Jack
"Andiamo Jack, come hai fatto a ridurti così?" Mi chiedo, mentre stringo con forza il volante e ho lo sguardo fisso nel vuoto.
Sono parcheggiato nel parcheggio sotterraneo dell'aeroporto. Il volo di Emma dovrebbe atterrare tra non molto e conoscendola, avrà pensato di chiamare un Taxi per farsi portare al residence.
Avevo pensato di farle una sorpresa, in modo da potermi congratulare di persona ed avere un po' di privacy.So per esperienza che il jeg-lag è devastante, oltre 15h di volo sono toste, deleterie. Soprattutto se non hai neanche il tempo di riposare e riprendere subito gli allenamenti.
Dopo aver messaggiato moltissimo con lei, la sento più vicina, come se giorno dopo giorno stesse abbassando le difese. Forse mi sta dando la possibilità di conosce la ragazza che si cela sotto quella corazza dura.
Dopo l'incontro con quello stronzo del Generale Grass e l'ammissione da parte sua che ne era intimidita. Avevo scritto immediatamente a mio padre per sapere se il Jet di famiglia fosse disponibile, ho avvisato l'allenatore che avevo bisogno di allontanarmi per qualche giorno.
Non aveva fatto domande, vista la mia ottima condotta, mi aveva solo detto che avrei giocato la partita infrasettimanale di farmi trovare pronto.Così, ero salito sull'aereo direzione Sydney. In volo avevo comprato il biglietto, mi serviva un posto nascosto, lontano dalle telecamere, ho pensato che la zona della riviera fosse il posto perfetto. Ovviamente mi sono dovuto mimetizzare con la folla, abiti casual con berretto ed occhiali ero perfetto.
Mi sono goduto la sua gara in tutta l'essenza in silenzio mentre guardavo Emma che si stava prendendo con grinta, forza e determinazione il suo sogno.
Quando l'avevo vista vacillare sull'ultima riviera, le avevo gridato di non mollare, era più un grido per me che per lei.
Poi la rimonta, la voglia di non mollare, l'arrivo al photofinish.
L'attesa della graduatoria finale è stata estenuante, ma quando ho visto il suo nome apparire sul tabellone, avrei voluto correre in pista ed abbracciarla euforico. Ma non potevo, non adesso, forse in un futuro, ma adesso no.L'ho guardata mentre si prendeva tutti gli applausi, meritatissimi.
Era quasi arrivata nella mia zona, così mi avviai verso le scale, ero quasi arrivato all'uscita quando lei gridò il mio nome, mi fermai, come pietrificato, dovetti ricorrere a tutte le mie forze per non voltarmi.
Lei mi aveva riconosciuto, nessun'altro solo lei. Poi era arrivato quel "grazie", carico di emozioni, per entrambi.
Guardo le porte del terminal dal quale dovrebbe uscire Emme, c'è tantissima gente, con striscioni, bandiera, bambini con in mano album per gli autografi, qualcuno aveva anche dei mazzi di fiori
《Cazzo, potevo fermarmi a prendere dei fiori!!》mi stavo insultando da solo.Sul volo di Emma, c'erano altri componenti del team Usa. Quindi c'era molta più gente di quella che mi aspettavo.
Gli agenti di sicurezza avevano transennato l'area, in modo da creare un corridoio per consentire il passaggio degli atleti.
Trovai posto in fondo, lontano da fans ed eventuali telecamere.
Finalmente iniziarono ad uscire i primi atleti e la folla andò in delirio.Dopo un po' uscì anche Emma, era visivamente stanca e spossata dal lungo viaggio in aereo. Ma si fermava da tutti, chiunque chiedesse un autografo o un selfie lei lo concedeva.
Iniziò a percorrere il corridoio verso l'uscita, quando i suoi occhi scattarono nella mia direzioni.
Indossavo occhiali con lenti scure, ma era come se mi stesse guardando dritto negli occhi. Un dolce sorriso le comparve in volto, salutò Marcus e la moglie, per poi venire verso di me.
Come a Sydney, solo lei era riuscita a riconoscermi, nessun'altro solo lei.
"Adesso mi dirai che ti trovavi nei paraggi e ti sei fermato per darmi un strappo?" mi schernisce scherzosamente mentre si avvicina.
Le vado incontro per toglierle il grosso zaino dalle spalle ed alleggerirla.
"Potrei, ma tu non ci crederesti" le dico mentre le tolgo il trolley dalla mano e mi dirigo verso l'ascensore.
"Ben tornata a casa Brown" le sussurai all'orecchio.
"Grazie Smith, finalmente a casa", rispose con un filo di voce.
Arrivammo alla macchina senza dire una parola. Caricai le valige in macchina, mentre Emma prendeva posto davanti.
Stavo per avviare il motore, quando lei iniziò a parlare.
"Non dovevi venire fino a Sydney, il viaggio è lungo e sicuramente avrai saltato qualche allenamento per venire fin là...ma grazie" disse guardandomi dritto negli occhi.
Solo in quel momento mi resi conto di quanto mi era mancata, del benessere che mi regalava il suo sguardo, del calore che mi provocava il suo viso. Avevo una gran voglia di baciare quelle labbra sottili, ma dovevo aspettare,
"L'idea di vedere quel Generale di persona ti angosciava, così ho pensato di poter vedere la tua gara dal vivo e perché no, prendere a calci nel culo un ufficiale dell'esercito", dissi in modo scherzoso per alleviare l'atmosfera.
Una fragorosa risata echeggio' nella macchina,
"Quanto sei scemo Jack", disse ancora sorridendo.
Stavo per rispondere quando senza preavviso mi trovai le sue labbra sulle mie. Ero preparato a tutto meno che questo, subito le misi una mano tra i capelli per avvicinarla a me. Fu un bacio lungo e passionale, nulla a che vedere rispetto al primo. In quel bacio erano racchiuse tutte le parole non dette, ci stavamo lasciando alle spalle tutte le preoccupazioni. Non era solo passione, c'era dell'altro. Senza indugio mi feci strada nella sua bocca, per poi mordere delicatamente il labbro inferiore. La sentii genere piano. Più la baciavo più ne volevo.
Ormai entrambi a corto di fiato ci staccammo, appoggio la mia fronte alla sua,
"Sarà, ma sono il tuo scemo!" dissi guardando nei suoi occhi color smeraldo.
Mi diede un rapido bacio a stampo e facendo sfiorare le sue labbra alle mie mi disse
"Allora portami a casa Scemo!".
Scoppiammo entrambi a ridere.
"Al suo servizio Soldato Brown!", risposi mentre avviavo il motore.
Guadagnai una sberla sul braccio con fare scherzoso.Ero felice, una felicità che non avevo mai provato prima. Una felicità che speravo durasse il più a lungo possibile.
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Un Amore A Cinque Cerchi
RomanceEmma Brown è un'atleta professionista con il sogno di partecipare alle Olimpiadi. Passione e dedizione verso il suo sport la portano a vivere esclusivamente per inseguire il sogno, lasciando fuori amore ed amicizie. Jack Smith, stella indiscussa del...