Capitolo12: "Non mi avrai, Creonte, né domata, né persuasa"

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Finalmente aveva finito di scrivere le domande. Le aveva esaminate con attenzione e apportato le giuste correzioni, attendeva solo l'arrivo di quel giorno. E in men che non si dica arrivò. Lia stava seduta su una sedia in attesa che l'intervista iniziasse. Fortunatamente le avevano spiegato in anticipo come comportarsi e in che modo seguire le telecamere, perciò non si sentì completamente impreparata. Era bellissima quella mattina... Un tubino lungo fino alla caviglia la ricopriva d'eleganza, mentre uno spacco profondo scopriva la gamba sinistra. Non di meno era l'apertura che lasciava intravedere una schiena magra e sensuale, come se non bastasse il colore dell'abito era nero. I suoi setosi capelli rosso rame erano raccolti in uno chignon morbido e delle ciocche scendevano lente e mosse. Le sue labbra indossavano il colore della passione. E per finire elegantissimi gioielli oro a forma di serpente decoravano il suo corpo. Era una vera dea. Oh sì, lo era davvero, tanto da mettere sotto pressione P'Sun che se ne stava sull'altra sedia ammirandola. Poi si guardò intorno e notò gli occhi predatori degli uomini in quella stanza posarsi su di lei, dunque fu quasi impossibile non agitarsi. Voleva una sigaretta in fretta.
«Iniziamo!»
Era arrivato il momento.
«Buongiorno a tutti, sono Lia Loreto e sono lieta di avere qui con noi l'uomo che ha portato onore a questa università, un applauso al nostro famoso scrittore  Sun Sukpraserit».
Gli applausi si estesero in maniera intensa in tutto l'ambiente. P'Sun era veramente apprezzato e altrettanto lo era il suo talento.
«Grazie a tutti di vero cuore. È un immenso piacere per me essere qui oggi.»
«Inizio ringraziandovi, P'Sun, per averci  regalato l'opportunità di essere i primi a poter parlare del suo nuovo romanzo "La guerra dei girasoli", che verrà appunto pubblicato tra qualche giorno. Perciò direi di iniziare subito con le domande»
«Certamente»
«So che il suo ultimo libro risale a tre anni fa, aveva dichiarato esplicitamente il blocco dello scrittore, quindi mi sorge spontanea una domanda: cosa l'ha spinto a scrivere questo romanzo?»
«Sa cos'è un'epifania signorina Loreto?»
«Un'improvvisa rivelazione spirituale scatenata da un evento o un'azione che ti porta al concepimento di una nuova realtà, o almeno è quello che ci racconta Joyce»
«È corretto. In me è avvenuto proprio questo, un incontro mi ha spinto nuovamente a gettare su carta i miei pensieri e ne sono felice»
«Suppongo che gli incontri non siano mai casuali»
«Non credo al caso se non in casi eccezionali. È proprio di questo che parla il romanzo, un incontro che cambia per sempre la vita di due persone e una guerra che stranamente li tiene uniti»
«Può definirsi un'autobiografia? Insomma è analogo alla sua epifania»
«Io lo definirei un diario, non importa chi sia a scriverlo se il mio personaggio o me stesso, è importante l'espressione dei sentimenti racchiusa in quelle parole»
«Un'ottima risposta P', la persona in questione sa di essere la causa della sua rinascita?»
«Non è necessario che lo sappia, in fondo una musa ispiratrice è quasi sempre all'oscuro di tutto»
«All'oscuro dice? Ciononostante nel suo titolo appaiono i girasoli che tutto sono tranne che amanti dell'oscurità. Com'è possibile paragonare la posizione in cui si trova questa misteriosa figura con il girasole, che segue sempre il sole senza nascondersi?»
«Chiamasi creatività, o semplicemente la mia musa appare girasole, ignorante del del fatto che sia un'ispirazione»
«Bene, che ne dice di raccontarci la trama?»
«Racconta l'incontro tra due anime e il destino. Tutto è ambientato nel cinquecento quando l'amore era una forma d'arte ed il destino era preso più in considerazione. Seppur ostile all'inizio, la ragazza alla fine cede ai sentimenti di lui»
«Quasi utopistico»
Era fastidiosamente bella, distraeva Sun.
«Perché la definisce una storia utopica ?»
«A questo può rispondere lei»
«L'utopia è qualcosa che prima o poi raggiunge la realizzazione, basti pensare ai più grandi progetti costruiti dall'uomo. L'idea di qualcosa di bello e perfetto è comunque raggiungibile, difficile certo, ma possibile. Quindi non idealizzo questa storia»
«Ho capito, lui la vuole a tutti i costi»
«Giusto»
«Pensa che il libro sia adatto anche ad un pubblico più piccolo?»
«Assolutamente sì. Sono certo che farà da input ai ragazzi e li spronerà a dar di più e non cullarsi sul debole piacersi. Ricercare in se stessi e poi negli altri l'amore»
«Cosa aspettarsi da lei! Un progetto degno della sua intelligenza e la sua sensibilità. Le auguro davvero il successo »
«Grazie»
«Ho un'altra domanda per lei e sicuramente anche gli spettatori»
«Prego»
«Può fare intendere che esista una fidanzata?»
«Non ancora»
«Come immaginavo, perciò le ho chiesto se fosse un'utopia. Prima ha detto che non è importante se si parli di un protagonista inventato o di sé stesso, ma per intuito e anche divertimento mi piace pensare che si tratti di lei. Perciò mi auguro che tutto si realizzi»
Falso. Lo stava affondando e mettendo in difficoltà.
«Perspicace signorina»
«Bene è arrivata la fine di questa intervista, ringrazio ancora il nostro maestro per essere stato qui con noi. Buona giornata e non dimenticate di leggere il suo romanzo»
Stop! Avevano finito.
«Non vedevi l'ora di attaccarmi, vero Lia?»
«Già»
Con una mano le incastrò i polsi scagliandola contro il muro con premura. Con l'altra le sfiorava le labbra.
«Sei bellissima»
«Si fa quel che si può»
«Dillo che lo fai a posta a provocare»
«Beccata»
«Perché? Ti piace farmi impazzire, perché?»
«È la mia natura scrittore»
Stava per baciarla, ma si bloccò e fuoriuscì un sorrisetto furbo e determinato.
«Ti farò mia»
«Non mi avrai, Creonte, né domata, né persuasa»
«E questa da dove esce?»
«Da "Le ultime parole di Antigone", ti consiglio di leggerlo»
«Con piacere»
La lasciò libera e se ne andò. Lia aveva paura ma riuscì a difendersi, quell'uomo era l'unica persona che riusciva a penetrare la sua sicurezza. Eppure si ritrovò a sorridere e con la testa svuotata.

Una ragazza a PhuketDove le storie prendono vita. Scoprilo ora