"Non sei nessuno"Capitolo 14

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Sono davanti la porta di casa mia, evviva, aspettavo questo momento da circa..5 ore, si.

Lo so, è solo il primo giorno ma mi mancavano Lux ed Eugenia.

Suonai il campanello svariate volte, finchè Eugenia venne ad aprire.

«Lali, non en..» Stava per dire qualcosa e dopo aver pronunciato un semplice "Ciao" entrai.

Vidi Peter, che non appena incontrò il mio sguardo, venne verso me.

«Perchè sei qui?» Domandai e lui si toccò i capelli.

«Lali perchè non mi hai detto che andavi a lavorare?» Domandò con tono calmo.

«Perchè dovrei dirtelo, non sei nessuno.» Affermai togliendo i tacchi.

«Mamma» Urlò Lux e l'abbracciai.

«Piccolina, tutto bene? Com'è andata a scuola?» Domandai, accarezzandole la lunga chioma.

«Bene, a lavoro com'è andata?» Domandò Lux.

«Bene» Risposi sorridendo.

«Io vado a casa» Disse Peter afferrando il suo giubotto ed io cercai di zittirmi, ma non ci riuscí.

«Se vuoi puoi rimanere a pranzo» Affermai.

«No, non voglio disturbare» Disse sorridendo.

«Papiii perfavore» Disse Lux e lui rivolse uno sguardo a me.

«D'accordo» Disse.

-

«Euge, non puoi immaginare che figo il mio capo» Affermai e lei mi incitò a descriverlò.

Dopo averlo descritto lei rimase a bocca aperta ed io risi rumorosamente.

«E cosí il tuo capo è un figo» Disse Peter entrando nel salotto.

«Adesso ti metti ad ascoltare anche le conversazioni che non ti riguardano?» Domandai nervosa.

«Vi lascio soli» Disse Eugenia alzandosi dalla poltrona, ma Peter la bloccó.

«Me ne vado io» Disse, ed io non risposi.

«Continuerete a litigare per sempre?» Domandó Euge.

«Sinceramente te lo dico con il cuore, non mi interessa» Affermai e lei fece spallucce.

«Zia» Lux saltò sulle gambe di Euge.

«Dimmi» Rispose Eugenia.

«Mi porti al parco?» Domandó Lux ed eugenia guardò me per ottenere il mio consenso, io annuí e poco dopo furono fuori casa.

-

Bene, ho deciso.

Mi farò una bella doccia rinfrescante.

Entrai dentro la doccia, aprí l'acqua, che cominció a scorrere lungo il mio corpo.

Sentí il suono del campanello suonare svariate volte.

Indossai velocemente il mio accappatoio, mi diressi ad aprire.

«Chi è?» Domandai e nessuno rispose.

Aprí la porta, era Zayn, cioé voglio dire, il mio capo di lavoro.

«Ch-che ci fai tu qui?» Balbettai e lui sorrise.

«Scusa, non sapevo ti stessi facendo una doccia» Disse toccando i miei capelli bagnati, notai la schiuma sulla sua mano, oddio, ho ancora la schiuma sui capelli.

«Come sai dove abito?» Domandai.

«Sai, sono il tuo capo e ogni capo ha tutti gli indirizzi delle proprie impiegate» Affermò ed entrò.

«Ma perchè sei qui?» Domandai e lui non rispose.

All'improvviso suonarono nuovamente il campanello.

«Chi è?» Domandai.

«Lali, sono Peter» Affermò e sgranai gli occhi.

Spinsi Zayn nella mia camera e feci entrare Peter.

«Perchè sei qui?» Domandai indietreggiando.

«Ho dimenticato una cosa» Affermò.

«Ah, prendila pure» Affermai e lui si diresse in camera mia, sgranai gli occhi.

Zayn nasconditi.

Zayn ti prego.

Zayn perfavore.

«Complimenti» Disse Peter tornando vicino me.

«Sul serio Peter, posso spiegarti» Affermai tirando i miei capelli.

«E cosa dovresti spiegare? Che non hai tempo per rimettere a posto le tue cose?» Domandò e sospirai.

«Si, oggi non ho avuto tempo» Dissi Sorridendo.

«Ciao Lali» Mi salutò e si diresse verso la porta, mi voltai e chiamai Zayn.

Peter si voltò nuovamente e spinsi Zayn, che cadde a terra.

«Dimenticavo, questo weekend non dimenticare di portare la piccola a casa mia» Affermò ed io annuí.

Finalmente uscí e aiutai Zayn a rialzarsi.

«Scusa! Ti prego non licenziarmi» Dissi facendo il labbrucciò e sentí il suono della sua risata.

Continuo?

Lontano dal suo destino|Story of my life Trilogy 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora