𝟏𝟕. 𝐈'𝐦 𝐭𝐚𝐥𝐤𝐢𝐧𝐠 𝐚𝐛𝐨𝐮𝐭 𝐲𝐨𝐮

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𝐃𝐞𝐥𝐢𝐥𝐚𝐡'𝐬 𝐩𝐨𝐯

Non avevo idea di che ora fosse, ma non riuscivo a dormire.

Era stata una settimana complicata, composta da alti e bassi e la sensazione di essere seguita che si faceva ogni giorno più opprimente.
Ero arrivata al punto di chiudere a chiave la porta cinque volte, serrare ogni finestra e fare il giro della casa per controllare che fosse tutto a posto—Janice cominciava a pensare che stessi perdendo il lume della ragione.

Mi girai e rigirai tra le coperte per l'ennesima volta, finché seccata non mi misi a sedere lasciandomi sfuggire un sospiro.

Sussultai quando la mia attenzione venne attirata dalla vibrazione del mio cellulare sul comodino.
Corrugai la fronte e allungai un braccio per afferrarlo, sgranando gli occhi allarmata quando vidi apparire il nome di Harry sullo schermo—accettai immediatamente la chiamata

«H?» risposi sottovoce per non svegliare Janice

«Lilah, ti ho svegliata?»

«no, no ero già sveglia, ma che succede?» domandai preoccupata allontanando momentaneamente il cellulare dall'orecchio per controllare l'orario
«sono le quattro del mattino»

«lo so, sta' tranquilla, non è successo nulla» tirai un sospiro di sollievo alle sue parole e mi portai una mano al petto per calmare il mio battito cardiaco, perché mi facevo prendere dal panico così facilmente?

«Uh... okay?» ero confusa

«in realtà ti ho chiamata per dirti che sarò lì tra cinque minuti, prendi qualcosa per la notte ed esci, ti porto in un posto»

«Harry... mi prendi in giro?» alla mia domanda una risatina abbandonò le sue labbra

«affatto. Su, hai cinque minuti»

«tu sei completamente fuori di testa» sorrisi scuotendo la testa
«d'accordo, farò in fretta»

«bene, a tra poco» Harry riattaccò ed io rimasi ad osservare la parete davanti a me per qualche istante, cercando di metabolizzare la cosa, incapace di smettere di sorridere.

Quando finalmente mi ricomposi mi alzai dal letto, aprii l'armadio e ne tirai fuori uno zaino, ci infilai dentro della biancheria pulita, un paio di shorts e un crop top giallo, il mio spazzolino, la spazzola e la mia trousse last minute.
Indossai poi un abitino bianco leggero – la prima cosa che mi capitò a tiro – i miei scarponcini neri e diedi una veloce sistemata ai miei capelli.

Afferrai le chiavi, il cellulare, lasciai a Janice un bigliettino sul tavolo in cucina e silenziosamente uscii di casa.
Quando chiusi la porta alle mie spalle e il mio sguardo cadde sulla Range Rover parcheggiata nel vialetto, scossi appena la testa ed Harry mi sorrise dal finestrino.

Raggiunsi l'auto e salii a bordo, notai Primrose addormentata nel suo seggiolone sui sedili posteriori ed Harry mi osservò per qualche istante

«buongiorno» sussurrò rivolgendomi un sorriso

«tecnicamente è ancora buio, ma buongiorno» ridacchiai posando lo zaino sul tappetino sotto i miei piedi, chiusi poi la portiera e ed Harry ripartì
«dove stiamo andando?» domandai facendo attenzione a non svegliare Posey

«ti avevo detto che avrei condiviso con te il mio posto speciale» sorrise
«sono un uomo di parola» due fossette apparirono ai lati delle sue labbra e sentii il mio cuore saltare un battito quando i nostri occhi si incontrarono.
Non risposi, semplice posai la testa alla sua spalla e una mano sulla sua, restando così per l'intero viaggio fino a Botany Bay.

Quando arrivammo a destinazione erano quasi le cinque del mattino, scendemmo dall'auto ed Harry prese in braccio Posey per evitare che si svegliasse, poi cominciammo a camminare lungo un breve sentiero che conduceva ad una casetta in legno non molto distante da noi.

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