33. Pura Sincerità

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Jack

Mi trovo davanti alla porta dell'ormai ex appartamento di Emma, la porta è socchiusa deduco che lei sia dentro.

Apro piano ed un senso di vuoto mi investe. E' una sensazione strana, ricordo la luminosità di quell'appartamento, si respirava vitalità, allegria adesso invece è vuoto asettico.

Noto Emma in piedi che guarda verso la finestra, ha qualcosa in mano ma non riesco a vedere cos'è.
So che mi ha sentito entrare, ma non si è voltata, mi avvicino ma non troppo il giusto per lasciarle i suoi spazzi.
Ispiro pronto per fare il mio monologo, ho provato questo discorso centinaia e centinaia di volte nella mia testa, sto per cominciare ma lei mi anticipa

"Sai Jack" quando parla non si volta e continua a fissare l'oggetto che ha tra le mani,
"quando mi hai cacciato dall'ospedale, mi sono chiesta dove avessi sbagliato, mi sono data dell'idiota per averti fatto entrare non solo nella mia vita ma anche nel mio cuore. Ho provato ad odiarti, davvero, ma non ci sono riuscita...come si fa ad odiare l'uomo che ti ha fatto scoprire l'amore? Come?! Non si può, allora ho provato a dimenticarti, era quello il mio piano.
Di giorno, era facile mi concentravo su altre cose, ma la sera... ogni dannata sera era un'agonia. Quando resto da sola, tu catalizzi tutti i miei pensieri"
La sua voce esce come una confessione, si ferma per trovare le parole giuste

"Mi hai allontana per non farmi vivere il tuo trauma, è giusto che tu sappia che ti ho pensato ogni sera, ti ho sognato ogni notte. Ti immaginavo solo in quella stanza di ospedale, mentre soffrivi per le operazioni, oppure immaginavo il dolore che provavi durante la riabilitazione. Avrei voluto esserci, ma non per compatirti, ma per dirti che tu sei l'uomo più tenace che conosca, che nonostante tutti i pronostici dei medici, tu saresti tornato a camminare ed avresti comunque realizzato i tuoi sogni!
Invece mi hai lasciata sola, a soffrire in silenzio, per mesi non un messaggio ne una telefonata, poi appari qui come un sogno e mi accusi di averti dimenticato....con Alex, che assurdità!"
Ogni parola che esce dalla bocca di Emma è una pugnalata al petto, indubbiamente avrei preferito essere preso a schiaffi che sentirla esternalizzare tutto il dolore che le ho procurato.

"Adesso cosa succede Jack? Cosa sei venuto a fare??" Queste parole le escono più dure.

"Emma, devo dirti una cosa..." fanculo il discorso e le belle parole, è ora di essere sinceri.
Lei non si volta, ma lascia andare le mani lungo i fianchi, così riesco a vedere cosa teneva in mano.
È una nostra foto, scattata la vigilia di Natale, nella foto ci guardiamo negli occhi con sguardo intenso. Probabilmente entrambi stiamo pensando "Dio quando lo/la amo".

"Avanti Jack, di quello che devi dire, ma fai in fretta e poi vattene, così da lasciarmi sola..." anche se non posso vederla, lacrime hanno iniziato a scenderle sul volto.

Pensa che sia qui per dirle addio, non ha capito le mie intenzioni.

"Sai Emma, quando ti ho cacciato, ho allontanato tutti, volevo rimanere da solo e lasciami andare, in poche ore avevo perso tutto, ed avevo allontanato la donna che amo, per una settimane ho vissuto da vegetale, non facevo nulla, non rispondevo alle terapie, aspettavo di morire." A quelle parole vedo che si irrigidisce

"Poi una sera, il dottore che mi ha operato, a fine turno è venuto da me, si è seduto sulla sedia con in mano la fotografia di suo figlio. Mi ha raccontato che l'anno prima un male incurabile le aveva portato via la moglie in pochissimo tempo. Lui si era sentito morire dentro, come me, si era lasciato andare. Ma grazie a suo figlio aveva ritrovato un motivo per andare avanti, un motivo per tornare a vivere. Mi ha detto di scavare dentro di me e trovare il "mio" motivo e.... sei tu il mio motivo Emma."
A quella rivelazione lei si voltò di scatto. Gli occhi rossi per le lacrime e lo sguardo incredulo.

"Ho affrontato interventi dolorosi e riabilitazioni impossibili il tutto pensando a te. Pensando che non avrei dovuto mentirti, perché Emma tu per me sei tutto e ti amo. Dovevo tornare a camminare perché ti avevo promesso un'altra vacanza al mare, dovevo tornare a camminare perché avevo dei progetti per noi e li voglio portare a termine tutti.
So bene che quello che ti sto dicendo non basta per cancellare tutto il dolore che ti ho causato, ma se mai volessi darmi un'altra possibilità, sarei l'uomo più fortunato e felice al mondo e non passerà giorno senza dimostrarti quando ti amo"

"perché adesso Jack? perché hai voluto affrontare tutto da solo?" Mi domanda curiosa

"Perché avevo paura di non essere abbastanza per te. Non sono più l'uomo che hai conosciuto ed il pensiero che te ne saresti andata mi uccide...così ho aspettato di rimettermi in piedi ..." sospiro e cerco le parole adatte

Ma lei azzera la distanza tra noi, poggia la sua mano sulla mia guancia ancora rossa, mi guarda dritto negli occhi, mi sta guardando dentro.

"Non dirlo neanche per scherzo, Jack. Tu sei e sarai sempre l'uomo di cui mi sono innamorata. Tu sei tutto per me e sapere che non ti reputi "abbastanza", mi fa piangere il cuore!"

A quelle parole porto la mia mano sulla sua, che è ancora poggiata sulla mia guancia. Mi crogiolo del suo calore, quel calore che mi è mancato per mesi e che ora era diventato una droga.
avevo bisogno di stringerla nelle mia braccia, avevo bisogno di baciare quelle labbra sottili e morbide, avevo bisogno di lei, ma non voglio correre, non voglio fare un altro passo falso.

"io voglio solo prendermi cura del tuo cuore" le sussurro
"Allora baciami Jack".
Appena metabolizzo la sua richiesta, mi avvento sulle sue labbra.
E' un bacio dalle mille sfaccettature, passione, desiderio, ardore sono solo alcuni di sentimenti che ci scambiamo con quel bacio.

Ci stacchiamo per respirare, manteniamo il contatto visivo, le metto una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Devo dirti un paio di cose ancora..." le dico e lei mi guarda confusa

"la prima, è che presto potrò tornare a correre. Certo non potrò fare la maratona o dei contrasti, ma potrò fare una corsetta blanda. E questo-indico il bastone- non mi servirà più!"

"Ma è fantastico Jack!" afferma Emma con tono euforico,

"la seconda, chiama tuo padre e avvisalo che resterai a Tampa!"

Lei abbassa lo sguardo ed indica l'appartamento ormai vuoto

"Non posso restare qui, non ho più la sovvenzione e questo residence è troppo costoso per me!"

"E' vero, è un residence costoso, ma questo non dovrebbe essere un problema visto che il tuo fidanzato è milionario e vive nello stesso residence"

"No non voglio che mi paghi l'affitto!" dice seria.

"No Emma non hai capito,non voglio pagarti l'affitto, voglio che tu venga a vivere con me.
Voglio che ti addormenti ogni sera tra le mie braccia e svegliami con l'odore dei tuoi capelli sul mio cuscino. Voglio amarti e farti sentire amata ogni giorno finché avrò l'onore di stare con te!"

Ci mette un po' a metabolizzare la mia richiesta, un sorriso che pensavo di aver perso per sempre le si materializza sul volto

"Dici sul serio Jack? perché se mi stai prendendo in giro di spacco il naso!" il suo tono è un mix tra il divertito e lo scherzoso.

Sorridendo mi metto le mani sul naso, con fare protettivo.

"Ah no, ci tengo al mio naso!e' la parte migliore della mia faccia non trovi?!"

le dico mentre le mostro prima il mio profilo destro e poi il sinistro

Lei scoppia a ridere, un suono melodico per le mie orecchie.

"te l'ho mai detto che sei scemo?!" sorride.

"Oh si, forse un paio di volte, io però ti avevo avvertito che sarei stato il tuo scemo!!...ti Amo Emma".

mette le mani dietro il mio collo e mi tira verso di lei.
"Sei il mio scemo e ti amo!" dice prima di avventarsi sulle mie labbra.

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