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Erin

Sono passati ormai alcuni giorni da quell'episodio di pura cattiveria avvenuto in palestra.
Il mio anonimato è andato a farsi benedire in pochi secondi: quel maledetto video in cui mi si vede completamente sporca di vernice è diventato ormai virale.
Passare nei corridoi ora è diventato un supplizio. Ogni mia entrata nell'edificio si trasforma in una navata della vergogna.
Gli occhi degli studenti sono sempre fissi su di me e alcuni ancora sono ignari del perchè le tre sorelle ce l'abbiano con me.
Come fanno a non ricordare la scenata di Kaden alla festa di Spencer?
Alla fine erano praticamente tutti ragazzi di questo college.
Possibile che non ricordino l'umiliazione di Cheryl?
<<A cosa pensi?>>, mi domanda Brenda, affiancandomi durante l'interminabile tragitto verso l'uscita della scuola.
Getto uno sguardo furtivo fuori dalla finestra, verso il campo da football. La squadra di Kaden e Nate ha già iniziato l'allenamento della giornata.
L'ormai familiare fitta al petto si fa sentire e un velo di malinconia prende forma nei miei occhi stanchi.
Il gemello dall'anima burrascosa non mi rivolge neanche più la parola. Non solo mi evita come la peste e non risponde ai miei messaggi, ma mi ha persino bloccata sui social. Come se io stessi lì a ficcanasare nella sua vita. Non l'ho mai fatto prima, figuriamoci ora che ci siamo allontanati.
Per quanto riguarda Nate, non c'è molto da dire. Anche con lui le cose sono abbastanza tese, se così posso dire. Ci parliamo e scherziamo come se nulla fosse, ma nell'aria alleggia ancora l'imbarazzo e quell'atmosfera di cose non dette.
Non ha più voluto insistere su un chiarimento per quanto concerne il mio battibecco avvenuto in classe con suo fratello. Di certo, però, sa che Kaden è a conoscenza di tutto; perchè come evita me, evita pure lui.
<<Erin?>>. Brenda mi afferra per il braccio prima di varcare il portone che da sul cortile. I suoi occhi indagatori mi scrutano intensamente.
<<Scusami, cosa stavi dicendo?>>, le chiedo, sistemandomi un ciuffo di capelli ribelli dietro all'orecchio.
<<Sei sempre sovrappensiero. Lo vedo che non stai bene.>>
Mi mordo il labbro inferiore percependo una nota di disagio. Nel frattempo la folla di studenti ci sorpassa, lanciandomi qualche occhiata incuriosita.
<<Possibile che non trovino niente di nuovo di cui parlare? Mi fissano sempre, cazzo!>>, sbotto esasperata, incurante di farmi sentire dalle orecchie di un gruppetto di ragazze lì vicino.
<<Vieni con me...>>, Brenda mi prende a braccietto, come a voler proteggermi da quella marmaglia di curiosi, e mi trascina all'esterno.
L'aria fresca di settembre mi accarezza dolcemente il viso, facendomi dimenticare per qualche istante del nervosismo che si cela in me.
La mia amica non dice una parola, finchè non arriviamo davanti alla sua macchina rossa. Mi incita a salire e, non appena prendo il posto del passeggero, sbattendo la portiera più forte del dovuto, continua il suo discorso.
<<Questa storia con i gemelli deve finire. Non riesco a vederti così abbattuta e mi è difficile pure accettare questo disagio che si è creato fra tutti voi.>>
Faccio per aprire bocca, ma la sua mano si posa maldestramente sulle mie labbra; la mia amica ha la faccia di chi non vuol essere interrotto. <<Lo so cosa stai per dire, ma ti fermo subito. Devi smettere di fare la parte della povera vittima che si colpevolizza per ogni fottuta cosa. Ok, non sei stata saggia nel divertirti con entrambi i gemelli. Ma ehi! Non sei ne la prima ne l'ultima che ha fatto questa cosa con i fratelli Dixon. Sono loro che avrebbero dovuto badarsi a vicenda: tutti e due erano ben coscienti dei rispettivi sentimenti nei tuoi confronti. Quei due idioti hanno agito per puro egoismo. Si sono feriti a vicenda, capisci? È vero che non sei del tutto innocente, ma di certo non sei stata tu ad andare a letto con la cotta di tua sorella. Per non parlare poi dell'atteggiamento di Kaden; inaccettabile.>> Si passa una mano sulla faccia, mostrandomi tutta la sua esasperazione.
<<Erin, vuoi capire che Kaden è stato il suo stesso carneficie dall'inizio? Ha sempre avuto da ridire riguardo a te, quando poteva ti sminuiva e per chiudere in bellezza ha pure finto di non essere minimamente interessato. Per l'amor del cielo, lo conosco bene e so che ha fatto così perchè si è trovato impreparato a questa situazione. Ma non può nemmeno pretendere che tu rimanga lì come una stoccafissa a subire e ad aspettarlo. C'è un limite a tutto.>>
Sotto le mie folte ciglia i miei occhi pizzicano leggermente; sentire queste parole mi alleggerisce il peso che porto sull'anima.
Brenda capta il mio cedimento emotivo e con dolcezza, avvicina la sua mano alla mia. Le sue dita si stringono con delicatezza sulla mia pelle fredda.
So che non ha tutti i torti, ma mi risulta difficile ancora accettare di avere fatto questa cosa ai gemelli.
<<Andiamo da Fred&Lorna a berci un caffè?>>, prendo il coraggio di alzare le palpebre e guardarla in volto.
Senza pensarci due volte, le sorrido e annuisco.
Sono grata di aver un'amica buona come lei.



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