che cosa?".

"Esther Won".

"Non capisco" dissi e mi misi a ridere. Vedendo però la sua espressione glaciale, gli strappai il cellulare di mano e fissai lo schermo, come se avesse potuto darmi le risposte che mio cugino non aveva intenzione di darmi.

"Qual è il problema? La conosci?" gli chiesi.

"Non personalmente, ma un mio amico mi raccontava sempre di una sua compagna di classe del liceo di nome Esther Won".

"Beh, non penso che ne esista solo una con quel nome".

"Sì, certo" concordò, pur non sembrando particolarmente convinto.

Io però ero curioso. Se fosse stata davvero lei non volevo perdermi l'occasione di conoscere qualcosa del suo passato.

"E come te la descriveva?".

Mi fissò come se dovesse comunicarmi la notizia più brutta al mondo. Mi sentii gelare il sangue nelle vene.

"Spero davvero che non si tratti di lei, Ash, perché quella Esther Won non era una ragazza a posto".

Mi stavo seriamente preoccupando, sebbene cercassi di convincermi che esistevano anche altre Esther Won.

"Dimmi di più, ti prego!" lo supplicai.

Ci sedemmo sul divano. Mio cugino guardava davanti a sé pensieroso, mentre io osservavo la sua faccia e cercavo inutilmente di leggervi qualcosa.

"Era una ragazza problematica, asociale, misteriosa e aggressiva".

"Aggressiva?".

Ero sconvolto. Di sicuro non poteva essere la Esther che conoscevo.

"È arrivata a picchiare le compagne, da come ho saputo, ed è stata sospesa più volte, quasi espulsa".

Rimasi in silenzio. Mille pensieri mi frullavano per la testa e volevo soltanto scacciarli.

"Non aveva praticamente nessun amico e non era mai gentile con nessuno. Forse questo suo comportamento era dovuto a problemi in famiglia, ma in ogni caso non era accettabile. Il mio amico ci provava ad essere cortese e disponibile con lei, eppure non è servito a niente. Esther non l'ha mai degnato di uno sguardo e ha continuato a lasciarsi andare ai suoi scatti d'ira".

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