Martedì 24 giugno 2003. parte I

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Quella mattina la Mory si alzò più pimpante del solito, non era molto difficile capirlo visto che al mattino di solito era taciturna e scontrosa.

La mamma capì subito il motivo, come il resto della famiglia.

«Hei, su dormiglioni! È ora di colazione!».

La Mory non era entusiasta di fare colazione, ma era impaziente di vedere la pagella che sarebbe arrivata proprio quel giorno.

Mentre si ingozzava di latte e cereali teneva sempre d'occhio il cellulare: si era messa d'accordo con una sua compagna per farle sapere quando sarebbero state online le schede, e finalmente il fatidico messaggio arrivò.

"we bella, sono uscite. Risp quando la vedi. Mia mamma è incaxxata xke in storia ho nonsuff. Ke palle! Cmq la vacanza come va? Tipi? T. V. B"

La Morena non avrebbe mai risposto a quel messaggio, come agli altri che riceveva ogni giorno dalle sue amiche.

«Ma', papà! Sono uscite!».

I genitori con lei al seguito si spostarono nell'ufficio della zia mentre quest'ultima teneva a bada le pesti, il più lontano possibile dalle strumentazioni informatiche

La Mory digitò le credenziali sulla tastiera del PC ed entrò nel sito della scuola.

«Allora? Com'è?» chiedeva agitata guardando entrambi i genitori.

«Mory, com'è, la vedi pure anche te! È bella, brava. Si ma matematica niente, eh?».

«Oh ma', lo sai che matematica proprio non mi va giù! E nemmeno inglese! Il prof mi odia».

«Lo so. Dai, sei e mezzo va bene per te. Sono molto contenta per le altre materie. Storia otto e mezzo, geografia sette e mezzo, Arte nove».

La mamma era veramente fiera della figlia, riconosceva i suoi limiti, ma era comunque felice per l'impegno, anche il padre si complimentò con lei, non guardava lo schermo così soddisfatto nemmeno quando c'era l'Inter.

«Allora pa', ora ho il permesso per il piercing?».

Imbarazzo.

«Non lo so Mory, chiedi a tua mamma, dato che ha architettato tutto lei» il padre non voleva l'odio della figlia, non era arrabbiato con la Mory per il piercing, che le avrebbe voluto lasciar fare, ma più con la moglie che aveva deciso senza di lui. Per rimanere neutrale, scaricò l'incombenza sulla moglie.

«Ah, io non ne voglio più sapere! Non voglio litigare con te per uno stupido buco all ombelico!» disse, allargando le mani.

«Dai mamma! Avevi detto che se la pagella era bella me lo avresti fatto fare! Lo avevi detto proprio tu!».

L'alzata di occhi della madre spinsero la Mory a tirare fuori l'autorizzazione che astutamente si era portata dietro. La piazzò lesta sotto il naso della madre.

«Tieni il foglio da firmare».

La mamma spostandolo da parte disse «Poi vediamo».

La rabbia della Mory esplose come un fuoco d'artificio a capodanno.

«Però quando il tatuatore ti intratteneva con le belle storie, non hai detto 'poi vediamo', anzi, eri tutta pimpante! Ci mancava poco che te lo saresti fatta fare te un piercing da tanto eri incantata!».

«Tu stai dando i numeri!» esclamò la madre, traumatizzata dalla risposta velenosa della figlia.

«Si guarda! Adesso sono io la pazza! Avevi promesso davanti a lui, ora che figura ci faccio?».

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