Le mille domande delle madri fecero da protagoniste per tutta la cena, le due amiche rimasero molto vaghe ma mantenendo comunque la stessa versione, concordata prima di rientrare.
«È caduta come una pera cotta! » la Mory raccontava nei minimi dettagli un incidente mai successo, una capacità di montare storie dal nulla degna di un romanziere ottocentesco.
«Guarda, era così. Ma se lo racconti in giro non ci crede nessuno!» riprodusse anche "la caduta".
«Una roba assurda mamma! Per fortuna davanti c'era la Mory, se no mi spaccavo tutti i denti!» la storia aveva dell'incredibile, ma la cura nei dettagli convinse le madri, che si misero a ridere. Anche se la signora Grazia un po' a denti stretti, perché era sinceramente preoccupata che la figlia, anche lì in Riviera, ricominciasse a fare danni.
Una volta finita la cena, ma soprattutto le domande, le due salirono di corsa. La Mona un po' meno agile visti i lividi che le erano spuntati su gambe e braccia, per non parlare dell'emicrania: quelle continue tirate di capelli da parte della Cinzia, le avevano fatto pensare che sarebbe rimasta calva.
Decisero di uscire e divertirsi da sole, al cazzeggio completamente casuale, senza ragazzi, senza conflitti e senza pensieri, come dovrebbe essere per ragazze di quell'età. Ma la serata era fresca e umida, minacciava di nuovo pioggia e Milano Marittima sembrava un po' tristarella.
Poi persero tempo appresso alle paturnie della Mona, ancora scossa dagli schiaffi che aveva preso e dall'improvvisa entrata in scena della morosa del Fara.
«Cioè, trovo uno figo, che ci sta, va tutto alla grande e persino mia mamma non mi rompe le palle, e che succede? C'ha la morosa segreta che picchia come Bud Spencer! Ma cazzo che sfiga».
«Si, sei sfigata in effetti».
«Allora è vero?! Sono sfigata!» disse con gli occhi già lucidi.
«Dai Mona piantala! Chi lo poteva sapere che era messo così! Anche se magari, quando ti ha proposto il trio, magari avresti potuto pensarci un po'».
«Che palle! Volevo solo prendere tempo! Poi ti avrei eliminato con i miei colpi segreti, e sarebbe stato solo mio!».
«Ma che colpi segreti che le prendi da sempre da me! Qui io sono la vera ninja, silenziosa come una piuma e veloce come un cobra!».
Con questo grido fece scattare la mano verso l'ultimo tavolino di un ristorante, abbandonato da poco da chi vi sedeva. Quando ritrasse il braccio, schiacciata tra i seni aveva una bottiglia di Amaro Montenegro quasi intatta.
«Mory cazzo che colpo di genio!» miagolò la Mona, «ma non è un po' come rubare? Me l'hai fatta tanto lunga ieri per una coca non pagata che mi aveva fatto la doccia!».
«Quello era diverso, questa bottiglia è stata pagata con la cena. Figa, Mona, ti devo spiegare tutto!» e la trascinò in una viuzza laterale dove iniziarono a scolarsi a sorsi il Montenegro.
Dopo una ventina di minuti la ridarella regnava tra di loro e la Mona si mise a parlare di possibili trielli tra i personaggi dei cartoni animati giapponesi che guardava abitualmente.
«Oh, ma c'è la Mory. Che fate il gioco della bottiglia in due?».
Davide e i suoi due amichetti, sempre praparatissimi più o meno come la sera in cui avevano preso gli schiaffi, le guardavano da cinque metri di distanza.
«Due palle per tre, con voi ci scappano due partite a flipper».
«Intanto noi stasera andiamo a fare serata figa al Pineta, e voi siete qua fuori a bere del Montenegro caldo» ribatté Davide, che si stimò della sua risposta pronta.
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Quas18
Teen Fiction*STORIA COMPLETA Morena è nell'estate dei suoi quindici anni, non scende in Riviera da un paio di anni, e vuole fare un ritorno in grande stile. Dalle sue parti ha messo assieme l'esperienza necessaria per trattare a dovere amici e spasimanti. Ma l...