4

259 13 2
                                    




Erin

BIIIIIIIIP.
Il suono di un clacson mi fa saltare in aria. Per lo spavento mi sfugge di mano il manico dell'enorme trolley pink che sto trascinando lungo la strada. Nell'altra sto tenendo una gabbietta con al suo interno Mirtilla, che frastornata dal casino si dimena come una dannata. Pesa un quintale e capisco che non durerò ancora tanto.

BIIIP BIIIP BIIIIP.
Mi giro verso la macchina che mi sta mettendo fretta. Si tratta di un Range Rover Velar grigio scuro. I vetri sono oscurati e non riesco a vedere chi è quella persona odiosa che lo sto guidando.

Mentre cerco di abbassarmi a prendere il trolley, alzo il dito medio, mimando con le labbra un bel "Vaffanculo". In risposta il conducente suona ancora e, abbassando il finestrino, mi manda a sua volta a quel paese con un gesto. Constato dal braccio che si tratta di un uomo.

Ricomincio a camminare, ma prima che possa tirare su il finestrino gli urlo, <<Idiota! Sai cosa sono le strisce pedonali?!>>.

Affannata con il trolley da una parte, il gatto dall'altra e lo zaino in spalla, mi dirigo verso la mia destinazione. Ottimo inizio Erin, complimenti.

Appena mi ritrovo dall'altra parte della strada, appoggio le cose per terra, e controllo di nuovo il navigatore sul cellulare.

<<Bene, ci siamo quasi...>>, osservo sul display del telefono.

Ancora 10 minuti di camminata infernale, e sarò arrivata alla mia tanto attesa destinazione.

Per fortuna che il mio buonsenso mi ha fatto raccogliere i lunghi capelli in una coda di cavallo alta, se no starei sicuramente sudando il triplo.

Indosso una leggera T-Shirt bianca, con al centro stampata la scritta "Future is Female", "Il futuro è femmina", e dei calzoncini a vita alta in jeans. Le mie comodissime sneaker bianche mi permettono di non avere troppi problemi a camminare.

Imbocco un'ultima via e mi ritrovo in un quartiere mozzafiato. Ville lussuose e case stupende costeggiano la strada che mi si para davanti.

Titubante ricontrollo il telefono, <<Uhm, la via è quella giusta...>>.

Come un'anima dannata che cammina verso l'inferno, mi dirigo verso la meta.

<<Eccoci qui>>, dico fra me e me, osservando attraverso un cancello di ferro, un'immensa villa moderna. La facciata che riesco a scorgere è splendida. È praticamente fatta tutta di vetri. Enormi finestroni oscurati, nascondono l'interno dell'abitazione. Il tetto è piatto, e continua dritto, comprendo anche metà del grande terrazzo al secondo piano.
Il cartellino riposto sopra al campanello mi conferma che sono nel posto giusto. Scritto nero su bianco, leggo Famiglia Dixon.
L'ansia che fino a poco prima era attutita dalla fatica, ora irrompe nel mio petto come un cavallo impazzito.

Alla fine si sarà capito qual è stata la mia scelta. Ormai è palese. Ho scelto San Diego, la calda California.
Ho deciso di intraprendere questa nuova avventura e di salutare i miei, che hanno scelto di spostarsi verso mete troppo distanti e troppo anonime per i miei gusti.

Finire i miei anni di college in America mi era parsa un'ottima scelta. L'idea di lasciare la mia famiglia non è stata facile, ma mi terrorizzava di più dover lasciare alle spalle il mio ambiente.

Restando qui avrei la possibilità di tenermi in contatto con le mie amiche. San Diego e Medford sono circa a 4 ore di distanza.
I miei genitori invece li rivedrò durante le varie vacanze scolastiche, quindi non dovrò penare molto la loro assenza.

Chiaramente il pensiero di vivere queste ultime settimane estive con amici di famiglia che non vedo da anni, mi fa raggelare il sangue nelle vene. D'altro canto dentro in quella casa dovrò solo dormirci e mangiarci. Avrò una camera tutta mia e potrò evitare qualsiasi presenza negativa che vi è al suo interno.

Territorio NemicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora