Camminai verso casa pensando alla conversazione che avevo appena avuto con mia nonna.
Aveva ragione. Dovevo semplicemente dare a Esther un po' di tempo e farle capire che il mio cuore era in grado di contenere sia l'affetto che provavo verso di lei che verso Ash.
Quel pomeriggio passai qualche ora a lavorare su un progetto. Poi capii che avevo bisogno di svagarmi.
Non vedevo Esther dalla sera prima e più precisamente da quando lei si era rifugiata in camera sua piangendo. Avevo nostalgia di lei, ma non mi sentivo ancora pronta ad affrontarla un'altra volta.
Controllai il cellulare. Avevo una chiamata persa da Ash.
Prima di richiamarlo uscii di casa per prendere una boccata d'aria. Era freddissimo fuori e incontrai pochissima gente per strada.
Mi fermai alla pizzeria all'angolo e comprai un trancio di pizza per cena, dato che ne avevo una voglia disperata.
Mentre percorrevo la strada del ritorno, qualche fiocco di neve si posò sul cartone contenente il mio cibo dal profumo sublime.
Sorrisi. Quell'inverno mi stava dando parecchia soddisfazione, poiché nevicava davvero di frequente.
Una volta a casa, decisi di mangiarmi il trancio di pizza chiacchierando al telefono con Ash.
Ero piuttosto imbarazzata al pensiero di parlare con lui dopo quello che era successo al laghetto, ma allo stesso tempo mi sentivo più sicura, perché sapevo che anche lui provava qualcosa nei miei confronti.
“Amina!” mi salutò felice dopo un paio di squilli.
“Ash! Da quanto tempo, eh?” scherzai.
“Beh, a me sembra passata una vita” ammise. “Mi manchi, Amina. Ti vorrei vedere subito, ma sono troppo stanco per venire. Oggi ho iniziato a preparare gli scatoloni per il trasloco”.
Ash aveva finalmente trovato un piccolo appartamento dove andare ad abitare. Era in affitto, poiché non aveva ancora abbastanza soldi per comprarsene uno, ma era pur sempre meglio che stare ancora a casa di suo cugino.
“Penso che questa sia tra le cose più dolci che tu mi abbia mai detto” gli dissi, e lo credevo davvero.
Provai una strana forma di gioia al pensiero che gli mancavo.
Avrei voluto averlo davanti ai miei occhi per potergli dire come mi sentivo ogni volta che pensavo a lui.
Volevo aprire il mio cuore a quell'uomo. Volevo essere sua.
Volevo confessargli questo e tanto altro, ma non ne ebbi il coraggio. Inoltre preferivo farlo di persona, poiché al telefono non avrebbe avuto lo stesso effetto.
“Comunque penso che ora andrò a divertirmi un po'. Conosco un bar, abbastanza vicino a dove abito io, in cui si può ballare fino a tarda notte” gli comunicai, anche per sentire la sua reazione.
“Certo che sei proprio cattiva, Amina. Proprio quando non ti posso raggiungere, tu decidi di andare a divertirti senza di me”.
Risi e dopo poco rise anche lui.
“Ti farò sapere come va” gli promisi.
Poi ci salutammo e chiusi la chiamata.
Per qualche minuto rimasi sdraiata sul mio letto a fissare il soffitto e a sorridere. Stringevo al petto il mio cellulare e ricordavo le sere in cui trascorrevo ore a messaggiare con Ash.
Mi sembrava che fosse passata una vita da allora, ma in realtà si trattava soltanto di un paio di mesi.
A quel tempo credevo di non poter essere più felice di così, ma mi sbagliavo.
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Yourself
Roman d'amour• Completa • Ash è un giovane uomo che lavora in un bar, ha una ragazza da sette anni e si sente piuttosto felice e soddisfatto. Dentro di lui, però, è sepolta da tempo la sua più grande passione: la fotografia. Saranno alcune foto su Instagram, po...