Yuri
Ancora un'ora e poi sarei potuto tornare a casa. Ancora un po' di fatica e poi avrei avuto il materasso soffice e le lenzuola profumate tutti per me.
I miei occhi si stavano per chiudere. Erano le nove e mezza di sera ed io ero in ufficio dalla mattina presto.
Nessuno me lo chiedeva di restare così tanto. Ero io a deciderlo, ogni giorno. Lo pretendevo da me stesso.
Con la testa fra le mani mi costrinsi a finire di leggere alcuni documenti.
Solo un ritmo costante mi avrebbe portato a continuare a dare il meglio di me e a raggiungere i miei obiettivi.
Non risposi alle telefonate insistenti della mia fidanzata, Norah. Ero un uomo di trentadue anni e non volevo obbedire a nessuno, se non a me stesso.
Alle dieci e mezza mi alzai dalla sedia e sistemai le mie cose nella borsa di pelle che giaceva sul tappeto sotto alla scrivania.
Fuori pioveva a dirotto ed io non avevo l'ombrello. Quella mattina non avrei mai e poi mai detto che ci sarebbe stato brutto tempo, perché il cielo era terso e il sole brillante.
Mi strinsi la borsa al petto, proteggendo il mio lavoro prezioso dalla pioggia, e corsi fino al mio appartamento.
Infilai le chiavi nella serratura ed entrai, richiudendomi poi la porta alle spalle con un tonfo.
Grondavo acqua da ogni centimetro della mia pelle e della mia giacca e desideravo soltanto una tisana bollente e un pigiama asciutto.
Era davvero un autunno piovoso quello.
Salii le scale del palazzo dove abitavo insieme a Norah ed entrai nel nostro appartamento, che in quel momento era invaso da un forte profumo di detersivo.
Norah stava facendo il bucato.
"Hey, Norah, perché a quest'ora?" le chiesi, ingenuamente curioso, e non rendendomi conto che stavo gocciolando acqua sul parquet.
"Potrei chiederti la stessa cosa" mi rispose lei, senza alzare lo sguardo.
Stava stendendo i panni.
"Amore, sai che dovevo finire di lavorare. Sono molto impegnato in questo periodo. Non puoi farmene una colpa" affermai, avanzando nella stanza.
"Stai bagnando tutto, Yuri" disse lei gelida.
Le circondai la vita con un braccio e la avvicinai a me per baciarla, ignorando la sua aria stizzita. Norah si arrabbiava spesso con me, ma riuscivamo sempre ad arrivare a dei compromessi.
"Stai lontano da me!" mi intimò.
Le sue erano parole fredde e taglienti. Obbedii.
"Che cosa succede?" chiesi, sinceramente preoccupato.
"Va' a cambiarti e poi ne parliamo".
La lasciai continuare a stendere i panni. Intanto mi diressi verso il bagno. Mi lavai e mi misi un pigiama pulito, proprio come avevo desiderato.
Però quelle azioni le feci senza rendermene davvero conto. La mia mente era altrove, persa in cupi pensieri. Cosa doveva dirmi Norah?
Non aveva ancora smesso di piovere. La foschia vagava per le strade e le piazze e le luci dei lampioni vi annegavano.
Guardai fuori dalla finestra, il cui vetro era appannato per via del bagno caldo che mi ero appena fatto.
Quel tempo mi deprimeva terribilmente.
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Yourself
Romance• Completa • Ash è un giovane uomo che lavora in un bar, ha una ragazza da sette anni e si sente piuttosto felice e soddisfatto. Dentro di lui, però, è sepolta da tempo la sua più grande passione: la fotografia. Saranno alcune foto su Instagram, po...