Jack
La testa mi fa un male cane, sento in lontananza un rumore che si ripete di continuo.
È tutto buio.
《Dove sono? Cos'è successo? Non riesco a muovere la gamba destra, la testa pulsa》questi sono i primi pensieri che riesco a fare.
Apro piano gli occhi, mi ritrovo in una stanza di ospedale, ho la gamba fasciata ed intorpidita.
Vedo una chioma biondo cenere che dorme con la testa china sul mio letto.
Emma sta dormendo, le accarezzo i capelli, mugugna qualcosa, ma non si sveglia.
Allora la chiamo, la voce esce roca ed ho la bocca impastata.
Alle mie parole, lei scatta immediatamente indietro e mi guarda, sembra incredula ma felice.
Il volto è stanco, ma la cosa che mi colpisce di più sono i suoi occhi sembrano spenti."Jack sei sveglio!! Come ti senti?" Sono le prime parole che mi dice prima di abbracciarmi.
Cerco di ricambiare l'abbraccio ma fatico a muovermi. Mi sento uno schifo, come se mi fosse passato sopra un camion.
"se ti dico che sto bene ci credi?" Rispondo cercando di ironizzare.
Ma lei non sorride, è strana, non è la mia Emma, c'è qualcosa che non va.
"Chiamo un medico per dire che ti sei svegliato ", dice fredda prima di alzarsi ed andare verso la porta
"Emma, c- cosa c'è? Stai bene?" Mi sto preoccupando e non poco.
Lei mi guarda, nei suoi occhi vedo tristezza e qualcosa che non riesco a decifrare...
"Si Jack sto bene, vado a chiamare il medico...mi fermo a prendere un caffè" dice prima di uscire.
《lei non beve caffè..》formulo questo pensiero poco prima che entri il medico, assieme ai miei genitori.
Mia madre mi abbraccia, ma noto subito lo sguardo spento di mio padre, uno sguardo simile a quello di Emma.
Ignoro il dottore che ha iniziato a parlare, guardo mio padre negli occhi.
"Papà hai pianto? Ho un vago ricordo dell'incidente, ma non capisco, ditemi cos'è successo?" chiedo serio
il medico continua a parlare, ma io guardo solo mio padre.
Lui stringe i pugni ed io inizio ad innervosirmi,
"Papà spiegami ORA!" alzo la voce per quel poco che riesco.
Il medico smette di parlare, mia madre mi stringe la mano
"Jake stai calmo" mi sussurra.
Finalmente mio padre inizia a parlare, parte dal principio, mi spiega dell'operazione e poi pronuncia quelle fatidiche parole
"non potrai giocare mai più a livello agonistico"
Il mio cervello si spegne, ho la mente annebbiata, sono incredulo, scioccato e arrabbiato.
Porto nuovamente lo sguardo su mio padre ed adesso riesco a decifrare quello che vedo nei suoi occhi.
"compassione"
mio padre mi sta compatendo.Formulo solo una frase
"Lei - lei lo sa?"
chiedo nella speranza di ricevere risposta negativa."Si Jack" disse mia madre dolcemente.
un brivido di rabbia mi percosse la schiena"FUORI, FUORI TUTTI, NON VOGLIO VEDERE NESSUNO, USCITE FUORI"
inizio a gridare, mentre gesticolo e cerco di mettermi seduto.
il medico e mia madre mi invitano a calmarmi, ma non ci riesco."FUORI, VI VOGLIO FUORI, SUBITO!" continuo a gridare.
Le grida hanno attirato altri dottori, c'è un via vai pazzesco.
Continuo a gridare, vedo un medico che si avvicina alla mia flebo per poi iniettarmi qualche sostanza per farmi calmare, cosi poco dopo, mi sento stanco, ho sonno, le ultime parole che ricordo sono "Mai più!"
La testa pulsa sempre più forte, apro gli occhi e fuori è tutto buio, devo aver dormito per tanto tempo.
A fianco a me, riconosco la chioma di Emma, che scatta indietro appena muovo la mano.
" T- Tu lo sapevi?" sbiascico ancora mezzo addormentato
"Si Jack, mi dispiace" dice guardandomi neglio occhi
In quel momento il mio cuore va in mille pezzi. Anche lei prova compassione per me!! sono arrabbiato!
"Non ti permettere mai più di dire che ti dispiace, non osare compatirmi!!" le dico con tono glaciale
"Jack io non ti sto compatendo!" risponde mentre abbassa lo sguardo
"Ah no?!! non riesci neanche a guardami negli occhi! non ho bisogno della tua pietà!!"
Adesso ho il tono di voce alto."Non alzare la voce, non ti fa bene, devi stare calmo" dice lei con tono alterato.
"Non trattarmi da invalido!! Non voglio la tua compassione, non voglio la compassione di nessuno!!!
Non è così che doveva andare, non è questo quello che avevo in mente!"Inizio a pensare ad alta voce, mi rendo conto che questa non è la vita che avevo immaginato per Emma e non voglio che lei soffra e viva tutto questo per colpa mia.
Quindi devo fare l'unica cosa che non avrei mai voluto fare in vita mia.
"Vattene Emma, vai via!" dico con tono freddo ed apatico.
Lei mi guarda intensamente e poi risponde
"No Jack, so cosa stai facendo, ma non riuscirai ad allontanarmi, supereremo questa disgrazia assieme" dice con tono dolce.
Non posso obbligarla a vivere questo incubo
"Non ti voglio qui, non provo niente per te, ci siamo divertiti, adesso andiamo avanti " non so da dove ho trovato la forza per pronunciare quelle parole.
"Stai mentendo! Jack guardami dritto negli occhi e dimmi che non mi ami" Adesso è lei che alza la voce.
Ha ragione, certo che sto mentendo, ma non posso permettermi che viva tutto questo.
Trovo il coraggio per sostenere il suo sguardo e le dico esattamente quello che vuole sentire
"Non ti amo Emma, tra noi non c'è nulla. Era solo sesso."
Percepisco il momento esatto in cui le mie parole frantumano il suo cuore e allo stesso tempo disintegrano il mio.
"Sei un coglione Jack!! quando ti renderai conto di quello che hai perso, non venire a cercarmi!! Addio Smith" dice mentre sparisce dietro la porta.
Resto lì, solo con i miei pensieri, solo con la mia realtà, solo col mio dolore ed inizio a piangere.
STAI LEGGENDO
Un Amore A Cinque Cerchi
RomanceEmma Brown è un'atleta professionista con il sogno di partecipare alle Olimpiadi. Passione e dedizione verso il suo sport la portano a vivere esclusivamente per inseguire il sogno, lasciando fuori amore ed amicizie. Jack Smith, stella indiscussa del...