Diciassette anni

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L'ho capito quella sera di metà ottobre quando dopo qualche mese insieme litigai con te per la prima volta, e sai, quando le emozioni iniziano a prendere il sopravvento c'è poco da fare, la rabbia altera i ricordi, li reprime.

Ero seduto da solo alla fermata mentre avevo gli occhi fissi sui binari incatenato da chissà quali pensieri, quali ansie.

Mi chiedevo come poteva essere finita così, quella sera, in quale punto della serata avessi perso il controllo mentre la nostra storia si dissolveva lenta e la tua immagine ormai era solo un'idea improvvisata nella mia testa.

Arrivò il mio treno, mi sedetti con lo zaino appoggiato sul sedile accanto al mio e i piedi appoggiati su quello di fronte.

Appoggiai la testa allo schienale e chiusi gli occhi, mi sembrava di sentirti accanto a me che appoggiavi la tua testa sulla mia spalla, in balia di sventure adolescenziali che ora mi fanno sorridere.

Fu in quel preciso istante che capii che io non potevo perderti, era la prima volta che mi sentivo davvero vivo.

Ritardi, incomprensioni, difficile uscire da una situazione comoda se non si hanno stimoli, se nemmeno la brace su cui sei disteso ti fa più male, se la gente si diverte a lanciare freccette alla tua sagoma impaurita.

Ne abbiamo sprecato tanto di tempo per quelle discussioni inutili, Sophie, che se potessi arrotolerei il tempo e ritaglierei qualche spazio in più per dirti quanto eri speciale.

Ma se non lo fermi il tempo senza invito ti prende e ti trascina a riva, e non ci saranno più giorni belli, non ci saranno più occasioni per ascoltare le onde, per vedere il cielo schiarirsi e per fare nuovi piani per il nuovo anno.

Non ci sarà più il tempo per un altro compleanno, per un altro invito al ballo di fine anno, che senza nemmeno accorgerti avrai la faccia contro il muro.

Corsi dalla fermata a casa mia con la felpa che mi copriva il capo, maledetta pioggia.

Ignorai mia madre che, come al solito, mi aspettò sveglia, sbattei la porta di camera mia e mi addormentai in un letto sfatto da giorni, in un tempo così lontano da sembrare un'altra vita, avevo diciassette anni.

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