𝟐𝟓. 𝐒𝐡𝐚𝐤𝐢𝐧𝐠 𝐥𝐢𝐤𝐞 𝐚 𝐥𝐞𝐚𝐟

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𝐃𝐞𝐥𝐢𝐥𝐚𝐡'𝐬 𝐩𝐨𝐯

«Kitty deve andare» sussurrò al mio orecchio—e fu un istante.

Allungò un braccio verso il ripiano accanto a noi e con la mano libera afferrò un coltello da verdure, fece un passo indietro e non ebbi neppure il tempo di sbattere le palpebre una singola volta che la situazione mi sfuggì completamente di mano.
Fu letteralmente un istante, ma mi sembrò di vivere quel momento in slow motion.
Eric mi sorrise e con un gesto fulmineo sollevò il coltello, la lama affilata percorse orizzontalmente la sua gola e vidi la sua carne squarciarsi, il sangue cominciare a schizzare copioso—ci era voluto un istante.

«Eric, no!» urlai a squarciagola precipitandomi su di lui, il suo corpo crollò tra le mie braccia e i suoi occhi spalancati piombarono nel vuoto
«aiuto! Qualcuno mi aiuti! Eric, ti prego, no!» cercai disperatamente di avvolgere le mani attorno alla sua gola, di fermare il sangue, ma era dilaniata e non riuscivo neppure a tenerlo su
«aiuto!» urlai con tutta la forza che avevo in corpo, la mia voce straziata dal dolore, dalla paura

«a-andrà b-bene...» stava soffocando col suo stesso sangue, ma un debole sorriso curvò appena le sue labbra

«no, no, no—Eric, non te ne andare, n-non andare, ti prego» singhiozzai afferrando il suo viso

«Lilah!?» sentii le urla di Harry all'esterno e cominciò a sbattere i pugni contro la porta
«Lilah, che succede?»

«c-chiama un'ambulanza, ti prego—fa' in fretta!» urlai tra le lacrime, ero zuppa di sangue—che continuava a scorrere come una cascata lungo le mie braccia, sul suo corpo, sul mio
«E-Eric, ti prego» piagnucolai, la sua mano tremolante riuscì a stento a raggiungere la mia ed io disperata la strinsi

«b-boo—p-per se-sempre» con un colpo di tosse sputó sangue, questa volta, fu talmente tanto da togliergli completamente il respiro e impedirgli di richiudere la bocca

«n-no, non lasciarmi» sentii la porta essere sfondata e i passi di Harry precipitarsi verso la cucina.
Un forte fischio risuonò nelle mie orecchie e col corpo, sempre più debole, di Eric tra le mie braccia mi sembrò di vivere qualcosa di surreale, i suoni si fecero ovattati e la vista cominciò ad annebbiarmisi

«Lilah, che—oh mio Dio» sentii il riccio bloccarsi sui suoi passi, ma quando si rese conto della situazione si lanciò sul pavimento accanto a me ed in fretta si sfilò la giacca, sollevò leggermente il capo di Eric e avvolse la giacca attorno alla sua gola, premendola con forza sull'enorme taglio, mentre io guardavo la scena impietrita, inerme.

«Eric, resta con me» posò una mano sul volto del biondo, ma era ormai tutto inutile, non reagiva più, non aveva nessun controllo sul proprio corpo
«amico—resisti, forza, i soccorsi stanno arrivando» mormorò cercando di tenerlo su ed io ebbi l'impressione di aver smesso di respirare.

Indietreggiai appena scivolando sul pavimento, ma quando posando le mani per terra mi accorsi di essere in un lago di sangue, un urlo abbandonò le mie labbra. Cominciai a gridare senza sosta e la consapevolezza mi investì di colpo—era tutto vero.
Travolta dal panico cercai di tirarmi su, di indietreggiare, ma ad ogni tentato movimento scivolavo nella pozza di sangue in cui eravamo letteralmente immersi.
Quando Harry si rese conto della quantità di sangue attorno e su di noi, lasciò delicatamente andare il corpo di Eric—la sua testa, ormai soltanto parzialmente collegata al collo, ricadde su un lato e i suoi occhi azzurri – privi di vita – piombarono nei miei.

Smisi di urlare.
La scena che mi si presentava davanti era talmente cruda da togliermi ogni forza.
Rimasi a fissare il corpo del mio migliore amico con la bocca spalancata e gli occhi colmi di lacrime – che rigavano il mio volto – non un filo d'aria usciva dalle mie labbra.

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