27

207 13 2
                                    

Erin

<<Ora tu stai qui tranquillo, ci penso io a sistemare>>. Kaden, con un gemito di dolore, si risistema a pancia in sù sul letto. Il suo viso è sofferente mentre si tiene una mano sullo stomaco.
<<Perchè sei sempre così violenta?>>, mi domanda scocciato e nel frattempo mi sistemo la camicia da notte addosso.
Lo ignoro palesemente e mi dirigo svelta verso la mia scrivania. Afferro la mia borraccia e mi incammino fuori dalla camera, verso il nostro bagno. Riempio la bottiglia d'acqua tiepida e ritorno da quello stupido.
Cerco di fare attenzione a non camminare nel vomito e gli passo la borraccia, ricevendo un'occhiata strana, <<Bevi, che hai bisogno di idratarti. Ora vado a prendere qualcosa per pulire tutto>>.
Afferra titubante quello che gli sto porgendo, <<Tu non sei normale>>.
<<Perchè?>>, chiedo con un pizzico di divertimento nella voce.
<<Pretendi che io beva da una borraccia rosa con disegnati sopra dei gattini con il corpo a forma di arcobaleno? Questo design è psichedelico...>>.
Sbuffo e tento di nascondere un sorriso dandogli un leggero buffetto. Questo ragazzo finirà per farmi impazzire.
Mentre sorseggia cautamente dalla bottiglia, Mirtilla si risistema sul letto da parte a lui e appoggia la testa sul suo braccio. Lo fissa curiosa facendo le fusa.
<<Che vuoi, mostro?>>, le domanda lui scocciato, ma stranamente non la manda via e le dà una leggera carezza sul muso. In tutta risposta la mia gatta obesa gli fa un esile miagolio.
<<Mirtilla non è un mostro...>>, farfuglio dirigendomi verso la porta, <<Trattala meglio che al contrario tuo, a lei piaci>>.
Kaden mi guarda in silenzio, con gli occhi di un verde brillante, nonostante il rossoro e la stanchezza dovuta alla sbronza. Per un breve istante mi pare di scorgere un sorriso sulle sue labbra.
<<Ora vado a prendere qualche straccio, se no qui la camera finisce per puzzare>>, gli volto le spalle ed esco, non ricevendo più alcuna risposta.
Senza far rumore e in punta di piedi, mi dirigo al piano di sotto, dove in teoria dovrebbe esserci lo sgabuzzino con i prodotti per le pulizie. Una volta trovato tutto il necessario risalgo verso il bagno al piano di sopra con un secchiello, alcuni stracci e dei prodotti per il pavimento.
Vado al lavandino e inizio a riempire di acqua calda il secchio, buttando al suo interno un po' di detersivo. Una volta pronto tutto ritorno in camera mia da Kaden.
Quest'ultimo è ancora sveglio e accarezza dolcemente la mia Mirtilla. Sembra un miraggio illuminato solo dalla luce fioca dell'abat-jour. Il suo lungo e massiccio corpo è scolpito e pieno di tatuaggi di ogni tipo. Fa davvero contrasto sulle mie lenzuola rosa, accoccolato alla mia gattona. A vederlo così sembra un teppista di strada bello e dannato. Un teppista che si è intrufolato in camera mia per rubarmi il cuore.
Senza proferire parola, mi inginocchio davanti alla pozza di vomito e, immergendo il panno, inizio a pulire tutto. Mi devo trattenere dal non vomitare a mia volta.
<<Ti piace Nate?>>. La sua domanda mi fa interrompere di colpo quello che sto facendo e, titubante, alzo lo sguardo su di lui.
<<Ancora m'interroghi? Vedi di riposare ora...>>, la sua attenzione rimane sempre focalizzata sulla mia gatta.
<<Lo prendo come un sì...>>.
<<La vuoi smettere?>>, gli domando esasperata mentre termino di pulire lo schifo sul pavimento.
<<Di fare cosa?>>, sbiascica con fare indifferente. Quanto mai il vomito non lo ha strazzato.
Getto gli stracci nel secchiello e prendendolo per il gancio mi alzo in piedi, osservandolo con sufficienza, <<Di fingerti geloso o protettivo...o qualsiasi cosa tu stia facendo!>>.
Non ha nemmeno il coraggio di guardarmi in faccia e non si degna di rispondere alla mia provocazione. Se ne sta zitto a coccolare Mirtilla, la gatta che fino a poco tempo fa lo sdegnava.
<<Bene. Non rispondi?>>, chiedo scocciata in attesa di una risposta che non arrivarà mai.
<<Ottimo. Allora vado a gettare il tuo vomito nel cesso e poi ti aiuto a tornare in camera tua a dormire>>, borbotto pronta a uscire.
<<Non posso alzarmi...se no vomito ancora>>, mi volto per fronteggiarlo ancora una volta.
<<Non prendermi in giro!>>.
Finalmente mi scruta sotto le sue folte ciglia nere. Il suo sguardo è spento e molto stanco. Cerco di non farmi distrarre dalla sua bellezza dannata. Sembra un angelo, ma arrivato dall'inferno.
<<Io sto qui.>> Il suo tono è quello di uno che non accetta un rifiuto. Pare quasi minaccioso; non ha capito però che io non mi farò schiacciare da lui.
<<Ok. Allora dormirò nel tuo letto>>, detto questo esco dalla stanza arrabbiata.
Non appena sono nel bagno svuoto il secchiello nel gabinetto e tiro l'acqua. Do un'altra sciacquata a quest'ultimo e ritorno da Kaden con estrema riluttanza.
Purtroppo è ancora sveglio e mi fissa insistentemente mentre mi sposto per tutta la stanza, posizionando il secchio per terra vicino al letto e raccattando il mio cuscino.
<<E se sto male stanotte?>>, mi domanda quando mi vede andare verso la porta con il cuscino sotto il braccio.
<<Hai il secchio>>, borbotto con un pizzico di senso di colpa.
<<Dai, il secchio non è un buon amico...>>, lo fulmino con lo sguardo.
<<Chiama Cheryl, allora>>, le parole escono dalla mia bocca prima ancora che io possa fermarle.
<<Cheryl...?>>, domanda confuso appoggiandosi sui gomiti per alzarsi di un poco.
<<Già. La simpatica Cheryl>>.
<<Non dirmi che sei gelosa?>>, ridacchia improvvisamente gettando indietro la testa.
Scuoto la testa con la rabbia che ribolle nelle vene, <<Gelosa? Di te poi?!>>.
Fa per ribattere ma lo interrompo, <<La tua cara Cheryl è venuta da me stasera, facendomi capire diverse cose>>.
I suoi occhi dapprima divertiti si fanno seri e severi, <<Quali cose?>>.
<<Beh, direi che il succo del discorso è che devo starvi lontana>>. Nelle sue iridi inizio a scorgere delle fiamme danzare.
<<Quella troia...>>, si lascia ricadere sul letto e si porta le mani al viso.
<<Quindi perchè non iniziare da ora?>>, domando quasi a me stessa.
<<Erin, smettila di fare la bambina e vieni qui>>, insiste snervato lanciandomi l'ennesima occhiataccia.
<<Non riesci a dormire da solo?!>>.
Distoglie i suoi due occhi magnetici da me e rimane per qualche secondo ammutolito.
<<No. Non stasera...>>, confessa mentre osserva Mirtilla sgattaiolare sotto il letto.
<<Beh, mi sa che ti tocca>>, mi stringo forte il cuscino al petto, indecisa se prendere e andarmene. Ma i miei piedi rimangono incollati sul pavimento come se avessi degli enormi macigni sulle caviglie.
<<Ancora qui?>>, mi deride, ma subito si tocca lo stomaco muscoloso con un gemito, in preda a una nuova contrazione.
Sbuffo forte e roteando gli occhi mi dirigo verso il mio letto. Kaden con grande sorpresa mi guarda stendermi da parte a lui.
<<Ricambio il piacere...>>, borbotto sistemandomi il cuscino sotto la testa, <<Tu mi hai aiutato e ora aiuto io te. Non montarti la testa>>.
<<Ho la lava nella pancia>>, si tocca gli addominali con aria sofferente.
<<Quello non è niente>>, si gira a guardarmi perplesso, aggrottando le soppracciglia, <<Aspetta di svegliarti domani mattina e renderti conto che sei nel mio letto>>.
<<L'unica cosa di cui mi pentirò è di vederti dormire ancora vestita>>, ammicca facendomi perdere subito un battito.
<<Lo stesso corpo che ripudiavi tanto?>>, domando con il dente ancora avvelenato ripensando a tutte le volte in cui mi ha dato della grassa o della brutta.
Chiude gli occhi mentre l'ombra di un sorriso si disegna sulle sue labbra, <<Come sei permalosa. Avresti preferito che ti dicessi la verità?>>.
<<E quale sarebbe la verità?>>.
<<Che ogni notte da quando ti ho vista per la prima volta, dopo tanti anni, immagino di scoparti>>, rimane tranquillo e sereno mentre dalla sua bocca esce un'altra confessione piccante. Al contrario suo io inizio subito ad agitarmi, in preda alla vergogna. Quanto mai gli ho domandato questa cosa. È sotto l'effetto dell'alcool e non è per niente in grado di gestire ciò che dice. Mi sento colpevole per aver approfittato di questo suo momento di perdizione. Quindi decido di non importunarlo con altre domande scomode. Anche per il timore di scoprire cose di cui mi pentirei.
<<Adesso dormi e sta zitto. Se no giuro che me ne vado in camera tua>>, lo minaccio mentre spengo la luce, facendoci piombare di nuovo nel buio.
<<Posso abbracciarti?>>, domanda poggiandomi una mano sul fianco. Gliela allontano subito facendolo ridacchiare.
<<No>>.
<<Baciarti?>>.
<<No>>.
<<Toccarti?>>.
<<No>>.
<<Dammi almeno una gioia>>, di nuovo la sua risata invade le pareti della stanza.
<<Sono qui, non basta?>>, borbotto cercando di sopprimere un sorriso che tanto lui non potrà mai vedere.
<<Hai ragione. Mi basta>>, con mia sorpresa sento la sua mano stringere la mia. Le nostre dita si intrecciano complici nell'oscurità. Un piccolo gesto che fa riattivare lo sfarfallio delle farfalle nel mio stomaco.
<<Buonanotte, ranocchia>>.
Ed è così che piombiamo lentamente nel mondo dei sogni. Mano nella mano. Con i battiti del cuore che dolcemente rallentano, raggiungendo il sonno tanto atteso.

Territorio NemicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora