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Erin

Rimango irrequieta sotto lo sguardo dispiaciuto di Nate. La fronte aggrottata e gli occhi severi, lo rendono molto simile al suo gemello e la cosa mi fa sentire ancora peggio.
Distolgo velocemente la mia attenzione da lui, concentrandomi sulla professoressa Hellenson ancora sorpresa dalla reazione di Kaden.
<<Se non ci sono altri studenti pronti a scappare, allora darei inizio alla lezione.>> La donna di mezz'età, dal fisico robusto e sgraziato, si avvicina alla cattedra facendo muovere il caschetto brizzolato.
<<Dobbiamo parlare...>>, sento bisbigliare dal mio vicino di banco.
<<Di cosa?>>. Le mani mi tremano leggermente mentre la Hellenson inizia il tema della giornata.
<<Lo sai di cosa, Erin.>>
<<Cerca di essere più chiaro, Nate. Non capisco>>, insisto iniziando a prendere appunti.
<<Davvero?>>.
Sento i suoi occhi bruciarmi addosso come carboni ardenti. Inizia a darmi sui nervi questa conversazione.
<<Sì, Nate. Davvero.>> Sbotto alzando leggermente il tono di voce.
<<Ci sono problemi?>>. Sia io che il gemello dai capelli biondi, ci irrigidiamo al suono della voce  grave della professoressa. Ci sta richiamando e i suoi piccoli occhi scuri contornati da fitte rughe, ci guardano intransigenti.
<<No, professoressa Helleson.>> Risponde Nate, ammaliandola con un sorrisa a trentadue denti.
Fortunatamente il mio compagno di banco decide finalmente di calmarsi, incominciando a seguire la lezione.
Cerco invano anche io di prestare attenzione, ma una certa agitazione mi pesa sullo stomaco.
Mi sono cacciata da sola in questa brutta situazione e ora, con malavoglia, dovrò uscirne in qualche maniera.



-


Finita la lezione di letteratura, sistemo frettolosamente tutte le cose nello zaino, pronta a scappare da Nate e da una discussione ancora troppo difficile da affrontare.
Chiaramente penso di sapere di cosa voglia parlare; ovvero di me, di lui e del suo odioso e irritante fratello.
Da quando in qua sono diventata così una poco di buono? Cosa mi ha spinta tra le braccia di Nate quella notte? La tristezza per Kaden? La solitidudine?
Deglutisco a fatica mentre vengo sommersa dalle mille domande che mi frullano nel cervello.
Perchè sei un'idiota egoista. Ecco la vera risposta.
Getto un'occhiata fugace al gemello ancora intento ad appuntare qualcosa sul quaderno.
È il momento buono per sgattaiolare via.
Mi infilo maldestramente tra la fila di studenti pronti a uscire dall'aula, e in men che non si dica mi ritrovo nel corridoio.
Cammino a passo svelto, pronta ad andare alla prossima lezione della giornata. Giro a sinistra e imbocco le scale per salire al piano di sopra.
Vengo sorpassata da un gruppo di ragazzi della squadra di football, intenti a chiacchierare del più e del meno. Per qualche secondo mi perdo nei miei pensieri, osservando i volti dei giovani che mi circondano; sembrano tutti così spensierati al contrario di me.
Quando finalmente sto per arrivare nell'aula di scienze sociali, vengo bruscamente strattonata in una stanza.
Faccio per urlare, ma una mano ruvida e callosa mi tappa la bocca, facendomi sbarrare gli occhi.
Mi accorgo di essere stata trascinata dentro uno sgabuzzino polveroso. Sono accerchiata da prodotti per la pulizia, vecchie scartoffie e scatole ripiene di materiale scolastico.
I miei occhi vagano rapidamente sul mio sequestratore, che mi sovrasta di diversi centimentri. Mi basta sentire il suo profumo per riconoscerlo.
Gli scosto con malgarbo le dita dalle mie labbra, <<Sei forse stupido?! Che ti salta in mente!>>.
Quei familiari occhi color del bosco mi fulminano con disappunto, <<Preferivi che ti fermassi dicendoti: "Ehilà, Erin! Facciamo due chiacchiere in privato?">>.
<<Certo, Kaden. Questa si chiama educazione, o meglio dire, civiltà>>.
<<Beh, sono incivile, va bene? Se fossi venuto da te garbatamente probabilmente mi avresti ignorato.>>
Su questo non aveva tutti i torti.
Il suo corpo imponente è troppo vicino a me, e per quanto io cerchi di rimanere tranquilla, il mio cuore non smette un attimo di battere come se stessi facendo una maratona.
Per opprimere l'emozione di averlo di nuovo così vicino, gli poggio le mani sul petto muscoloso e tento con tutte le mie forze di spingerlo via.
<<Cazzo!>>, sbotto di colpo, notando che lui non si sposta di un centimetro, <<Devo andare a lezione. Ti vuoi spostare?>>.
<<Prima stavi bleffando?>>, ignora la mia fretta di andarmene e mi contempla con sguardo vigile. Dalla sua espressione riesco a scorgere quanto sia ancora scocciato.
Le mie guance iniziano ad arrossire come al solito, ma stavolta per la vergogna non più per la rabbia. Mi faccio schifo.
<<Allora...?>>. La sua insistenza non fa altro che mettermi agitazione.
<<Cosa interessa a te?>>.
Nelle sue iridi chiare balena una brutta ombra, <<Erin, rispondi.>>
<<Io ti interrogo mai su con chi esci e con chi ti diverti? No. Quindi non vedo perchè io ti debba qualsiasi genere di spiegazione. Non sei il mio ragazzo>>. E stavolta so che ho ragione, malgrado gli sbagli dello scorso weekend.
Kaden sembra un po' in difficoltà, mentre si passa le mani fra i capelli. Pare quasi esserci rimasto male. O forse è solo una mia erronea interpretazione.
<<Non mi piace questa cosa.>> Se ne esce alla fine inclinando il viso verso il mio, in cerca dei miei occhi.
Appoggia lentamente il braccio contro il muro alle mie spalle, facendomi sentire ancora più in trappola.
<<Cosa non ti piace?>>, invece di ignorare la sua frase, non riesco a tenere ferma la lingua e finisco per stare dietro al suo discorso.
<<Tu non mi piaci>>. Mi raggelo sentendogli dire quelle parole cattive.
<<Allora smettila di perdere tempo e lasciami andare a lezione.>> Provo a sgusciare via da lui, ma con l'altro braccio mi blocca la strada. Ora è ancora più vicino, al punto che il suo caldo respiro mi solletica la pelle.
<<Non mi piace come mi fai sentire. Odio non avere le cose sottocontrollo>>, la sua voce è diventata più morbida e per un attimo mi sento fremere.
<<Sei andata veramente con un altro ragazzo?>>, la sua domanda risulta alle mie orecchie quasi supplichevole.
<<E tu?>>, cerco disperatamente di ribaltare il discorso.
Kaden schiocca la lingua con fare scocciato, <<Ho solo baciato quella ragazza. Nulla di più.>>
Era stato lui a cominciare a fare lo scemo davanti ai miei occhi con un'altra, ma allora perchè mi sento così maledettamente in colpa?
Noi non siamo una coppia, non siamo nemmeno amici. Non gli devo niente; nemmeno a quei splendidi occhi dalle mille sfumature che ora mi fissano angosciati.
<<Non vedo quale sia il problema, Kaden. Tu ti diverti, io faccio lo stesso.>>
<<Non hai risposto alla domanda...>>. I sensi di colpa mi attanagliano l'anima, ma non è per lui che devo sentirmi così. Piuttosto per Nate.
<<Vuoi veramente saperlo?>>, esclamo con una voce fin troppo acuta, <<Sì, sono stata con un ragazzo.>>
Quasi l'avessi preso a sberle, Kaden si stacca dal muro bruscamente con una faccia incredula. Le sue labbra carnose sono schiuse leggermente, come fossero pronte a dire qualcosa.
<<Perchè fai così? Maledizione!>> Mi stringo forte le braccia al petto, in cerca quasi di protezione, <<Mi tratti male, mi dici che non ti piaccio, mi eviti come la peste, ma poi reagisci come un pazzo se mi frequento con altri ragazzi!>>.
Si passa una mano sul volto tirato da non so quale emozione. È spento.
<<Con chi eri?>>. Ancora una volta evita di rispondere e discutere del vero tema della discussione; ossia noi due.
<<Non sono affari tuoi.>>
<<Erin, cazzo. Con chi eri sabato sera?>>. Nella sua domanda però, pare quasi celarsi già la risposta. I suoi occhi lo ingannano: lui ha un'intuizione.
<<Devo andare, Kaden!>>
Con tutte le forze che possa avere il mio corpo minuto, mi scaravento addosso al suo toroce per farlo retrocedere.
Ma come ormai sappiamo, Kaden è sempre in grado di prendermi in contropiede e in un attimo mi ritrovo stretta fra le sue braccia.
<<Tu sei pazzo!>>, sibilo tra i denti tentando di rimanere impassibile al contatto dei nostri corpi.
La scarica elettrica che vi è nell'aria è intensa, per niente paragonabile a quella con Nate.
<<L'hai baciato, non è vero?>> Avvicina la mano al mio viso e di riflesso chiudo gli occhi con forza.
Il tocco leggero di un polpastrello mi sfiora il labbro inferiore facendomi fremere come una foglia al vento. La sua voce è poco più di un sussurro, <<Sei stata con lui. Non mentirmi.>>
<<Smettila, Kaden.>> Lo supplico ancora con gli occhi serrati, sentendolo avvicinare al mio viso. Non voglio che legga la verità riflessa nelle mie iridi. Non voglio nemmeno vedere quello che sta provando. Fa troppo male.
D'improvviso la sua bocca si scontra brutalmente con la mia, facendomi sussultare. La sua stretta si fa più solida, stritolandomi a tal punto da spezzarmi il fiato.
Con una mano mi tiene saldamente la nuca, mentre con l'altro braccio mi stringe la vita.
Cerco di non rispondere al bacio, ma la sua insistenza mi fa pian piano cedere.
Kaden mi divora letteralmente la bocca, come se avesse paura che da un momento all'altro potessi scomparire e dissolvermi come fumo.
La sua lingua mi costringe a fargli spazio nella mia bocca; in cerca disperatamente della mia.
Gemo, ormai in balia delle sensazioni forti e dell'eccitazione. Con il suo corpo mi spinge contro il muro, infilando una gamba tra le mie.
Le nostre labbra si muovono veloci, quasi aggressive e prepotenti. E tra i suoni dei nostri respiri spezzati e dei baci passionali, mi rendo conto di quanto mi sia mancato.
Il gemello burrascoso si scosta leggermente da me, sfiorandomi unicamente il naso con il suo. Apro le palpebre e mi agito non appena i nostri sguardi si fondono. <<Cosa è successo tra di voi?>>.
Nell'udire quella domanda scomoda, tutta la passione si spegne in un momento, facendomi tornare alla realtà.
<<Kaden...>>.
<<Ti ha toccata?>>.
<<Ti prego.>>
Con una mano si fa strada sotto la mia maglietta spezzandomi il respiro dalla sorpresa. Provo a fermarlo, ma ormai si è già impossessata del mio seno.
<<Cosa ti ha fatto, Erin!>>. Il suo tono è baritonale, e non mi accarezza più con calore, ma piuttosto con distanza.
<<Dio, ti vuoi fermare!>> Le lacrime mi pizzicano gli occhi, ma questo non gli fa desistere dallo scostarmi il reggiseno e toccarmi ancora con più prepotenza.
Tento invano di farlo calmare, ma non appena apro bocca, le sue labbra gonfie e arrossate si fiondano nuovamente sulle mie.
Le sue dita mi sfiorano il capezzolo, facendolo inturgidire all'istante. Il suo fiato caldo si riversa nella mia gola in un bacio disperato.
Non ha pietà. Mi sta divorando.
<<Come puoi essere così meschina?>>, con la mano libera mi afferra il viso con forza, costringendomi a guardarlo in quegli occhi così foschi e gelidi.
<<Perchè sei andata proprio con lui ? Con mio fratello...>>.
Il sangue mi si gela nelle vene; il senso di colpevolezza e di vergogna fanno capolino dentro al mio cuore. Quell'ansia che ormai da giorni tentavo di scacciare mi piomba addosso come un fulmine, facendomi tremare le ginocchia.
<<Io...>>, stavolta Kaden rimane in ascolto, come se stessi per dire la cosa più importante del mondo.
<<...non riuscivo più ad aspettarti.>> Dico con voce flebile.
Quando quelle parole mi scivolano via dalla lingua involontariamente, quasi avessero una vita propria, sui nostri volti si dipinge un vasto spettro di emozioni indefinibili.
Le sopracciglia del gemello si aggrottano, creando sulla sue fronte una ragnetela di rughe.
Le labbra, che poco prima era strette in una linea sottile e tesa, si schiudono dall'incredulità.
Per qualche secondo nutro la speranza che possa capirmi; che possa comprendere i miei errori; che possa sentire quello che realmente provo per lui.
<<Ah.>> Le sue pupille dilatate saettano agitate su tutto il mio viso. <<Scusami, non avevo capito che avessi bisogno di fotterti mio fratello per colmare i vuoti che ti ha lasciato la mia assenza.>>
Paralizzata dalle sue parole acide e taglienti, rimango a boccheggiare in cerca di una giustificazione. Una giustificazione che non esiste.
Ma nonostante tutto, una parte di me ancora non si pente di quello che è avvenuto con Nate.
Doveva succedere. Anche se sbagliata e senza futuro, quella notte con Nate è come se avesse chiuso una porta semi aperta. Uno spiraglio che fomentava una speranza di una relazione che non sarebbe mai nata.
Qualcosa che se fosse rimasto senza risposta avrebbe potuto solo ferirci negli anni, facendoci credere che qualcosa tra di noi poteva crearsi.
Ma è un'illusione che è andata a spegnersi in fretta, come le fiamme di un fuoco sotto una tempesta.
Io e Nate non ci siamo mai appartenuti. E lo abbiamo capito. Ci siamo amati e ci siamo persi all'istante.
Con Kaden invece no; quelle fiamme non sono mai andate a spegnersi, anzi, hanno arso ogni centimetro della mia anima.
È lui che ho sempre voluto. In ogni momento.
In un attimo ritorno alla realtà: il corpo di Kaden si fa distante, lasciando la mia pelle al freddo, sfiorata solamente dalla stoffa dei miei vestiti e dalla vergogna delle mie azioni.
I suoi occhi verdi sono diventati ancora più scuri, pieni di una tristezza struggente. Avrei preferito leggervi dentro rabbia, invece di quel sentimento infelice che mi fa stringere lo stomaco.
Alzo una mano incerta verso la sua direzione, ma l'unica cosa che ottengo è un'occhiata delusa.
Il gemello scuote la testa con amarezza, sistemandosi il ciuffo di capelli scuri che gli ricade sulla fronte.
<<Non ti voglio più vedere.>>
<<Kaden...>>, mi porto le dita tremanti contro la bocca, <<Mi dispiace.>>
Sento il familiare pizzicore nei miei occhi; le lacrime fremono sotto le mie palpebre, pronte a scendere sulle mie guancie.
<<Anche a me dispiace, Erin.>> Un ghigno amaro gli si forma sulle labbra. <<Mi dispiace di essermi avvicinato a te e di averti conosciuto. Tu sei un'egoista senza cuore>>
<<Come puoi dire questo?>>, domando in un tremolio incessante, <<Non è stata solo colpa mia. L'errore l'abbiamo fatto in due.>>
Lo sguardo che mi lancia dà l'aria di non voler sentire giustificazioni, ma come è mio solito fare non ascolto il suo tacito comando.
<<Ti ho dato una possibilità. Ti ho concesso di avvicinarti a me, di aprirmi e capirti attraverso i tuoi modi scortesi e prepotenti; di guardare aldilà di quello che volevi far vedere alla gente. Mi sono donata a te, come non avevo mai fatto prima di allora.>> Stringo le mani a pugno, allontando dal mio cuore i sensi di colpa e accogliendo al loro posto rabbia e disperazione.
<<E sai cosa? L'unica cosa che sei stato in grado di fare in continuazione è ferirmi. Ti avvicinavi, prendevi quello che volevi da me e alla fine ti allontanavi facendomi ogni volta male. Pretendi che io non possa sbagliare, che debba essere perfetta e immacolata, quando ogni benedetta volta tu hai fatto il cazzo che ti pareva con il mio corpo... e con il mio cuore!>>.
La mascella di Kaden è rigida e minacciosa, e sulla sua faccia c'è una tensione palpabile.
Quello che sto dicendo non gli sta piacendo.
<<Con il tuo cuore? Mi prendi per il culo?!>>, mi guarda dall'alto con rimprovero e la cosa mi fa sentire ancora più piccola.
<<Non fare il finto tonto, Kaden!>>.
<<Illuminami, Erin. Sono curioso. Cosa avrei fatto al tuo cuore?>> Alza le braccia esasperato verso di me, per farmi intendere di continuare il mio discorso.
<<L'hai fatto innamorare di te. Ecco cosa hai fatto, Kaden.>> Quasi urlo, buttando ai quattro venti i miei sentimenti.
Il gemello rimane per qualche secondo esterefatto dopo aver sentito con le sue stesse orecchie la mia dichiarazione. La sua espressione è incredula e per qualche istante vacilla, come se non fosse sicuro di aver capito bene.
Le lacrime finalmente scendono come gocce di pioggia lungo i miei zigomi, facendo trapelare tutta la mia tristezza.
Kaden finalmente scuote la testa e abbassa la ciglia per evitare di guardarmi piangere, <<Non prendermi in giro parlandomi d'amore. Se davvero quello che provi per me fosse amore, allora non saresti andata a letto con una delle poche persone a cui tengo. Non con il mio gemello, Erin. Potevi essere arrabbiata, sola, delusa e avercela a morte con me, ma questo non giustifica ciò che hai fatto.>>
<<Non mi sto giustificando.>>
<<Sì, invece. Ma poco importa, le cose non cambiano. Non ti voglio più vedere, fai quello che ti pare d'ora in poi: vai a letto con chi vuoi, prendi in giro mio fratello, ma per favore, stammi alla larga.>>
Faccio un passo in avanti per fermarlo, ma di colpo una luce forte ci colpisce. La porta dello sgabuzzino è stata aperta da qualcuno, sorprendendoci nel mezzo della nostra discussione.
<<E voi due cosa ci fate qui?!>>.
Una donna piccola e smilza, dal viso gentile segnato dall'età, è ferma nell'uscio della porta. Indossa una divisa celeste e capisco subito che è la bidella della scuola. Ci guarda sgomenta mentre cerca di capire che cosa ha appena interrotto.
Kaden si rimette subito in sesto, sistemandosi la felpa con fare disinvolto. Non mi degna nemmeno di uno sguardo e si accinge ad andarsene con le mani sprofondate nelle tasche dei jeans.
<<Ci scusi il disturbo, non accadrà più.>>
Detto questo, Kaden se ne va via, lasciandomi da sola in lacrime davanti alla povera donna delle pulizie che mi fissa con preoccupazione.
<<Tutto bene, cara?>>.
<<No, purtroppo non va affatto bene.>>

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Ciao splendori!❤️

Un nuovo capitolo è giunto al termine e pian piano si arriva verso la fine del libro.

Che dire, la nostra protagonista l'ha combinata grossa. Siete d'accordo con le sue azioni?🤔

Il nostro povero Kaden è sconvolto, non solo dalla gelosia ma dal dolore. Si è sentito tradito come non mai. Ha il diritto di essere tanto arrabbiato e deluso da Erin?🥲

Fatemi sapere i vostri pensieri☺️

Vi mando un bacio grande,

La vostra Luna🌙

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