Una nuova sfida

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- Bella.
- Sai, l'ho scritta pensando a te.

Mi guardavi dalla testa ai piedi, poi dai piedi alla testa.

Cercavi nei miei occhi le risposte quando bastava aprire la bocca e fare risuonare le tue corde vocali.

Invece non trovavi il coraggio di chiedere, trovavi solo la sfacciataggine di dirmi che ero infantile.
Ma io non lo ero affatto.
Sostenevi fosse lontano ma lo dovevi trovare, quel fuoco sepolto dalla neve.
Io non mi chiedevo com'era possibile, ma mi chiedevo dov'era.

Era come se tutti ci stessere guardando ma non c'era nessuno attorno a noi.. Eri composta, fredda e non ti lasciavi andare.
Non eri più quella di una volta.
Erano due giorni che ci arrotolavamo sotto le coperte.
Mi avevano anche chiamato al lavoro e non ho risposto.
Mi svegliavo e ti avevo davanti, ma c'era qualcosa di strano nel tuo viso, eri pallida e avevi le occhiaie marcate.
- Che hai? Non stai bene?
- Mi gira un po' la testa.
- Vado a farti qualcosa da mangiare, avrai fame.

Andai in cucina, non era rimasto molto nel frigo, quindi improvvisai.
Presi le fette di pane e le ricoprii con la marmellata, nel frattempo preparai un thè caldo.
Misi tutto su un vassoio e ti raggiunsi.
- Grazie, sei dolce.
Tirasti giù le coperte ma sulle braccia notai delle macchie molto scure.
Mi preoccupai per te.
- Sophie cosa ti sta succedendo?
- Non lo so, ma mi brucia tutto, ahi non toccarmi!
- Dovresti farti vedere forse?
- Da chi? Non può vedermi nessuno o non potrò più tornare.
- Quello non me l'avevi detto!
- Non me l'hai chiesto.
- Vado a vedere se ho qualcosa.
Andai in salotto e aprì la scatola dei medicinali ma non c'era niente che poteva aiutarti.

Passarono le ore...
Ti prudeva tutto, iniziavi a contorcerti e il tuo dolore riuscivo a sentirlo anche io.

Ti girava la testa, vomitavi, stavi malissimo.

- Sono molto preoccupato per te.
- Non devi esserlo.
Me lo dissi con un filo di voce, soffrivi molto e io volevo aiutarti, ma non sapevo da dove cominciare, non sono mai stato bravo ad affrontare situazioni del genere.

Sophie
Solo ora ti preoccupi? Semplicemente io sono già morta e tu stai vedendo quello che mi hai causato, come fai a non capirlo? Sembri distaccato dalla realtà.
Mi hai ucciso mesi fa e io sono tornata non per liberarti dal peccato ma per farti vedere a mente lucida quello che mi hai fatto.
Io sono solo una delle tante voci di donne rovinate da uomini come te.

- Forse un modo c'è per aiutarmi.
Avevi avuto una lucidazione.
Mi si illuminarono gli occhi dalla felicità.
- E dimmi come?
- Possiamo dividere questo dolore, viverlo in due sarà più semplice.
- Ma per quanto tempo?
- Per sempre.
Scossi la testa basito dalle tue parole.
Vedevo te con il viso pallido e piena di macchie che non riuscivi più a parlare.
Forse non ero pronto a questo...
- Ma Sophie... Io non me la sento di soffrire così.
- Non devi soffrire così infatti, ma la metà.
Non risposi, abbassai lo sguardo.

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