37

189 9 0
                                    

Nate

<<Mi sto pentendo di aver acettato, Brenda>>. Mia cugina mi osserva divertita mentre sistemo le ultime cose dentro lo zaino da trekking.
<<Che vuoi che sia una notte in montagna? Abbiamo già fatto di peggio, caro cugino!>>, afferma lei convinta. <<Datti una mossa che Kaden ed Erin sono già pronti che ci aspettano>>.
Solo nell'udire il nome di Erin, mi balena nella testa il ricordo di quello stupido bacio. Sentire la sua bocca sulla mia mi scatena ogni volta dei brividi in tutto il corpo; come se potesse soddisfare il mio desiderio per lei solo con quel semplice contatto.
Quel bacio, seppur breve, è stato intenso e mi ha sconvolto nel profondo. Ne avevo bisogno come un uomo ha bisogno dell'acqua nel deserto. È quella cosa che aspettavo da una vita: l'emozione, la voglia di vederla, di baciarla, di sentire le farfalle nello stomaco, di vibrare tutto. È forse questo il sentimento che chiamano amore? Un innegabile bisogno dell'altro?
Ma come al solito mi sono scottato con il fuoco, perchè non si trattava di un bacio dato per amore, ma semplicemente per uno stupido gioco: Obbligo e Verità.
Non solo la mia serata era iniziata di merda, ma era pure finita peggio. Chiaramente le voci e i pettegolezzi nella nostra generazione non mancano, e a quanto pare il gioco, una volta che me ne sono andato, era continuato in una maniera inaspettata. Quel coglione di Kaden, pur di salvare la faccia a Erin, aveva deciso di sacrificarsi facendo lo spogliarello al posto suo.
Lui è così incoerente che mi dà i nervi. Onestamente avrei fatto la stessa cosa se fossi stato anche io al suo posto, ma perlomeno non fingerei di odiarla e trattarla male gratuitamente, per poi correrle dietro come un cane bavoso.
Kaden potrà negare quanto vuole, ma è pur sempre il mio gemello e lo conosco molto bene. Lui è pazzo per Erin Allen. Già da bambini lo avevo percepito con i suoi comportamenti scorbutici, ma ora che siamo cresciuti è palese.
La guarda nello stesso modo in cui la guardo io.
<<Ricordami ancora una volta perchè facciamo questa cosa?>>, borbotto, chiudendo la zip dello zaino.
La biondina mi aiuta a sistemare lo zaino sulle spalle e mi scosta i capelli dalla faccia con premura, <<Perchè è da un po' che tu e Kaden non fate qualcosa insieme. Quale posto migliore della montagna per riappacificarsi?>>.
Scosto le mani di mia cugina ed esco da camera mia, <<Perlomeno hai preso le tende?>>.
<<Sì, Nate. Ti sembro tanto sbadata? Le aveva mio papà in garage. In macchina ci sono quattro sacchi a pelo che poi ci dovremo distribuire nelle rispettive borse.>>
Arriviamo finalmente di fuori, ed il cielo è ancora chiaro, essendo solo le sei del mattino. Kaden ed Erin sono in silenzio davanti al Range Rover, quasi fossero in imbarazzo.
Beh, non hanno tutti i torti a esserlo dopo quel gioco di merda a cui hanno partecipato tre sere fa.
<<Il gatto vi ha mangiato la lingua?>>, li fulmino con gli occhi, togliendomi lo zaino e sistemandolo insieme agli altri nel bagagliaio della macchina di mio fratello.
Nessuno dei due risponde alla mia provocazione, e la cosa mi lascia un leggero sospetto. Non si sono parlati tanto ultimamente, ma non sembrano neppure arrabbiati. Si evitano, ma senza attaccarsi. Sono davvero troppo strani, soprattutto la piccola Allen.
L'ho osservata tanto in questi giorni durante le cene a casa con mia madre, e devo dire che vedo qualcosa di diverso in lei. Non so se ha fatto qualcosa ai capelli o altro, ma è diventata ancora più bella. Più raggiante.
<<Possibile che sei sempre così lento, Nate?>>, sibila il mio gemello salendo in macchina e sbattendo forte la portiera. Non è di buon umore.
Brenda fa per accomodarsi dietro insieme a Erin, ma l'anticipo e mi fiondo dentro l'abitacolo prima che possa farlo lei. Mi osserva con circospezione, ma non fiata e si siede sul sedile da parte a mio fratello.
Quest'ultimo mi lancia uno sguardo truce dallo specchietto retrovisore, ma io lo ignoro e sorrido a Erin.
<<Pronta a camminare tra le montagne di Santa Barbara?>>. Mi guarda timidamente con un mezzo sorriso e il mio cuore perde un battito.
<<Beh, direi proprio che sono pronta. Alla fine sono abituata a camminare in montagna. Ci andavo spesso quando vivevo nel Wyoming>>.
<<Che bello, ragazzi! Concludiamo bene questa settimana prima dell'inizio del collage!>>, esulta Brenda, alzando a manetta la musica rock.
Dopo una lunga mezz'ora in totale silenzio, accompagnati solo dalla playlist di Kaden, Erin prova a dire qualcosa.
<<Quante ore di viaggio sono?>>.
<<Ci vogliono tre ore per arrivare a Santa Barbara>>, inizia a spiegare mia cugina, <<Quando saremo lì parcheggeremo la macchina e ci incammineremo verso l'Inspiration Point>>.
<<Ok.>>
Con la coda dell'occhio osservo la mia coinquilina, che sembra essere abbastanza agitata. Nessuno in questa macchina, eccetto Brenda, pare entusiasta della gita improvvisata.
<<Siete sicuri che si ricorderanno di dare da mangiare a Mirtilla?>>, domanda un'altra volta Erin con fare nervoso.
<<Quella gatta è talmente grassa, che potrebbe sopravvivere per quarant'anni senza mangiare niente!>>, sbotta Kaden, scoppiando a ridere.
Erin pare per qualche istante sorpresa di aver sentito la voce del mio gemello, ma in un secondo il suo stupore viene sostituito dalla rabbia.
<<E a te invece non basterebbbe una vita per avere un cervello funzionante!>>.
<<Il mio cervello funziona benissimo, scema>>. Le dita di Kaden stringono talmente forte il volante, che pian piano diventano bianche.
<<Non si direbbe...>>, farfuglia Erin, poggiandosi al finestrino e incrociando le braccia al petto.
<<Ha parlato quella che quasi se la faceva con Benjamin Morrison>>.
Ok, forse stanno tornando i soliti di sempre. E devo ammettere che la cosa mi fa stare meglio.
<<La vuoi smettere con questa storia?! Me la rimeni sempre! Non è che sei geloso?!>>, sia io che Brenda guardiamo Kaden, consapevoli che la nostra amica ha usato delle parole che lo manderanno in bestia.
<<Che cazzo dici?!>>, Kaden accelera la macchina, andando sopra al limite e superando le macchine come un forsennato, facendo urlare Brenda dalla paura.
Erin, talmente è inviperita, sembra quasi non accorgersi della discreta velocità, <<Ogni volta te ne esci con il nome di Ben. Anche se me lo fossi fatto che te ne frega a te?!>>.
Non solo a Kaden sta salendo vertiginosamente la rabbia, ma adesso pure al sottoscritto. Come può esserle passato nell'anticamera del cervello di farsi quel fallito di Benjamin Morrison!
<<Non puoi farti quell'idiota, Erin!>>, mi lascio sfuggire, prima ancora che mio fratello possa ribattere.
Erin si volta verso di me con aria sconcertata, come se da me non se lo fosse aspettato, <<Non dirmi che ora ti ci metti pure tu, Nate!>>.
<<Per me puoi farti chi cazzo ti pare. Non me ne può fregar di meno...>>, sibila Kaden sempre più furente.
<<Allora gli chiedo subito di uscire, tanto ho il suo numero>>, la vedo estrarre il cellulare dalla tasca dei pantaloncini e digitare sullo schermo.
<<No!>>. Urliamo contemporaneamente sia io che il mio gemello, facendo ammutolire tutti. Persino Brenda che, disperata, stava ancora cercando di far rallentare Kaden, smette di obiettare e si zittisce.
La piccola Allen rimane con il telefono a mezz'aria e gli occhi sgranati. Probabilmente Kaden si è accorto di essersi contradetto come al solito, e diminuisce la velocità, alzando il volume della musica.
Per quanto concerne me, invece, mi sono degnato solamente di guardare la strada sfrecciare fuori dal finestrino.
Mi mordo la lingua, sperando che questa stupida gita possa finire al più presto.
<<Fermati qui!>>, esclama Brenda dopo qualche minuto, indicando un diner lungo il percorso. <<Facciamo colazione e poi riprendiamo il viaggio. Così calmiamo un po' i toni.>>
Una volta parcheggiata la macchina, usciamo tutti e quattro in silenzio. Erin ha la testa bassa e le sue guance sono tinte di un rosso vivo. Kaden la supera con un'espressione grave dipinta in volto. Non la degna nemmeno di uno sguardo.
Preso da un improvviso senso di protezione, mi avvicino a lei e le cingo il collo con un braccio, attirandola a me. <<Su con il morale, ci sono i pancakes che ci aspettano!>>
<<Perchè sei sempre così gentile con me?>>, mormora Erin con un filo di voce, mentre i suoi occhi grigi osservano Kaden e Brenda scomparire dentro al ristorante.
Faccio una scrollata di spalle, non sapendo bene come rispondere, <<Perchè so quanto Kaden può essere pesante. E poi non sono sempre gentile...>>.
Prima di entrare le passo una mano sui lunghi capelli mossi, dandole una carezza alla schiena, <<Però sono d'accordo con lui sul fatto che devi evitare Benjamin.>>
<<Non capisco perchè lo disprezzate così tanto...>>.
Vorrei quasi risponderle che avremmo disprezzato qualunque ragazzo le si fosse avvicinato, ma mi degno di rispondere solo alla sua ultima incomprensione, <<Benjamin è perfido, anche se non lo dà a vedere. Non devi assolutamente fidarti di lui.>>
Erin non pare tanto convinta dalla mia risposta, ma non insiste. Le apro la porta di vetro e la faccio entrare nel locale.
Ci apprestiamo svelti a raggiungere gli altri, e non mi sfugge l'occhiataccia che mi riserva mio fratello. Probabilmente ci ha visti dalla finestra.
Dopo aver ordinato una marea di cibo, ci facciamo spiegare da nostra cugina il piano della giornata.
<<Ho preso il necessario per la cena, la colazione e gli spuntini>>, afferma con entusiasmo, a differenza di Kaden, che seduto da parte a lei, pare ancora nervoso.
<<Hai preso le cose per accendere il fuoco?>>, le chiedo scettico.
<<Cosa non è chiaro nella frase "Ho preso tutto"?>>.
Faccio per ribattere, ma vengo interrotto dalla cameriera che poggia davanti a noi tutti i piatti caldi. È carina e molto giovane. Continua a sbattere le lunghe ciglia e a sorridere amorevolmente quando si rivolge a me e a mio fratello.
Io non le do tanto corda, al contrario di Kaden che pare essersi fissato a fare il cascamorto. Il suo comportamento è sempre più sospetto. È vero che ha un debole per le ragazze in tenuta da cameriera, ma non fa mai il carino con loro come sta facendo in questi minuti. Di solito rimane abbastanza brusco nei suoi corteggiamenti, invece ora pare quasi che stia fingendo di essere tutt'altra persona.
<<Grazie, bellissima>>, le dice con fare ammaliante, una volta che lei ci ha servito tutto.
Infilzo la striscia di bacon con la forchetta, e do un rapido sguardo a Erin. Apparentemente è tranquilla mentre divora i suoi pancakes, ma le sue guance colorate la tradiscono.
Il tentativo di Kaden di metterla a disagio sta funzionando, e questa situazione inizia a darmi il voltastomaco.
<<Era tutto buonissimo>>, si complimenta Erin con la cameriera una volta finita la colazione. La ragazza le sorride debolmente, troppo intenta a provare a incrociare gli occhi del mio gemello.
Tiro fuori dal borsellino alcune banconote per pagare il conto e gliele porgo cortesemente. Lei le prende lentamente, senza staccare mai gli occhi dal mio gemello tutto tatuato.
<<Ottima scelta, Brenda. Ho mangiato veramente bene. Le tue uova strapazzate erano formidabili!>>, Erin ha un'aria sognante mentre si accarezza la pancia piena. Si vede che è soddisfatta del cibo, e che il suo umore è migliorato. È troppo carina ed è bello che ami mangiare.
Le due si perdono ancora in stupide chiacchiere sulle calorie e su quali sono i piatti migliori della colazione. Davanti a me, Kaden osserva di sottecchi la nostra amica d'infanzia, senza farsi sorprendere. Non è realmente interessato alla tizia del diner, perchè appena può la sua attenzione ricade su Erin.
Si morde il polpastrello del pollice con fare pensieroso, finchè non ritorna la cameriera con il resto dei nostri soldi.
Ci saluta allegramente, o meglio dire, saluta Kaden, e se ne va via sculettando. Brenda dà una gomitata a mio fratello che sembra assorto a guardare altrove.
<<Possibile che devi sempre essere così manesca?>>, brontola Kaden, toccandosi il braccio su cui nostra cugina l'ha colpito.
Con gli occhi fissi sul resto, lei fa uno scatto con il mento per indicare qualcosa. <<Guarda lì.>>
<<Che c'è?>>, mugugna lui, aggrottando le sopracciglia.
Le mie pupille si muovono verso il punto d'interesse: scorgo un pezzo di carta bianco riposto sotto le banconote. Rimaniamo tutti come degli stoccafissi a guardare il foglietto misterioso.
La mano ben curata di Erin, dalle unghie colorate di un rosa tenue, afferra l'oggetto che ha suscitato il nostro interesse. Con disinvoltura lo apre e si lascia sfuggire una risatina.
<<Beh, Kaden. Direi che hai fatto colpo. Ti ha lasciato il suo numero di telefono>>, lo sbeffeggia lei, passandogli il pezzo di carta.
Con mia sorpresa Kaden dà l'impressione di essere quasi offeso dalla reazione incurante di lei. Le strappa il foglietto dalle dita e lo legge velocemente con gli occhi.
<<Devo darti la mia parte...>>, mi volto verso Erin che è intenta a tirare fuori alcune banconote dal suo borsellino. Le poso la mano sulla sua, in modo da impedirle di estrarre altri soldi, <<Non mi devi niente. Offro io!>>.
Il lieve contatto con la sua pelle mi crea una morsa nello stomaco. Non riesco a trattenere un sorrisetto compiaciuto. I nostri occhi si scontrano, e posso finalmente leggere un'emozione nelle sue iridi grige; anche lei non è indifferente al mio tocco.
Prolungo per più tempo del dovuto la stretta sulla sua mano, fregandomene della presenza degli altri due. Lei borbotta imbarazzata qualcosa sul fatto che non è giusto che paghiamo sempre noi Dixon, ma la ignoro.
<<Bene, diamoci una mossa.>> Sussultiamo tutti non appena Kaden sbatte più forte del dovuto entrambe le mani sul tavolo, alzandosi in piedi. <<Lascia la mancia>>.
Osservo le sue spalle larghe allontanarsi mentre cammina con fare impettito, facendo infine un cenno di saluto con la testa alla cameriera.
In pochi secondi lo seguiamo anche noi fuori dal diner, soddisfatti di avere lo stomaco pieno, pronti per affrontare la gita.
Una volta che siamo saliti in macchina, Kaden sfreccia via alla velocità della luce, mettendo la musica ad alto volume.
<<Hai dimenticato questo, cugino>>, urla Brenda per contrastare il volume alto del brano in riproduzione. Gli porge il famoso foglietto di carta, richiamando la nostra attenzione.
<<Ah, grazie...>>, Kaden afferra svelto il bigliettino, tira giù il finestrino e lo fa volare via sulla strada trafficata.
Rimaniamo attoniti tutti e tre per qualche istante, <<Kaddy, non ti interessava la pollastra?>>.
Mi lancia uno sguardo di fuoco attraverso lo specchietto retrovisore, <<Fatti i cazzi tuoi!>>
Il nostro viaggio prosegue tranquillamente per il resto del tragitto: ascoltiamo musica, parliamo del più e del meno e facciamo giochi stupidi per far passare in fretta il tempo.
Per un breve momento ho la sensazione di essere tornato indietro con l'orologio, quando ancora tra me e Kaden non c'era nessuna ragazza: la piccola Erin Allen.
Devo ammettere che mi manca mio fratello; poterci scherzare insieme, parlare di stronzate e poter di nuovo guardarci negli occhi senza quel sentimento di competizione.
Sono felice ora, e cerco in tutti i modi di godermi questo attimo prima che svanisca nel nulla, rimpiazzato dal rancore o dalla rabbia.
Sono consapevole che si tratta solo di un battito di ciglia di normalità, perchè l'amore che entrambi proviamo per Erin non potrà che dare origine a combutte e diatribe.
Ma me lo voglio godere. Ho voglia di essere, anche se per poco, sereno con il mio gemello.
Ed è con questo pensiero che poso i miei occhi su di lei e capisco tutto.
Capisco a quanto sarei disposto a rinunciare pur di stare con lei. Pur di averla tutta mia.


Territorio NemicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora