Venerdì 20 giugno 2003. parte I

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Appena sveglia, la Mory ricevette una pessima notizia per lei: la Mona aveva organizzato una colazione in centro con la Claudia. Glielo disse premendole il cuscino sulla faccia in modo da attutire la sua reazione.

«Mona è mattino, perché devi rovinarmi la giornata così?!».

«Dai alzati e datti una sistemata che lo sai com'è la Claudia!».

La Mona tolse il cuscino dalla faccia della Mory ricevendo una parolaccia in cambio.

«Mory, le parole!» la signora Valeria girava per la camera in cerca di tutti i giochi da portare in spiaggia «Dai alzati e preparati, ha ragione la Simona, e datti una sistemata ai capelli. E mi raccomando, non fate tardi che hai la babydance».

Controvoglia si alzò e preparò per bene, fece addirittura una coda alta per sembrare più in ordine. Tuttavia si sentiva un po' di mammone, a causa del quasi-bagno della sera prima.

«Beh, che fine hai fatto ieri sera?».

«Io sono andata in spiaggia con degli amici che avevo conosciuto prima che arrivassi tu» rispose per rimanere vaga, aspettando di sentire cosa si sarebbe inventata la Mona, «tu invece?».

«Ma lascia stare! Mi ha portata a casa Ale in macchina, ti giuro Mory, eravamo a tanto così dal farlo sui sedili!».

La Mory capì subito che era una mezza verità, la Mona era troppo gasata per raccontare una cosa del genere, così la incalzò «e perché non è successo?».

«No dai, sui sedili della sua macchina? Fuori dalla pensione? Insomma c'è un limite a tutto! L'ho dovuto fermare, altrimenti l'avremmo fatto di sicuro».

«Eh no, certo, hai fatto bene. Lui come l'ha presa?» la Mory si stava divertendo a mettere in difficoltà la Mona che era una pessima bugiarda, aveva già iniziato a gesticolare e guardare in giro.

«Lui non ha smesso subito di palparmi, gli ho ripetuto un paio di volte di fermarsi, ma poi ha capito e si è scusato tantissimo».

La Mory ebbe il fortissimo sospetto che le cose fossero andate esattamente al contrario di come le aveva raccontato. Per fortuna della Mona, la sua amica non era in vena di continuare a metterla in difficoltà, e comunque erano arrivate nel bar dove si dovevano vedere con la Claudia.

«Simona!» esclamò la Claudia con molta, troppa enfasi dimenticandosi della Mory, più o meno come succedeva da tre anni.

«Ciao Cla!» la Mona corse a darle tre baci sulla guancia mentre la Mory semplicemente alzò il braccio. Odiava il contatto fisico se non era richiesto, sia con persone di sesso femminile che maschile.

«Mory, ieri sera sei sparita e non abbiamo potuto parlare, come stai?».

La Claudia faceva domande di circostanza giusto perché il bon ton insegnatole richiedeva una minima partecipazione di tutti i presenti.

«Tutto regolare, sempre bene».

La Mory invece che il bon ton lo aveva imparato nei greti dei canali, fu frettolosa e annoiata.

«Bene! E in periferia che si dice? Hanno aperto qualche locale carino o dovete sempre fare la spola country-city?».

La Mory prese un gran respiro e posò le mani sul tavolo pronta a risponderle mandandola a quel paese, le mancava solo di decidere se farlo in italiano, in inglese, o in dialetto milanese. Ma come sempre, fu salvata da un cameriere.

«Ciao, che vi porto?» chiese questi, con foglio e penna in mano.

«Ciao, io una spremuta e un caffè, per voi ragazze? Ah, offro io!».

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