Capitolo 28

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Scorpius's POV

Mi sveglio sul divano, ma Rose non è con me. Mi alzo e vado in cucina, ci sono quasi tutti a fare colazione. Fra quelli che mancano, ovviamente c'è Rose.
- Hey, Scorp. Non volevamo svegliarti, vuoi un biscotto? - mi chiede Lys porgendomi il pacco. Annuisco e ne prendo uno distrattamente, continuando a cercare Rose nella stanza.
- Rose è con Albus in camera. È stata tutta la mattina con Alice, ora c'è Al a farle compagnia.
- Perché non mi avete svegliato? Le avrei fatto compagnia io.
- Non ci sei solo tu per lei, Scorp. Tutti vogliamo aiutare Rose e Hugo. - mi dice Lily con tono dolce.
- Lui come sta? - chiedo riferendomi al fratello.
- Sta ancora dormendo.
Annuisco.
- Da quanto tempo Rose è con Al?
- Un'oretta, credo.
- Vado da lei.

Apro la porta e li vedo sdraiati sul letto. Rose tiene la testa sulla sua pancia come se fosse un cuscino e ha gli occhi chiusi. Albus mi vede e sorride. Rose apre gli occhi. Mi guarda fisso, sbattendo le palpebre ripetutamente.
- Rosie.
- Scorpius.
- Come stai?
- Bene. - la guardo attentamente. Ha lo sguardo vuoto, ma sembra stia meglio per davvero, così faccio finta di crederci.
- Perché hai un biscotto in mano? - mi chiede perplessa. Solo ora mi accorgo di non averlo ancora mangiato.
- Uhm, l'ho preso prima in cucina. Lo vuoi, Rosie?
- No, grazie.
- Lo voglio io! - dice Al intromettendosi. Ridiamo leggermente e glielo passo.
- Io vado in cucina a mangiarne altri. - dice alzandosi e lasciandoci soli.
- Rosie.
- Quante altre volte vuoi ripetere il mio nome?
Mi sdraio a fianco a lei. Siamo entrambi a pancia in su, con lo sguardo rivolto al soffitto.
- Come sta Hugo? - mi chiede.
- Sta ancora dormendo.
- Almeno lui era meno legato a lei.
Mi giro a guardarla. Ha gli occhi lucidi, è sul punto di piangere. Basterebbe un'altra parola e le lacrime uscirebbero a fiumi. Si gira di lato e una lacrima le scivola giù. Gliela asciugo velocemente col dito e poi continuo a guardarla, come non fosse mai successo.
- Cosa ho fatto ieri sera, a parte vomitare per infiniti minuti?
Ridiamo e poi inizio a raccontarle la nostra serata.
- Grazie, Scorp. Tu ci sei sempre per me, io non faccio mai niente e...
- Sh... - le poggio un dito sulle labbra.
- In questo momento hai bisogno di supporto e io sono qui per te. Sono sicuro che tu ci saresti se fossi io ad avere bisogno di te.
- Ti amo.
- Anche io.

Rose's POV

Scorpius e io siamo sdraiati sul letto. Ci siamo solo noi a casa, sono tutti andati ad una festa, ma io non me la sentivo. Lui ovviamente non mi ha voluta lasciare da sola, così eccoci qui insieme. Abbiamo appena finito di vedere un film, non è servito a migliorare il mio umore, ma forse riesco a pensarci un po' meno.
- Accendi la lampada, dai. - mi dice. Mi sporgo un po' verso il comodino schiacciando il tasto. La luce si accende proiettando le nostre ombre sul muro.
- Guarda! Posso fare le ombre cinesi! - dice entusiasta. Inizia a muovere le dita in vari modi diversi.
- Guarda questa è l'aquila! Oppure... Il serpente! Pssss! Pssss! - dice cercando di imitare il verso. Non riesco a evitare di sorridere.
- C'è anche la farfalla... - dice concentrandosi.
- Ah, poi il lupo! Uuuuuh! Uuuuuh! - dice ancora ululando. Scoppio a ridere e non riesco a resistere dal baciarlo.
- Come hai imparato a farle così bene?
- Mh... Quando ero piccolo le facevo spesso con mia mamma. La sera facevo fatica ad addormentarmi, lei si sedeva con me nel letto e... Sì, insomma, proiettava le ombre delle sue mani sul muro a forma di animali.
- Oh, Scorp, non lo sapevo, io... - un velo di tristezza gli copre gli occhi.
- Non preoccuparti. Sono bei ricordi, solo che... È impossibile non sentire la sua mancanza. Ma bisogna imparare a conviverci. E ce l'ho quasi fatta. Presto diventerà solo un bellissimo ricordo, non una cosa su cui piangere. - non è chiaro se stia parlando di me o di lui, ma non importa. Lo stringo forte fra le mie braccia inalando il suo profumo.
- Rose... Mi stai soffocando. - scoppiamo a ridere e ci stacchiamo. Lo bacio velocemente, ma non faccio in tempo ad allontanarmi da lui che le sue labbra cercano di nuovo le mie.
- Ti è piaciuto il film? - gli chiedo.
- Mh, ero troppo preso da te per prestare attenzione al film.
- Eh dai, Scorp!
- Okay, okay. Per quel poco che sono riuscito a vedere prima di essere distratto dalla tua perfezione, è stato molto bello.
- Sono in condizioni pessime, Scorpius, smettila di cercare di rendermi felice dicendo cazzate.
- Rose, le tue condizioni non contano niente. I tuoi capelli rossi illuminati dalla luce della tv, il tuo sguardo interessato, le tue lentiggini, il tuo profumo, di cui ormai sa quasi tutto in questa stanza, le tue mani che giocano col bordo della felpa. Della mia felpa. Rosie, come ti ho detto tante volte, sei perfetta.
Arrossisco.
- Però dovevi seguire il film.
- Rose, era noiosissimo! Tu se molto più interessante di quella comedietta fra i due ragazzi che si odiano e poi si innamorano.
- Prima hai detto "molto bello".
- Va bene, ammetto che non mi è piaciuto.
- Non ti sono piaciuti i primi 3 minuti.
- Anche se fosse?
Sbuffo e lo guardo divertita.
Il mio stomaco emette suoni strani.
- Hai fame?
- Forse.
- Ma hai sempre fame tu?
- Lasciami in pace! - dico ridendo.
- Va bene! Andiamo a vedere cosa abbiamo in cucina.

Scorpius's POV

Non c'è niente di veloce da mangiare. C'è della pasta, delle uova, della carne e altre cose da cucinare.
- Uffa! Io ho fame!
- Se vuoi ti faccio le uova.
I suoi occhi si illuminano di colpo mentre mi guarda. Annuisce energicamente.
- Sì! Sì! Sì!
Sorrido vedendola felice e le bacio la testa.
- Vai sul divano. Riposati un po', poi ti chiamo quando è tutto pronto.
Sempre sorridendo va a sedersi sul divano lasciandomi alle uova.
Le apro e le metto nella padella, lasciandole cuocere a fuoco basso.

Qualche minuti dopo sono pronte, così le metto in un piatto, prendo due forchette e due coltelli, e porto tutto di là su un vassoio.
La trovo sdraiata sul divano, la testa poggiata sul bracciolo, e le gambe piegate verso il petto.
Poggio il vassoio e mi avvicino a lei. Le scuoto leggermente la gamba.
- Rosie... Rosie, ho fatto le uova.
Appena pronuncio la parola "uova" si alza di scatto.
- Dove?
Rido e le porto il vassoio sedendomi di fianco a lei. E così iniziamo a mangiare, chissà a che ora di notte e chissà se abbiamo mangiato del cibo che sarebbe dovuto servire domani. Ma ora non ci importa, ci siamo solo noi e le nostre uova.

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