Capitolo4: Acque gelide

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P'Tharn se ne stava di fronte alla finestra del corridoio immobile, con gli occhi lucidi e i pensieri in subbuglio. Dopo la dichiarazione di Korn era scappato, quasi spaventato. Non tanto per la sensazione che provò, ma perché quel ragazzo ricambiava i suoi stessi sentimenti. Se pensate che questa sia una storia a senso unico vi sbagliate.
Erano gli anni del liceo quando il maggiore si accorse di Nong. La biblioteca fu il luogo dove avvenne l'incanto. Mentre cercava un libro di testo per il suo compito, scorse casualmente un ragazzo abbandonato nel sonno e vegliato da un romanzo lasciato aperto "quasi per scelta" pensò. Si soffermò a fantasticare su come le parole incise su quei fogli dirigessero i sogni del giovane, cullando i suoi desideri. Subito si spostò sul viso. I lineamenti erano delicati e l'espressione rilassata, così dolce da catturare chiunque. A quei pensieri si aggiunse una strana sensazione di fastidio, gelosia sicuramente. "Non voglio che qualcun altro noti la sua dolcezza". Sentiva forte il desiderio di farlo suo, ma purtroppo la realtà lo trafisse e capì che per due uomini stare insieme non era conveniente. I corpi femminili continuavano a non essergli indifferenti, ma per qualche strano motivo lui era l'unico. Ci impuntiamo ad essere analitici e pratici nell'amore,eppure, un colpo di fulmine non potrà mai essere ignorato. Da allora Tharn percepì che non sarebbe stata l'ultima volta, sapeva che tutte le scelte prese fino a quel momento lo avevano condotto a quell'incontro. E infatti, anni dopo, se lo ritrovò nella stessa università.
«Ai'Tharn!»
«Sì?»
«Andiamo, la lezione sta per cominciare».
Nel frattempo Korn dormiva sul banco. La scorsa notte non riuscì a chiudere occhio di nuovo, la scena di Tharn che si allontanava fuggente lo turbava ancora. Ormai era un cruccio.
«Hey... Hey...»
Lia stava sussurrando all'orecchio dell'amico, voleva essere cauta e non farsi rimproverare dalla professoressa.
Il ragazzo era ancora intorpidito e i suoi occhi urlavano maledizioni. Stava facendo un bel sogno dopo notti di insonnia. Poi la lezione finì.
«P', perché hai scelto filosofia?»
«La risposta è racchiusa nella parola stessa. Letteralmente filosofia significa "amore per il sapere", e per una curiosità insaziabile come la mia è una sana dose di anfetamina. È uno sfogo per le innumerevoli domande che mi pongo, e trovo indiscutibilmente affascinante le teorie complesse dei filosofi. Credo anche che un po' tutti lo siamo, o almeno ne abbiamo il potenziale. Se presti attenzione ad un dialogo qualsiasi, ti accorgerai che almeno uno dei due interlocutori cercherà di imporre la sua teoria sul mondo e sulla vita. Inutile celarlo, siamo tutti pensatori accaniti, è solo che ci viene comodo non esporci. E tu Korn, perché hai scelto questo ramo?»
«Perché quando leggo certe teorie non mi sento solo. La prima volta che ebbi a che fare con la filosofia fu alle superiori. Sono sempre stato un divoratore di libri, mi cimentavo più nella narrativa contemporanea, nella semplicità. Poi però decisi di voler ampliare le mie conoscenze ed iniziai a leggere alcuni filosofi orientali, fino a che non mi appassionai anche alla filosofia greca- occidentale, scoprendo che il mio spirito guida è Platone. Lo trovo attuale su molti argomenti. Ti sembrerà strano ma le parole degli antichi maestri sono lo strumento affinché mi connetta al passato. Mi immedesimo e alla fine è come se avessi creato un legame. Anche se vorrei creare qualcosa con qualcun altro che non sia un filosofo decedu-»
«Attento!»
A causa della sua negligenza si scagliò addosso ad un ragazzo. Non un ragazzo qualunque. Lui.
«P'... Scusami non volevo urtarti, stai bene?»
«Sì. Sembravi molto concentrato sul tuo discorso. Fa' attenzione la prossima volta». Il suo tono era fermo. Non traspariva nessuna emozione. Per un istante, quando le mani di Korn gli sfiorarono il petto sentì i brividi su tutto il corpo, e il calore del suo fiato sul collo gli attraversò i sensi. Ma lui era Tharn, il ragazzo perfetto che non accennava il minimo sbalzo d'umore. Diffidava molto dalle persone e non era certo il tipo che dava sazio. Così lo scostò delicatamente dalla sua sagoma e con un sorriso accennato proseguì la sua strada.
«Credi l'abbia percepito Lia?»
«Cosa?»
«Il mio cuore tremante»
«Ho la sensazione che la risposta sia sì»
«Se così fosse allora mi arrendo»
«Come?!Non ti azzardare sai! Hai fatto troppo per tirarti indietro»
«No Lia! Apprezzo il tuo entusiasmo e il tuo appoggio, ma siamo realisti. Se davvero ha percepito i miei brividi perché non è trapelato nulla ? Né sgomento, né eccitazione... Niente. Hai visto anche tu, era impassibile, e il suo finto sorriso è lo stesso che usa per tranquillizzare gli altri. Non voglio questo, non voglio soffrire solo perché non riesco ad accettare la verità. Viviamo ora e adesso, è bianco o nero, non mi illuderò troppo. Getto la spugna, accetto la cosa e vado avanti. Sarebbe stato un amore a senso unico quindi credo sia meglio essere lucidi sin dall'inizio»
«Scusami , hai ragione, il tuo discorso fila alla grande. Ti appoggerò anche in questa scelta puoi starne certo! E ora andiamo da P'Jade che ci sta sicuramente aspettando con il musone! Siamo in ritardo!»
"Ti ho percepito Korn". Lungo il tragitto di casa fu il pensiero fisso di P'. L'aveva sentito il suo cuore spaventato. L'impulso lo supplicava di tenerlo stretto tra le sue braccia ma le preghiere non furono sufficienti. "Scusami piccolo angelo, scusami se non saprai mai la verità. Forse sono un vigliacco o forse voglio proteggere entrambi. Non posso lasciare che mi scombussoli l'esistenza, a quel punto sarei perso. Ma posso giurarti che la mia anima la sento piangere, gridare, graffiare, mi sta implorando di prenderti. Spero che tu non soffra perché ne morirei".

Una ragazza a PhuketDove le storie prendono vita. Scoprilo ora