Erano più di tre kilometri quelli che Lia aveva percorso per raggiungere la Kata Beach. Quel giorno il sole era cocente e i raggi sembravano laser incandescenti- non che li avesse mai provati sulla sua pelle, ma tentò di immaginarli così- . Da quando si era trasferita in Thailandia non aveva mai assistito a temperature così alte, ma d'altro canto credeva che un ottimo bagno al mare dovesse essere seguito da un calore infernale. Se ne stava sdraiata sotto l'ombrellone aspettando che il costume asciugasse, e contemporaneamente pensando a quanto fresca e limpida fosse l'acqua. Ci ostiniamo a credere che cielo, mare e terra siano la medesima cosa e ci appartengano, pensò... Eppure, Lia sapeva in cuor suo che si trattava di mondi diversi, incapaci di essere controllati dall'uomo ma al contempo accoglienti ed ospitali. E dunque pensò ancora -quasi divertita per il fare simbolico e poco razionale di associare le idee- a come quei tre luoghi potessero interessare anime specifiche.
Associò il Cielo ai lunatici, ai fantasiosi, ai sognatori e a chi riesce a prendere la vita con leggerezza. Il Mare a chi cambia idea maturando, alle anime dolci, ai profondi, ai pazienti e a chi non si arrende mai. E poi la Terra affine alle anime analitiche, ferme nei loro principi, realiste e determinate. Improvvisamente una domanda la scosse dall'ipnosi: " Ma io a cosa appartengo?". Da sempre inesperta nel comprendersi e collocarsi nel posto più giusto, ammesso che esista.
Se dovesse definirsi direbbe Fuoco. Lei apparterrebbe al regno del Fuoco. Le piaceva ardere, di rabbia, di passione, di noia, di gioia... "Estremista ma non squilibrata", direbbe. Capace di ferire ma anche di amare, così come le fiamme che distruggono ma possono donare anche la vita. Subito si sentì acqua e poi terra, e poi ancora cielo. Insomma un miscuglio di atomi "malati", i quali, hanno dato vita al caos, che altro non era che una ragazza come tutte le altre seduta su un telo mare a pensar troppo per la sua età. Forse con il tempo capirà che è quel che è, senza il bisogno costante della ricerca di un posto corretto. "Driiin, driiin". Sul display del cellulare comparve Mamma.
«Pronto ma'»
«Allora, come va? Volevo sentirti»
«Tutto bene, sono al mare, oggi la giornata è calda»
Era solita rispondere in maniera sbrigativa, non era una a cui piaceva molto parlare al telefono.
«Che fortuna! E per il resto tutto bene? Le lezioni quando iniziano?»
«Sì, mi sono ambientata piuttosto in fretta, Phuket è tranquilla e i vicini sono gentili. Si sono messi a disposizione per qualsiasi problema. Per quanto riguarda le lezioni... Inizieranno domani»
«Ed io che pensavo che i cinesi fossero freddi e distaccati»
« Mamma sono thailandesi!»
«Eh sì sì, sai che non riesco a distinguerli...»
E scoppiò in una risata che suonava più come "scusami". Ormai sua figlia era abituata.
«Lo so» disse ridendo. « A te invece come va?»
«Al solito, lavoro e casa, per fortuna tuo fratello mi aiuta».
I suoi genitori si separarono qualche anno fa, ma per Lia non fu traumatico, credeva semplicemente che fosse il percorso naturale della vita.
«Sbrigati a trovarti qualcuno!»
«"A 'cca 'ffari "...* Intercalare siciliano*... Invece spero che sia tu a trovarlo»
« Oh guarda la speranza è l'ultima a morire... Ma forse la mia è morta non appena mi si è avvicinata...».
Entrambe si misero a ridere e poi la chiamata terminò. Non si era pentita del trasferimento, di aver lasciato sola la madre, e quest'ultima aveva capito che doveva lasciar spiccare il volo alla figlia. Tutti si chiedevano perché avesse scelto di partire, a quei dubbi rispondeva: " Perché mi va ", o per istigare, "Puro egoismo". Adesso il costume era asciutto, indossò di nuovo i suoi vestiti e ripercorse all'indietro i tre kilometri. Non aveva un mezzo personale e non voleva nemmeno prendere un mezzo di trasporto pubblico. Aveva voglia di camminare. Aspettò a casa che il sole calasse per poi alle 22:00 andare a dormire, invasa dall'ansia e l'eccitazione per l'inizio della vita universitaria. Chiuse gli occhi e lentamente sprofondò in un sonno profondo, lasciando libero sfogo al suo inconscio.
L'indomani svegliarsi fu traumatico, per una come lei dormire era il massimo del piacere, ma purtroppo, il dovere chiamava. Appena sveglia la prima cosa a cui prestò attenzione fu l'uniforme, voleva essere sicura di aver fatto un buon lavoro. L'aveva personalizzata senza scomporla troppo, ciò determinava l'anticonformismo della ragazza e la sua voglia di spiccare all'occhio sociale. È giusto avere stile anche indossando un'uniforme, che solitamente ha il compito di tenere basso il profilo degli studenti. Secondo la Loreto vestire tutti alla stessa maniera rende scadente la bellezza giovanile, insomma non li valorizza. Ma con un boccone di rassegnazione la prese tra le mani e se la infilò. Durante tutto il viaggio a tenerle compagnia fu Leo, il suo migliore amico. Di certo non di presenza, ma anche dal cellulare era un ottimo intrattenitore.
«Sì ho capito, non sono stupida... Oh che bel ragazzo!»
«Come?»
«Oh no, scusa, mi era distratta... Dicevo, non sono stupida, so benissimo come difendermi ho fatto Muay Thai per molti anni»
«Non dico che tu sia stupida Lia! Cristo, so che posso sembrare ripetitivo ma lasciami preoccupare per te ok?!»
«Agli ordini papà!»
«Stronza»
«È un onore»
Leo era sempre stato così da quando ebbe inizio la loro amicizia. Un giorno per sbaglio, il ragazzo, andò con la moto contro Lia e di tutta risposta fu inevitabile litigare. La discussione prese una piega pesante i due se le diedero di santa ragione. Mai in vita sua aveva visto una ragazza così minuta dare pugni così precisi e dolorosi. L'apparenza inganna. Solo dopo che il tifone si calmò instaurarono la loro amicizia. A lei deve tutto, soprattutto il suo futuro. Leo faceva parte di una banda pericolosa e violenta, conosciuta come "I Cobra". Si divertivano a fare i teppisti e soprattutto amavano i guai. Ma dopo che la conobbe tutto cambiò. Fu nell'esatto momento in cui l'affascinante moro dagli occhi verdi incrociò quegli occhi scuri, che capì di aver scoperto se stesso. In pochi secondi desiderò un futuro migliore.

STAI LEGGENDO
Una ragazza a Phuket
RomanceDa sempre il viaggio è stato metafora di un percorso che ha portato l'uomo alla rivelazione di una verità stravolgente. Lia capirà il senso della vita?