Capitolo5: La fine

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"È finita..". Lia si svegliò piangendo. Era ormai da qualche anno che non appariva più nei suoi sogni. Aveva uno strano presentimento e sentiva che quel sogno fosse un avvertimento. Istintivamente prese il cellulare. Non si sbagliava.
Davide: *Ciao Lia,
Come stai? È da un po' che non ci sentiamo. Ho saputo che ti sei trasferita in un altro continente. Sai mi chiedo se sia stato a causa mia, almeno in parte. Forse, o certamente, sono l'ultima persona che vorresti sentire, eppure ho ancora qualcosa da dirti. Probabilmente credi che non ti abbia mai amata, ma non è così. Ricordo ancora le tue espressioni imbronciate, la tua bocca tagliente, i tuoi sorrisi e le tue buffe risate. Non ho dimenticato niente, e nonostante tu mi possa odiare voglio farti sapere che ancora ho memoria di ciò che fummo, e mai me ne scorderò. Mi manchi. Tuo per sempre, Davide*.
Patetico. La ragazza si limitò semplicemente a leggere il messaggio, poi tornò a dormire piena di sé e soddisfatta. In fondo aveva sempre aspettato quelle parole.
Alle sette e mezza suonò la sveglia, prese a prepararsi e se ne andò. Quel giorno sarebbero usciti i nominativi dei vincitori del progetto a cui aveva partecipato, era agitata. Per l'occasione aveva fatto cucire su misura un'uniforme semplice ed elegante. Pantaloni neri e larghi scendevano lungo le sue gambe fermandosi alle caviglie e una camicia bianca con orli sbarazzini in stile ottocentesco le ornava il petto. Aveva raccolto i capelli in uno chignon basso. Le labbra rosse e seducenti. E per finire una décolleté a spillo nera. Sembrava una donna affermata, una divoratrice. Poiché sembrava, in realtà era. Insomma, quel tipo di donna le apparteneva.
"Chissà se sarà presente lo scrittore" pensò. Inconsciamente voleva che la notasse, forse fu anche questo il motivo del suo vestirsi così. Aveva appena attraversato il cancello principale per raggiungere dall'altro lato Korn e Jade quando una voce familiare la fece girare di scatto.
«Che ci fai qui...»
«Te l'ho detto, mi manchi»
«Vattene». Nel frattempo Lia gli si era avvicinata minacciosamente con lo sguardo pieno d'odio e i denti serrati. Il suo viso era serio, spaventoso. Se il diavolo avesse una figlia sarebbe di certo lei.
«Ti prego perdonami. Ti chiedo scusa. Non credi sia già passato troppo tempo per non perdonare il mio gesto?»
«Mi hai tradita, e l'hai pure messa incinta. Lei sa che sei qui?»
«L'ho lasciata»
«Che esemplare di uomo che sei!»
«Mi ha ingannato. Lia ascolta quel bambino non è mio figlio, me l'ha fatto credere perché voleva incastrarmi...»
«Patetico. Non è colpa della sua bugia se è finita. Che ti abbia mentito o meno non mi importa, tu quella te la sei scopata!» Aveva alzato il tono di voce attirando un po' di sguardi.
«Non l'ho mai amata!»
«Un tradimento rimane comunque un tradimento. Adesso vattene. Tu ed io non abbiamo più niente da dirci. Per me sei morto, il mio amore per te è morto. Ti odio e ti odierò per sempre. Tra tutti i mali hai scelto proprio quello che mi avrebbe uccisa. Non ti perdonerò mai per aver mortificato la mia sicurezza»
Davide cadde in ginocchio tenendola per i polsi con le lacrime agli occhi. La stava supplicando.
«N-no Lia ti prego... Ti prego non farlo...»
Lo staccò dai suoi polsi e lo lasciò cadere per terra. Si voltò e andò dritta verso i suoi amici.
«Lia!».Un grido straziante squarciò il mormorio della gente facendo calare il silenzio. Improvvisamente Davide sentì la guancia andargli in fiamme e bruciare. Era la pesantezza di uno schiaffo. Uno di quelli taglienti e assassini.
«Smettila di frignare e assumiti le tue responsabilità. Adesso vattene!»
Quelle parole furono gridate con disprezzo. Dopodiché lo lasciò inerme a terra, sofferente e spaesato. Lui l'amava veramente, lo capì solo dopo averla tradita. Si sentì uno schifo e cadde in un leggero stato di depressione quando lo lasciò. Era pur sempre un uomo, gli sbagli facevano parte della vita. Però è giusto pretendere di essere perdonati dopo aver tradito qualcuno? Cullarsi sul detto "sbagliare è umano?" No. Il tradimento è volontario. Non importa quale sia la ragione, non è la soluzione. E alla fine persone come Davide vengono sbranati vivi dai sensi di colpa. Tutto questo Lia lo sapeva e da maledetto diavolo quale era godeva disgustosamente per la sofferenza che lo affliggeva. "È giusto che perisca come ho fatto io. Guardare negli occhi la sua anima in frantumi mi ha resa felice". D'improvviso dopo essersi allontanata delle lacrime le strisciarono le gote.
«Lia cosa sta succedendo? Chi era quello?». Jade era davvero preoccupata.
Korn ascoltava in silenzio.
«Il mio primo amore. Adesso è passato, ma continuo ad odiarlo»
«Che ti ha fatto?»
«Mi ha tradita. Sai P' mi sono rassegnata ormai, però non posso fare a meno di odiarlo. A causa del suo errore ho odiato me stessa, mi sono sentita sbagliata, inutile. Ho passato le pene dell'inferno perché non riuscivo ad odiarlo in fretta, continuandolo ad amare. Ma come potevo continuare a provare qualcosa per chi non meritava? »
«Oh Lia vieni qui»
E con grande conforto l'amica la fece sprofondare nel suo abbraccio.
«Va bene così, grazie Jade. Adesso basta versare lacrime, metto per sempre fine a questa storia, sì va avanti!»
«Ben detto!».
Alla seconda ora la lezione venne interrotta dall' imponente figura di P' Sun.
Lo scrittore stesso era venuto ad annunciare il vincitore. Non fu Lia.
Non fu nemmeno una sorpresa. Sapeva di aver perso l'opportunità nel preciso istante in cui lo istigò. "Ne prendo atto". Eppure un po' ci sperava. Pazienza.
Mentre raggiungeva il bagno delle donne, si sentì afferrare il braccio e quella stretta quasi la fece barcollare. Si ritrovò addosso al petto di P'Sun e le loro facce a pochi millimetri di distanza. Guardarlo negli occhi la intimorì. Poi l'uomo lasciò la presa.
«Ti ho chiamata almeno un centinaio di volte»
«Mi scusi ero assorta nei mie pensieri, le serviva qualcosa?»
«Voglio che ti occupi della mia intervista»
«Eh?! Parla di quella che ha concesso all'università?»
«Sì»
«No, non se ne parla»
«La concederò solo se sarai tu a condurla, altrimenti ritiro l'ok»
«È una minaccia? Sa, su noi siciliani non hanno molto effetto. Anzi aumenta solo la voglia di litigare. Vuole litigare?»
«La risposta è sì a tutte e due le domande»
«Che razza di situazione!»
«Spero in un'intervista interessante»
«Non le conviene sperare, potrebbe rimanerne deluso»
«Allora?»
«La risposta è no»
«Sapevo non sarebbe stato facile convincerti ecco perché ho già annunciato alla televisione il tuo nome»
«Lei ha fatto cosa?! È folle!»
La fissò per qualche secondo negli occhi, zitto, e poi se ne andò. Lasciando dietro di sé una scia di farfalle che stavano straripando dallo stomaco.

Una ragazza a PhuketDove le storie prendono vita. Scoprilo ora