6. Uragano Eve

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Emma

È passata una settimana da quando ho vinto i Trials USA e con essi il diritto di partecipare alle Olimpiadi.
Sono ancora in Nebraska, in quanto ho dovuto presenziare a diverse conferenze stampa ed a molti controlli antidoping.

Devo ancora rendermi conto di quello che ho fatto, della gara ho ricordi frammenti, dopo la partenza ho deciso di staccare il cervello e lasciare libero arbitrio alle mie gambe. Ricordo solo di aver pensato alle parole di Jack all'inizio dell'ultimo giro
"Vedi ti tornare con quel maledettissimo pass"
Anche se era sabato sera, in cuor mio speravo che fosse davanti alla TV a fare il tifo per me. Non potevo mostrarmi debole, lui mi stava guardando. Così una forza nuova si era fatta strada in me, per un istante le mie avversare erano sparite, c'ero solo io e la pista, poi tutto nero fino a quando non ho sentito la voce delle speaker "Vince Brown!!"

Superato il traguardo ero crollata a terra, incredula, lacrime di gioia scendevano a fiumi, io campionessa d'America, un sogno, il MIO SOGNO!

Dopo aver ricevuto i complimenti dalle mia avversarie, stavo per dirigermi da Marcus, quando la giornalista della BBC mi aveva afferrato per un braccio e mi trascinata sotto le telecamere...
Ecco, così era iniziato il mio grande incubo... GLI EVENTI PUBBLICI.

Non sono una persone che ama essere popolare, non lo sono mai stata, ed in meno di 10minuti sono passata da essere una completa sconosciuta ad una "star" dell'atletica.

Avevo partecipato a diverse conferenze stampa, eventi pubblici, interviste, sfilate come "modella" con l'uniforme olimpica, shooting fotografici, ho visto il mio profilo Instagram quintuplicare il numero di follower.
Era snervante, ovunque andassi avevo occhi che mi guardavano e mi giudicavano. Questo lato dell'essere famosa non l'avevo considerato.

Dopo una settimana estenuante, finalmente sono sul volo diretta a casa, a Tampa. Ho proprio bisogno di tornate alla mia routine, di vedere faccie amiche, di sentirmi a casa!

Ero talmente stanca che mi addormentai mentre l'hostess ci stava spiegando le procedure di emergenza.

Fu Marcus a svegliami,
"Emma, siamo a casa!"
Non poteva svegliami con parole piu' belle.
Finalmente ero a casa.

Il viaggio verso il residence fu tranquillo e silenzioso. Appena davanti al residence, notai che qualcuno, probabilmente Max, aveva attaccato un cartellone con scritto
"Congratualazioni Emma", sul cartellone c'erano disegnati anche i 5 cerchi olimpici.
Mentre scendevo dall'auto tutti mi applaudivano.
Ero rossa per l'imbarazzo, ma ero a casa.
Entrai e senza preavviso due braccia forti mi abbracciarono.
"Congratulazioni Emma!!!" Disse la voce di Max quasi in lacrime.

Sorrisi
"Max mi hai chiamata Emma, finalmente!!comunque grazie!" Ricambiai l'abbraccio.
"Andiamo Emma, davvero??" Disse sorridendo.

Dopo aver salutato tutto lo staff, vado a prendere l'ascensore. Non vedo l'ora di essere nel mio appartamento per farmi un bel bagno caldo rilassante.

Entro e quando mi volto incontro la sguardo di Max, all'inizio mi sorride, poi mima con la bocca un "Scusami" seguito da un "Mi dispiace". Sgrano gli occhi per cercare di capire cosa volesse dirmi Max.

All'improvviso un nome si fa largo nella mia mente...EVE... no non può essere lei!!!
《ti prego lei no, tutti ma non lei》 questo è il mio unico pensiero mentre l'ascensore sale.
Appena si aprono le porte, sento una musica punk provenire dal mio appartamento, "CAZZO È EVE!" sbotto ad alta voce mentre mi avvio verso casa mia.

Istintivamente guardo la porta di Jack, se prima ero in ansia e non vedevo l'ora di incontrarlo, adesso speravo con tutto il cuore che non ci fosse. Non sarei mai stata in grado di gestire Jack ed Eve contemporaneamente.

Sono davanti alla mia porta di casa, sto per entrare, quando sento una voce roca

"Ciao Emma, non pensavo fossi una ragazza da musica punk!"

Immagino abbia un sorriso mozzafiato sulle labbra, anche se non mi volto a guardarlo.
《Devo aver fatto qualcosa di molto brutto in qualche vita precedente per essere così sfigata!》 pensai.

Ormai sconsolata e certa che a breve avrei dovuto presentare Eve a Jack, appoggio la fonte alla porta e sussurro.
"Non ho acceso io, è stata Eve, mia ..."
vengo interrotta di botto, quando la porta di spalanca, rilevando Eve mia sorella gemella.

"Ciao Emma, brutta stronzetta che  non sei altro, viene qui a farti abbracciare"
dice Eve mentre mi afferra per un braccio e mi stritula per bene.

Io ed Eve siamo gemelle monozigote, ci assomigliamo molto. Da piccole persino nostro padre faceva fatica a riconoscerci. Ma caratterialmente siamo due opporti.
Eve è sempre stata una bambina esuberante, energica, spericolata e strafottente, con gli anni queste  caratteristiche non sono migliorate, anzi.
Tengo moltissimo a mia sorella, sia chiaro, ma difficilmente riusciamo a stare nella stessa stanza senza litigare. Lei riesce a mandarmi fuori di testa.

Mentre cerco di liberami dalla stretta di mia sorella, vedo Jack con una espressione confusa. In pochi sanno che ho una sorella, tra questi Max, che sicuramente passerà un brutto quarto d'ora non appena Eve sarà andata via.

Mi libero, faccio un bel respiro profondo e mi appresto a fare le presentazioni

"Eve, ti present.."
Non faccio tempo a finire la frase quando Eve inizia a gridare e saltellare sul posto

"Emma Emma, è Jack Smith, Jack Smith, Cazzzo!!"
grida Eve indicato Jack come se non fosse lì.
In quel momento vorrei essere in qualsiasi altro posto al mondo, anche dell'universo se possibile, ma non li, che grandissima figura di merda.

Alzo gli occhi, guardo Jack e gli mimo un "Scusala". Lui alza le spalle e sorridi divertito.

"Brutta Stronza ti sei dimenticata di dirmi che Jack Smith è il tuo nuovo vicino di casa!!"
continua Eve.
Sospiro, ormai allo stremo delle forze

"Scusami, forse mi sono dimenticata di dirtelo!"
le dico sussurrando.
Speravo che la situazione sicuramente imbarazzante finisse lì, ed invece è degenerata in pochissimi secondi.

Eve guarda me, poi guarda Jack, gli punta un dito al petto ed esclama

"Bene, c'è solo un modo per perdonare mia sorella, stasera vieni con noi a festeggiare la vittoria di Emma, e guarda che non accetto un no come risposta"

《No no no no, non può essere successo davvaro》pensai,
lancio un'occhiata di fuoco a Eve, sto per ribattere, ma è Jack a parlare

"Piacere di conoscerti Eve, sarei onorato di unirmi a voi per festeggiare un traguardo così importante!" dice con tono divertito

"Perfetto, ci vediamo alle 21.30 ed andiamo con la tua macchina. Purtroppo mia sorella ha solo quella stupida moto!" dice Eve, trascinandomi in casa.

Ho il cervello in tilt, non riesco a dire nulla, sto ancora cercando di metabolizzare quando sia successo, è
grazie alla voce di Jack che riacquisto un barlume di lucidità.

"Perfetto, a più tardi" dice Jack prima di rientrare in casa sua.

Ormai non posso fare più nulla, devo arrendermi all'idea che dovrò uscire con Jack Smith e quell'urgano di mia sorella Eve.
Rassegnata dai fatti, chiudo la porta.
"DANNAZIONE EVE!!!" le urlo contro.

Ma ormai mia sorella è già nella camera degli ospiti a cercare un abito da farmi indossare.
sarà una lunghissima serata

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