23. Sei Mio

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Emma

Non vedo l'ora di togliermi questi maledettissimi tacchi, come fanno le altre a tenerli su per ore ed ore.

Alla fine mi sono anche divertita al gala', pensavo di annoiarmi, invece devo ringraziare Alex, è stato un ottimo compagno, mi ha presentato moltissime persone, alcune di loro, molto influenti nel mondo dello sport.

Credo di essere andata giù pesante con Jack, ma lui ha omesso un particolare importante, non mi ha detto di Charlotte, che tra l'altro ho avuto modo di conoscere.

È venuta a presentarsi, forse ha notato i continui sguardi di Jack verso me ed Alex, ma non credo abbia collegato le cose.

Quando ci siamo incrociate "casualmente" in bagno, non ha perso tempo per marcare il territorio, ho dovuto ricorrere a tutto il mio autocontrollo per non usare violenza su di lei, dopo le sue parole

"quando finirai di spassartela con Alex, vedi di stare alla larga da Jack, lui è mio!"
Le ho lanciato un'occhiataccia e poi le ho risposto che ero libera di spassarmela con chi volevo, ma visto che lei gli aveva già provati tutti, avrebbe potuto consiglirmi quello più soddisfacente.
Vedere il suo viso diventare paonazzo era stata una bella ricompensa.

Ho avuto modo di conoscere meglio Alex, è un buon amico per Jack, anche se si conoscono da poco hanno instaurato un rapporto speciale.

Mi ha confessato di essere follemente innamorato di una certa Roberta, una cameriera che lavora al locale dove spesso vanno lui e Jack. Tenerone!!

Finalmente sono in camera, tolgo le scarpe e mi butto a volo d'angelo sul letto.
Sono stanchissima.
Prima di dormire devo assolutamente farmi una doccia,
《chiudo gli occhi solo un minuto》 pensai.... ma invece mi addormentai.

Qualcuno stava bussando alla mia porta, è quello il suono che mi strappa dal mio sogno paradisiaco.
Sono le 4 del mattino e so chi c'è oltre la porta.

Senza nessuna esitazione lo faccio accomodare e chiudo la porta dietro di lui.
Mi fermo un attimo a guardarlo, è visibilmente turbato, si è tolto la cravatta ed ha aperto il colletto della camicia, i capelli sono arruffati, ha gli occhi rossi.

Ha pianto, Jack ha pianto, dev'essere successo qualcosa di brutto.
Sto per formulare la frase, quando lui mi abbraccia.
Mi abbraccia forte, la testa poggiata sulla mia spalla e con la mano mi accarezza la schiena.
Poco dopo inizia a sussuare un "Mi dispiace" che ripete come un disco in lup.

ok adesso sono decisamente preoccupata, ricambio l'abbraccio e gli passo la mano tra i capelli.

"Jack, cos'è successo?" Gli chiedo continuando ad abbracciarlo

"Mi dispiace Emma, non volevo farti arrabbiare, non ti ho detto di Charlotte perché non sapevo come avresti reagito.
Ha chiesto a suo padre di obbligarmi ad andare al Gala' con lei. Ma... ho fatto una cazzata, mi dispiace"
dice tutto d'un fiato, non molla la stretta, come se fossi la sua ancora di salvezza.

"E mi stai dicendo questo perché...?", ero curiosa, non avevo mai visto Jack comportarsi così.

Io non sono arrabbiata, mi fido di Jack, un po' meno di quella stronza.
Anche lui sembrò confuso, lasciò l'abbraccio e mi guardo' dritto negli occhi

"perché tu sei arrabbiata con me e non sopporto l'idea di litigare con te" la voce gli uscì come un sussurro.

"Jack io non sono arrabbiata con te, anche se non sei stato completamente onesto con me.
Sapevo di Charlotte già prima che mi dicessi che dovevi venire accompagnato. Ricordi, "sono tutti pronti a spiattellare la tua via sui social"
Sono solo delusa dal fatto che non ti sei fidato del tutto di me" la voce era calma mentre gli accarezzavo la guancia.
lui poso' la sua mano sulla mia, sospirò

"Mi dispiace Emma, non mi fidavo di me stesso, avevo paura di rovinare tutto e convinto di fare la cosa giusta, ho finito per fare una cazzata e rischio di perderti"

Non pensavo avesse preso così seriamente questa cosa. è vero mi aveva omesso il nome della sua accompagnatrice, che tra l'altro non aveva neanche scelto, ma in fin dei conti era stato onesto con me.

"Ehy Jack, guardami" gli ordino con tono sicuro, i nostri sguardi si incrociarono

"Non hai rovinato nulla, non sono arrabbiata con te e sono sicura che la prossima volta mi dirai tutto" gli posai un tenero bacio sulle labbra.
lui ricambio' il bacio, che da tenero inizio a diventare passionale.

"Mi dispiace, davvero, se mai ci sarà una prossima volta, ci sarai tu al mio fianco e non come accompagnatrice ma come fidanzata! oggi ho avuto il terrore di averti perso" disse a fior di labbra.

La parola fidanzata continuava a ripetersi nella mia testa, Jack ha detto fidanzata non ragazza. c'è una sottile differenza, ma magari alle 4 del mattino e dopo una serata del genere ha avuto solo un lapsus.
A quel pensiero mi vennero in mente le parole di Charlotte "lui è mio", ed il modo in cui si strusciava a lui, tutta la gelosia repressa quella sera, si trasformo' in ardore, avevo bisogno di sentirlo mio, perché lui era mio. Ed era arrivato il momento di dimostrarglielo.

Avevo ancora indosso il vestito del gala', poggiai una mano sul petto di Jack, con teneri baci lo spinsi fino al bordo del letto, per poi farlo cadere all'indietro. Lui sembrò spiazzato per un attimo, ma i suoi occhi si riempirono di desiderio. sostenendo il suo sguardo, slacciai l'unico laccio dietro al collo che teneva su il vestito, ed in pochi secondi mi trovai nuda di fronte a lui.
Diverse imprecazioni uscirono dalla sua bocca, mentre i suoi occhi si fecero ancora più scuri.
Mi afferro' per la vita e mi attirò a lui. Seduta a cavalgioni sentivo la sua erezione sotto di me, si tolse i vestiti velocemente, si mise il preservativo, restando sempre sotto di me. sostenendo il suo sguardo, gli accarezzai il suo sesso ormai duro, in modo costante e lento. Jack lasciò cadere la testa indietro, sul volto un'espressione di piacere, il suo respiro si fece pesante, pronunciò il mio nome, come supplica. Amo avere così tanto potere su di lui.
poi senza preavviso, portai il suo sesso sotto di me, e mi lascia cadere. Mi penetro completamente ed in profondità. Poco dopo, iniziai a muovermi sopra di lui, ogni movimento era una scarica di piacere, ne volevo di più, aumento la velocità. Stiamo entrambi ansimando, vicini a raggiungere l'apice e ci arriviamo poco dopo.
Sfinita, ma appagata, crollo su Jack, che mi regala un sorriso stanco ma felice.
Mi bacia sulla fronte,
"se questo è il modo in cui facciamo pace, dovremmo litigare più spesso"
disse Jack, prima di scoppiare entrambi a ridere.

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