L'abbiamo uccisa noi

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Siamo grandi per sognarlo

ma tu sei il sole e io la pioggia, 

e la dispersione ottica 

della tua luce

ha attraversato le mie gocce.. 

e l'arcobaleno ci ha appena trafitti.

Con ochi fragili maledivo ciò che era rimasto di te, la tua camicia bianca della sera prima appoggiata sul cassettone della nostra camera da letto e le nostre foto appese ovunque tra quelle pareti gelide. 

Sentimenti nascosti tra la biancheria, dietro le tende o chissà dove, da me che se li avrei trovati li avrei fatti a pezzi.

E chi si alza più? E chi pulisce più l'ammasso di cuore in frantumi?

Chi mi da questa mattina la forza di alzarmi e andare al lavoro? 

Ad occhi chiusi mentre dormo rido, poi piango, poi ti detesto, poi ti amo ancora.

Chi lo disfa questo gomitolo di sogni infranti?

Se urlo per la stanza e nessuno mi sente? 

Ora che mi guardo allo specchio e nemmeno io mi vedo?

30 giorni dopo il giorno zero.

Ti sognai al centro della stanza circondata dalle tigri, eri immensa.

Avevo stretto al collo una corda che si stringeva ad ogni passo che facevo, quindi mi fermai ad ammirarti.

Le tigri però iniziarono ad accarezzarti con artigli affilati e le tue cosce iniziavano a sanguinare. feci un passo di troppo per fermarle ma quel cappio si strinse così forte da strangolarmi. 

Mi svegliai di soprassalto con un senso di soffocamento, le vertigini, vampate di calore e poi i brividi.

Cercai di riprendermi ma quella sensazione stroncante di respiro strappato non mi lasciava, mi trascinai in bagno con uno strascico di dolore ma sentivo una forte attrazione come se l'immagine allo specchio mi stesse cercando. 

Mi trovai davanti a lui, il riflesso. 

Mi guardava con i suoi occhi scuri. 

Accade una cosa strana, l'immagine allo specchio iniziò ad alternarsi a luci psichedeliche in cui tra uno scatto e l'altro della luce si vedeva un essere demoniaco che mi fissava in un ambiente apocalittico, erano come immagini intermittenti. 

Era Gabriele che mi guardava? Che voleva dirmi qualcosa? 

- Scappa Daniel, scappa non entrare mai più in quella casa, dimentica Sophie, l'abbiamo uccisa noi due

Non riuscivo a capire. 

Improvvisamente di fronte a me riflesso vidi semplicemente IO, Daniel, indossavo un berretto nero ed ero sporco di sangue, in mano avevo una pistola. 

- Ti è chiaro ora? 

Indietreggiai terrorizzato.

Sembrava un'incubo materializzato in quell'appartamento di appena 40 mq.

Iniziai a piangere, urlare, bestemmiare.

l'abbiamo uccisa noi due

Quindi era questa la verità?

Ritornai davanti allo specchio per chiedere risposte, ma quando mi rialzai vidi solo la mia faccia sconvolta e sbiancata.

-Noo, torna qui

Iniziai a prendere a pugni lo specchio, tanto da spaccarlo e riempirmi le mani di sangue.

Urlai.

- Ti prego torna quii

E tutte le mie angoscie e paure sfociarono in un pianto di disperazione.

Uscii di casa, dovevo trovarlo.

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