𝟐𝟖. 𝐍𝐞𝐰 𝐲𝐞𝐚𝐫, 𝐧𝐞𝐰 𝐥𝐢𝐟𝐞

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𝐃𝐞𝐥𝐢𝐥𝐚𝐡'𝐬 𝐩𝐨𝐯

Ultimo giorno dell'anno, ogni volta, il bilancio è inevitabile.

Di sicuro quello non era il modo in cui avevo immaginato di trascorrere l'ultimo giorno dell'anno, ma rieccoci: io e Martin, soli contro il mondo, come all'inizio, come sempre.

Ci ritrovavamo di nuovo lì, al punto di partenza, al punto in cui io avevo lui e lui aveva me, ed era tutto quello su cui potessimo contare.
Mancavano quarantatre minuti alla mezzanotte – all'anno nuovo – e noi eravamo sdraiati tra cappotti e coperte su una collina in cima alla città, sul punto più alto di Londra, a bere vodka e mangiare cibo spazzatura.

Da quella posizione – da sdraiati – si riuscivano a vedere le stelle, e nel silenzio che ci avvolgeva ci perdemmo a contarle—quasi come se fosse possibile farlo.
Il manto blu brillava come non mai, era limpido, e mi sentivo così piccola mentre ammiravo quell'immensità al di sopra di me.

«Chissà se Eric è tra loro» pensai a voce alta lasciando affiorare un sorriso, era la prima volta che lo nominavo dalla sua morte, non ne avevo mai parlato neppure con Martin, lui restò in silenzio per qualche istante alle mie parole

«dev'esserci» disse poi rompendo il silenzio
«tu quale credi che sia?» disse avvicinando leggermente la testa alla mia, mentre entrambi osservavamo le stelle su di noi

«la più luminosa» affermai di getto
«sì, dev'essere la più luminosa» aggiunsi sospirando appena

«già...»

«è quella lì» sorrisi indicando la stella più lucente tra tutte
«la guardo ogni notte dalla mia finestra» confessai

«allora dev'essere proprio lui» sussurrò mio fratello posando la testa alla mia, poi afferrò la mia mano e la strinse forte nella sua
«manca anche a me» lo disse così a bassa voce che quasi faticai a sentirlo, nonostante il silenzio

«lo so...» dissi
«e so che forse dovrei chiedertelo, ogni tanto, perché non sono l'unica a soffrire...» osservai, ma lui scosse la testa

«no. Neanche per me è facile parlarne» confessò
«ma penso a lui ogni giorno»

«credi che avremmo potuto evitarlo?» domandai, i nostri sguardi ancora fissi sul cielo blu

«non lo so... Credo di no, ma tu hai fatto tanto per lui»

«forse non abbastanza» deglutii

«non farlo, non assumerti colpe che non hai, non è ciò che lui vorrebbe» mi rimproverò mio fratello

«lo so» confermai, ma non riuscivo a smettere di pensare che se avessi agito diversamente, forse Eric non si sarebbe tolto la vita

«avrebbe continuato a soffrire» interruppe i miei pensieri
«se fosse rimasto, intendo» precisò

«spero sia in pace, ora»

«gli hai donato la pace di cui aveva bisogno, sei stata la sua salvezza per tanto, tanto tempo... sono certo che vegli su di te continuamente, come sono certo del fatto che non ti abbandonerà mai» sentii gli occhi inumidirsi alle parole di mio fratello

«ed io non abbandonerò mai lui...» commentai osservando quella stella
«vivrò per entrambi» aggiunsi
«ma se c'è uno sbaglio che non voglio commettere, è quello di dare per scontato te. Se hai bisogno di parlarmi sono qui, tu hai me ed io ho te, facciamo in modo di non dimenticarlo» affermai voltando lo sguardo verso mio fratello, che fece lo stesso, poi posò le labbra sulla mia fronte

«ti voglio bene» sorrise

«ti voglio bene» sussurrai io tornando a guardare il cielo

«sono innamorato di Jani» sgranai immediatamente gli occhi e scattai a sedermi, lasciando piombare il mio sguardo su di lui

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