La mattina seguente aprii lievemente gli occhi notando tutte le tende bianche tirate che mi proteggevano dai deboli raggi del sole autunnale. Ci misi pochi istanti a capire dove mi trovavo e in rapido movimento mi tirai su a sedere, forse lo feci troppo rapidamente dato il mio stato da sonni veglia. Ricordai che la notte prima mi ero addormentata praticamente nuda e abbracciata a Harry, il quale era anche lui naturalmente nudo, tuttavia nel letto non c'era più e d'altro canto suoi vestiti per terra c'erano . Presumi che magari potrebbe essere andato già di sotto o magari si sarà spaventato come per giunta anche io, del nostro strano modo di dormire così dannatamente attaccati e nudi. Al solo debole ricordo mi morsi le labbra, appoggiandoci sopra le dita curate, sorridendo come una cretina, probabilmente a causa delle attività piacevoli che avevamo fatto prima di crollare in quel modo.
Esausta di stare sul letto da sola, con la sola presenza del suo odore che colmava la stanza, mi alzai mettendo solamente la camicia che indossava ieri Harry, aperta per i primi quattro buttoni, così da fare intravedere il seno. Sinceramente già scoperto, la sensazione di freddo per giunta mi fece rabbrividire e indurire i capezzoli, aumentando la trasparenza di questa semplice camicia leggera.
Per un momento il pensiero di scendere nuda mi aveva tentata, poi ragionai con un po' di logica. Arrivando alla soluzione che se l'avessi fatto, probabilmente mi avrebbe scopato seduta stante. Cosa che alla fine non mi disturbava così tanto, alla fine è quello il motivo per cui sono ancora a casa sua. Di certo non avevo solo intenzione di fare solamente colazione, motivo per cui non pensai nemmeno di raccogliere l'intimo dal posto in cui l'ho lasciato.Una parte di me avrebbe voluto svegliarmi insieme a lui, in modo molto tranquillo rispetto alla volta precedente. Tuttavia quando scesi la visione che mi si presentò sostituì di gran lunga questo ormai lontano grattacapo. Rimasi vicino alla colonna che separava la sala da pranzo alla cucina e lo vidi solo con i boxer, dandomi le spalle segnate dalla sottoscritta nel corso della notte passata. Si trovava dietro al tavolo della cucina, con un mestolo in mano preso nel cucinare per la colazione e nello stesso tempo fischiettava un'allegro motivetto, che mi fece incurvare le labbra leggermente, per la sua allegria mattutina.
Non volevo interromperlo, in quel suo stato naturale, tuttavia non amavo essere ignorata. Così feci per puro errore una finta tosse inconscia facendolo accorgersi della mia presenza.«Buongiorno! siamo di buon umore questa mattina!» esclamai avvicinandomi a lui, senza guardarlo e prestando attenzione a ciò che è dentro la pentolina. Le uova all'occhio di bue ormai erano pronte. Tuttavia non ci fece caso troppo impegnato a guardare me, come avevo previsto furbamente. Approfittai della sua distrettezza e gli presi il mestolo dalle mani per poi girare inconsciamente le mani, fingendo di non aver capito la reazione che gli avevo provocato.
Eppure mi tradii da sola, quando dopo aver spento i fornelli mi girai nella sua direzione, ammiccando un ghigno beffardo.«Te la regalo! questa camicia sta molto meglio a te che a me» esclamò senza guardarmi negli occhi, cosa che al contrario feci io.
«Perché dovrei? tienila solo per ricordo. Tipo per rammentare quando ieri ho bramato di togliertela e l'ho fatto come è ovvio che sia. O per esempio quando ora me la toglierai e mi scoperai su questo stesso piano» gli spiegai abbassando lo sguardo sulla camicia, per poi passare le mani sul piano del tavolo freddo di marmo bianco. I suoi occhi saettarono dai miei occhi alle mie mani, per poi riposarsi sulla camicia.
«Io direi di cominciare prima dall'intimo. É fondamentale, sai come funziona!» mi resse il gioco, facendo pochi passi verso la mia direzione, sovrastandomi con il suo grande corpo. Gli occhi rimasero fissi sulle sue labbra socchiuse e pericolosamente vicine alle mie.
«Spero di non deluderti, se ti dico che ho dimenticato per puro caso di indossare l'intimo» ghignai furba, facendolo ridere.
«Tu sei una fottutissima seduttrice! scommetto che non sei scesa solo per la colazione, o almeno quella sui fornelli» mi rispose a tono, afferrandomi stretta all'improvviso per le cosce, appoggiandomi sul piano del tavolo congelato a contatto con le mie gambe nude e calde, che a quel contatto si riempirono di piccoli brividi. Fece più pressione, aggiungendo anche le unghie sulle gambe, allargandole per poi posizionarsi in mezzo ad esse. Lo guardai con occhi perscrutatori, sentendo la mano fare sempre meno pressione, scivolando sulle mie cosce in un movimento che a momenti sembrava una tortura, merito anche degli occhi che seguirono il lento ed eccitante movimento che ora si faceva largo sull'inguine. Quando finalmente riuscì a togliermi la camicia e buttarla al lato io ero ormai bagnata fradicia, lo sentivo. Evidentemente data la rapida occhiata che ci scambiammo, lo capì anche lui. Senza il benché minimo improvviso, preceduto solo da un ghigno, spostò le mani dal mio inguine facendole arrivare davanti alla mia stretta e bagnata entrata, penetrando dentro di me con poca delicatezza, facendomi urlare di sprovvista. Strinsi le dita sulla sua schiena, cercando di contenere i gemiti, tuttavia inarrestabili vista la velocità e il modo esperto in cui muoveva le dita dentro di me. Sapendo quanto gli piacesse essere guardato e quanto poteva farlo eccitare, non spostai mai i miei occhi marroni dai suoi occhi verdi, tranne quando sentii di essere vicina all'orgasmo e istintivamente buttai la testa all'indietro troppo presa dal piacere, mentre che l'altra mano istigava i miei seni. Le mie mani stringevano forte il lato del piano del tavolo, tenendomi e provando a contenere l'urlo che mi uscì dalle labbra praticamente attaccate a le sue, mentre venni.
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𝐓𝐨𝐱𝐢𝐜 𝐋𝐨𝐯𝐞 𝐎𝐫 𝐍𝐨𝐭 [𝐇.𝐒.]
ChickLitEmma Borghese è una ragazza Italiana. Ha un carattere molto forte, è estroversa ma non si lega facilmente alle persone. Frequenta l'ultimo anno alla Cambridge University e in questi anni ha conosciuto la sua migliore amica Aurora e il suo migliore a...