Domenica 8 giugno 2003. Parte I

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Non aveva l'aria fresca, questo è poco ma sicuro. La partenza ad un orario assurdo, in una casa impazzita per l'inizio delle vacanze, non le diedero una mano.

E poi, ovviamente, la sera prima.

Non è che ricordasse proprio benissimo tutto quello che era successo, ricordava che si era imbottita di Fisherman's poco prima di tornare a casa, per nascondere il fiato alcolico. Ed al solo pensare al sapore di quelle mentine, le venne il voltastomaco.

Il treno sferragliava per la pianura padana, direzione Cervia, i suoi due fratelli minori facevano un gran casino, vociavano e si picchiavano, eccitati come dei piccioni in piazza quando sentono il rumore di un sacchetto del pane.

Due piccoli mocciosi erano Corrado, quattro anni, somigliante a lei, con capelli biondi e occhi chiari, ed Anna, più grande di un anno con dei finissimi capelli neri di sicura genetica celtica, e occhi altrettanto scuri, come la madre.

Due splendidi bambini con un viso angelico, e l'anima da diavolo.

Piccole pesti che insieme erano capaci di far implodere una casa o, come in questo caso, un treno. Dei demoni che infestavano la sua esistenza quando più lei avrebbe voluto solo silenzio e tranquillità.

La madre cercò di tenerli buoni e con un occhio guardò lei, cercando man forte per mantenere la calma nei sedili, ma lei passava dal sonno al dormiveglia scocciato, tirando ogni tanto un calcetto stizzito al fratello che aveva davanti.

In tutta risposta lui mise in piedi un teatrino degno del Cirano di Bergerac. Trattenne il fiato toccandosi la parte appena sfiorata come se fosse stato preso a bastonate. Lei, stufa di questo viaggio appena iniziato, ma dal presentimento infinito, tirò fuori dal suo zaino Eastpak l'ipod, con la disapprovazione della madre che le aveva vietato di portarlo visto che le era costato un occhio della testa.

Con una sbuffata e alzata di spalle infilò le cuffiette e fece partire la Playlist. Cremonini invase le sue orecchie, con suo grande sollievo.

C'era molto caldo, soprattutto in treno, ma lei doveva ancora smaltire del tutto la serata. Alzò il cappuccio della felpa cercando di riprendersi dai postumi e pensando già a come organizzarsi per le vacanze.

Aveva grandi aspettative per quell'anno.

Ormai non era più una bambina, il suo corpo ne dava chiaramente prova: i tratti vagamente nordici, i capelli biondi sempre lunghi fino a metà schiena, il corpo formoso che non l'aveva abbandonata e che al paese aveva fatto girare parecchi ragazzi in primavera, quando gli abiti si erano fatti più leggeri. Ma l'anno appena trascorso le aveva donato anche forme più femminili e un generoso seno da poter sfoggiare nei costumi minimi, per il cui acquisto da mesi guerreggiava con la madre.

A volte però, non si ha l'esatta percezione di sé stessi. La Mory si stimava di aver abbandonato il corpo da ragazzetta, ma da sempre, ciò che la distingueva veramente era il sorriso, e gli occhi, che lasciavano trapelare decisamente il suo carisma, che unito alla parlantina sciolta costituivano la sua vera capacità di attirare l'attenzione. Quegli occhi e quel sorriso erano un ponte. Al suo paese aveva ricevuto persino una proposta di lavoro come barista full time, lasciata cadere forse per colpa della scuola, forse chissà.

Sorrise sorniona ripensando all'aver messo nel sacco il barista, nella assoluta certezza di essere pronta a fare faville in Riviera: l'ultima volta che c'era stata era una ragazzina che poteva solo guardare i ragazzi più grandi, quell'anno la musica sarebbe cambiata, oh, se sarebbe cambiata!

E poi, detta tra noi, voleva giocare la carta dell'effetto sorpresa: mancava dalla riviera da praticamente tre anni, due anni prima la zia aveva deciso di chiudere per ristrutturare un periodo talmente lungo da riaprire solo quando lei ormai non poteva più scendere a trovarla, aveva spostato così le vacanze a Jesolo. L'anno successivo aveva saltato per la scelleratissima idea di andare a fare una vacanza "studio" con una amica del suo paese in un posto neanche segnato sulle cartine geografiche, Saintes-Maries-de-la-Mer, nella costa sud della Francia. Aveva accettato pensando di fare la vacanza in costa azzurra, ma di azzurro non c'era niente, neanche il cielo, perennemente grigio.

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