Capitolo 22: Inettitudine

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"Cosa mi aspetto dall'amore? Da me stesso? Da lei? Perché dovrei aspettarmi qualcosa? La vita è quel che è, non ci spetta sapere altro... Allora perché essere tenuto all'oscuro mi irrita? La mia esistenza è sempre stata piena di dubbi, incertezze a cui non badavo per paura. So solo che esisto, attendendo il treno migliore... Ma in fondo è una scusa, devo ammettere che mi piace lasciarmi vivere dalle circostanze. È come se il flusso degli eventi mi scorresse addosso, mi trascinasse con sé, ed io mi limitassi solo a seguire, da brava pecorella, il mio pastore: il tempo. È da deboli? Forse un po'. Mi piacerebbe avere più coraggio, purtroppo però, non ci riesco... È così frustrante". Ed è proprio tra questi pensieri che si fa largo il dolce ricordo della morte. "Hanno tutti troppa paura della morte, chissà perché? Fa parte dell'evento naturale delle cose, eppure, ci appare sconcertante. Non riusciamo ad accettare che lo scopo finale sia la morte? O è solo la paura di lasciare ciò che più amiamo? ".Marco non aveva paura di morire, in entrambi i casi, lui non ne era spaventato. "Nasciamo per morire". Ma non credete sia giusto ricordarci che nel mezzo ci sta la vita? Indipendentemente dal nichilismo in cui crede il nostro Marco, il mondo è lì, e bisogna viverlo. Tutti noi siamo questi: un cumulo di bisogni che ci rendono perennemente affamati. Perciò è quasi improbabile che non si abbia fame di vita, è solo che ci dimentichiamo della bellezza. Il bello ci è stato donato affinché si possa godere di un'esistenza che possa essere definita tale. Raggiungere l'orgasmo con il sublime e renderlo eterno. Eternamente dentro la memoria del cuore, e così per sempre nei ricordi dell'anima. Perciò dovremmo augurarci l'eccitazione, poiché ci accompagnerà fino a che non saremo "polvere di stelle".
«Lia?»
«Ciao, mamma mi ha detto che sei di nuovo nel tuo periodo blu»
«Mamma parla troppo»
«Non importa, adesso lo so. Smettila Marco, così ti consumerai inutilmente»
«Sai che non riesco a dare una svolta»
«Ma ti sembra il caso di fare la vittima? Alza il culo da quel letto e vivi. Credi davvero che gli altri siano più forti di te? C'è una cosa che si chiama istinto di sopravvivenza, e tu lo stai soffocando. Ti conviene non uscire dal tuo posto sicuro, ma ti avverto, prima o poi proverai dolore per la mancanza di esperienze, e gioie. Mi fai incazzare»
«Non ti innervosire altrimenti stacco. Mi irrita questo tuo atteggiamento»
«Come faccio a non essere nervosa quando il sangue del mio sangue vuole autodistruggersi per stupidità?»
«Non sono stupido!»
«Sei uno stupido immaturo!»
«Smettila!»
«Se hai deciso di non aiutarti allora abbiamo chiuso. Non starò ad assistere al tuo aoutolesionismo». La chiamata terminò per mano di Lia. Marco non riusciva a credere a quelle parole e scoppiò in lacrime. "Stronza. Perché non mi capisci?". Pianse tutta la sera, non cenò nemmeno. Riusciva solo a dormire e piangere, continuando miseramente la sua quotidianità. Lia lo avrebbe davvero abbandonato? Come biasimarla. "La conosco, ne sarebbe capace, mia sorella rinuncerebbe anche ad un profondo legame pur di non stare male. Non voglio che mi lasci. Chiedo solo comprensione".
Il giorno dopo la sveglia squartò l'oblio. Marco si svegliò suo malgrado e andò a scuola. Stefano lo aspettava in cortile.
«Bella bro»
«Ma sei scemo Ste'? Parla come le persone normali, ti prego!»
«Che guastafeste!»
«Mi preoccupo solo che il tuo quoziente intellettivo non sparisca del tutto...». Risero entrambi prendendosi in giro a vicenda. Erano buoni amici, dai tempi dell'asilo, e non si erano mai separati. Stefano non sapeva dei momenti blu di Marco, poiché questo non voleva coinvolgerlo nei suoi piagnistei. Voleva lasciarlo nella spensieratezza. Perciò quando arrivavano (i momenti), inventava scuse legate allo studio.
«Quindi quest'estate andrai da tua sorella? Come ti invidio! Dicono che la Thailandia sia magica e anche romantica»
«Sì, ritornerò in quel posto magico e romantico»
«Oh Jade, Jade... Perché sei tu, Jade?»
«Smettila idiota! Per lei sono solo un bambino, anzi peggio, il fratellino della sua amica...Che schifo!»
«Sarai anche più piccolo ma sai sempre che tasti pigiare. Insomma ti conosco abbastanza per confermare che sei maturo, perciò se ti piace, provaci e basta».
Era semplice per Stefano, mentre per Marco un rifiuto poteva essere catastrofico.
«Suppongo tu abbia ragione»
«Certo che sì!»
Entrarono in classe e si dedicarono all'apprendimento. Tra due mesi avrebbero affrontato il fatidico Esame di Stato italiano. Una grandissima sfida per i maturandi e successivamente, un dolce ricordo che riporterà alla luce il divertimento di quegli anni. Perché solo dopo che tutto sarà finito, ci ricorderemo con nostalgia e amore quanto gli anni del liceo siano stati belli, istruttivi, difficili e spensierati, accompagnati da persone che per molti anni sono state seconda famiglia.
"Chissà se tutto questo mi mancherà?"

Una ragazza a PhuketDove le storie prendono vita. Scoprilo ora