8

233 14 0
                                    

Erin

Sono passati ormai giorni dal mio arrivo a San Diego e devo ammettere che questa città inizia ad affascinarmi.

Ogni pomeriggio mi prefisso delle tappe da fare e mi creo dei programmi per arricchire le mie giornate di completa solitudine.

Sinceramente mi piace passare del tempo con me stessa, mi aiuta a rilassarmi e a dedicarmi ad ogni mio bisogno. Come il solo abbuffarmi di gelato, senza aver addosso lo sguardo di rimprovero di April ogni due per tre. È magnifico, anche se la loro malinconia persiste. Inizio però a notare che va sempre meglio, me la sto cavando bene.

Ci sentiamo tutti i giorni e mando sia alla mia famiglia che alle mie amiche aggiornamenti e video delle mie giornate sotto il sole della California.

Il programma di oggi è dedicato al relax più totale; andare in spiaggia a prendere il sole.

Per questo motivo decido di alzarmi dal letto tutta pimpante e felice, <<Spiaggia e gelato. Un ottimo pomeriggio direi!>>.

Prendo in braccio quella cicciona di Mirtilla e le stampo un bacio sul musetto, ottenendo un miagolio infastidito in ricambio.

A passi di danza, entusiasta come se avessi vinto alla lotteria, mi dirigo verso la MIA cabina armadio da sogno e inizio a preparare l'outfit della giornata.

<<Sono una fottuta principessa>>, canticchio, dimenando i fianchi come una forsennata., <<Oh yeah!>>.

Decido di optare per un semplice vestito lungo bianco con le spalline fini. Sembra più che perfetto per andare al mare. Materiale leggero e gonna morbida, ottima per muovermi comodamente.

<<Sarà il caso di mettere già il costume?>>, domando a me stessa, afferrando da un cassetto il mio bikini blu, <<almeno sarei già pronta...>>.

M'infilo il costume da bagno e infine l'abito bianco. Ora è il momento critico della mattinata; uscire dalla camera.

Ormai ogni giorno devo combattere l'ansia dei gemelli, ma soprattutto di Kaden, visto che abbiamo il bagno in comune. Finora posso dire che mi è andata abbastanza bene; non me li sono praticamente mai beccati a colazione. Tranne Nate una volta che doveva andare a giocare a basket con gli amici in qualche posto lontano, di cui non rammento neanche il nome.

Per mia fortuna i fratelli dormono fino a tardi e non sono per nulla mattinieri. Per stare più serena cerco di svegliarmi presto per avere la certezza di evitarli.

Spalanco frettolosamente la porta della camera, e come ogni mattina faccio per correre verso il bagno, ma appena la chiudo alle mie spalle capisco che è la mia giornata sbagliata.

Pochi metri più lontano c'è Kaden, che quasi sorpreso quanto me, rimane con la mano appoggiata ancora alla maniglia della porta di camera sua.

Per qualche istante rimaniamo imbambolati nella stessa posizione a guardarci. È ancora in pigiama, se così lo possiamo chiamare, visto che l'unica cosa che indossa sono dei boxer neri. Dalla faccia da coma si direbbe che si sia appena svegliato. Il suo corpo è perfetto come me lo ricordavo e per un momento che sembra un'eternità glielo contemplo. Che ti prende Erin?!

Il suo sguardo corrucciato mi percorre da cima a fondo, per poi passare alla porta del bagno. Capisco la sua intenzione prima che si possa muovere. Ha bisogno anche lui di lavarsi, ma vedendo l'andazzo di questi giorni ci metterebbe sicuramente una vita prima di essere pronto.

Senza proferire parola inizio a passo svelto ad avvicinarmi al bagno, ma la mia sicurezza vacilla quando pure Kaden si dirige veloce verso la mia stessa meta.

Territorio NemicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora